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Insulti razzisti, ambiente di lavoro “molesto”, debiti milionari e misoginia: lo chef vegano Matthew Kenney nella bufera

I problemi finanziari di Kenney sono cosa nota negli States e, da quanto emerso dai registri pubblici, il cuoco veg deve restituire 1,2 milioni di dollari nel solo Stato di New York

di Andrea Bressan
Insulti razzisti, ambiente di lavoro “molesto”, debiti milionari e misoginia: lo chef vegano Matthew Kenney nella bufera

Tutti gli uomini latini sono piagnucoloni. Odio essere razzista, ma è la mia esperienza”, avrebbe scritto lo chef vegano Matthew Kenney in una chat tra dipendenti. L’amore (apparentemente) viscerale che lo lega con gli animali – anche se, come rivelato al New York Times “alcune volte” mangia frutti di mare – pare contrapporsi con una personalità che, almeno all’apparenza, non si pensava potesse avere. ‘Mai giudicare un libro dalla copertina’ direbbero alcuni. È del Times l’inchiesta che vede protagonista l’ex star 59enne di Bad Vegan di Netflix: Kenney è accusato di aver inoltrato dozzine di messaggi discriminatori e, negli anni, di aver usato epiteti razzisti e misogini con soci e collaboratori.

Jeffrey Chodorow, finanziatore del ristorante Pure Food + Wine, ha descritto Kenney come “uno chef di grande talento che aveva una brutta storia finanziaria”. Se da un lato sono risapute le doti gastronomiche del cuoco, d’altro canto stanno emergendo aspetti economico-gestionali che, specialmente nell’ultimo periodo, starebbero compromettendo la buona salute delle attività. Stipendi non retribuiti ai dipendenti, mance trattenute e un clima lavorativo ostile. Questo ed altro avrebbe spinto chi vicino a Kenney a denunciare gli abusi subiti. Oltre al normale lavoro, cuochi e camerieri erano costretti a coprire il capo dalla (ex) fidanzata durante le sue frequentazioni extra-relazionali, come quella avuta con un’hostess diciannovenne circa 10 anni fa. L’impero di Kenney e soci, che conta decine di ristoranti in giro per il mondo, sembra destinato a ridimensionarsi notevolmente.

Nonostante presunti debiti milionari e i mancati pagamenti nei confronti dei fornitori, lo chef non sembra aver dato particolari cenni di preoccupazione. Attualmente vive in un appartamento da 20 mila dollari al mese e smentisce i 60 ex collaboratori che lo accusano di “gestione caotica e spericolata” delle attività. I problemi finanziari di Kenney sono cosa nota negli States e, da quanto emerso dai registri pubblici, il cuoco veg deve restituire 1,2 milioni di dollari nel solo Stato di New York. Il mancato versamento, tuttavia, non gli ha compromesso l’apertura di una nuova sede, “Double Zero”, a Times Square lo scorso mese.

“Ma se la malagestione economica di Kenney era risaputa, perché continuare a finanziare i suoi progetti? “È affascinante, è brillante, è appassionato – ha dichiarato un’investitrice – Ho pensato, sai una cosa? Ho intenzione di andare avanti su questo”. Il carisma e la persuasività dello chef avrebbero (quasi) sempre avuto la meglio in questi anni, fino a che i creditori e collaboratori non hanno iniziato a ribellarsi a tutto ciò che subito. Nella stessa inchiesta avanzata ai danni dello chef, un ex dirigente nero ha raccontato di aver subito gravi offese di matrice razzista: “Sono stato sottoposto all’uso della ‘N-Word’” e si lavorava in “un ambiente di lavoro molesto permeato di termini razzisti per i partner commerciali asiatici e i dipendenti ebrei”. Infine, sempre secondo quanto riportato dal New York Times, Kenney avrebbe detto che le donne sono attraenti “fino a 21 anni”. Nonostante tutto, il valore dei ristoranti dello chef vegano ammonterebbe a più di 20 milioni di dollari con quest’ultimo che, ha definito “spregevoli” e mancanti della “comprensione di base della realtà dei fatti”, i servizi forniti dal Times.

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