Inter, Milan, Juventus, le grandi del calcio italiano una contro l’altra, a giocarsi il primo trofeo della stagione 2024/2025 in Arabia. Come sognava la Lega Calcio, la “super” Supercoppa italiana è servita. Il regalo della povera Serie A per i ricchi sauditi. A questo punto non ci sono più dubbi: anche se ancora manca la matematica, con la qualificazione in finale di Coppa Italia della Juventus, è praticamente certo che le tre big si ritroveranno fra qualche mese in Arabia per la Supercoppa. Ci sarà l’Inter campione d’Italia, con la seconda stella cucita sul petto. I bianconeri in qualità di finalisti di coppa. Il Milan al momento secondo in campionato (ma anche se dovesse farsi scavalcare nel finale dalla Juve non cambierebbe nulla, vista la qualificazione già acquisita da quest’ultima; quasi impossibile invece il sorpasso del Bologna). Completerà il quadro della Final four la vincente dell’altra semifinale di coppa tra Atalanta e Fiorentina.
È esattamente la ragione per cui la Serie A ha varato l’improbabile formato a quattro, che ha debuttato quest’anno in Arabia fra mille polemiche: creare un nuovo piccolo grande evento, a cui avere possibilmente le squadre più tifate ed appetibili (i criteri con cui viene disputata la Coppa Italia del resto favoriscono apposta le più forti), per cui i sauditi hanno messo sul piatto la bellezza di 22 milioni di euro a stagione. Una cifra onestamente irrifiutabile per i presidenti accattoni della Serie A. Ed è anche il motivo per cui per il 2025 è stata confermata la sede in Arabia: il contratto prevedeva di disputare lì quattro delle prossime sei edizioni, dopo il flop di gennaio e vista la particolare complessità della prossima stagione si pensava a un’alternanza, assegnando il trofeo in Italia in gara secca. Invece si andrà di nuovo a Riyad.
Una scelta obbligata: la Serie A lo doveva ai suoi benefattori. Quest’anno infatti i sauditi, che avevano sborsato 22 milioni per le stelle (cadenti) del nostro campionato, si sono beccati l’edizione più “provinciale” della storia, con Napoli, Fiorentina, Lazio. Squadre che da quelle parti a stento conoscono, tanto che i giornalisti locali nemmeno si volevano presentare alle interviste prepartita, e che gli stadi sono rimasti mezzi vuoti, per riempirsi solo alla finale. Stavolta che ci saranno le big era davvero il caso di ritornare in Arabia, per onorare il contratto. Decisione ratificata a fine marzo, quando ormai si stava delineando il quadro delle partecipanti. E, soprattutto, presa contro la volontà delle dirette interessate: l’Inter era contraria (come De Laurentiis), Juve e Milan si sarebbero volentieri risparmiati la trasferta ma si sono attenuti alle volontà della maggioranza. Il consiglio di Lega, di cui fanno parte Atalanta, Verona, Milan ed Empoli (Lazio e Inter non votano perché in consiglio federale) ha deciso però per l’Arabia. Alla fine è stato determinante il parere delle piccole, che pure beneficeranno del montepremi (6 milioni finiscono alla Lega). Troppo importante essere lì quest’anno, alla vigilia per altro della scadenza del contratto con Abu Dhabi Tv per i diritti internazionali in un’area, quella Mena, particolarmente redditizia (si parla di altri 20-30 milioni l’anno) e delicata (nell’ultimo ciclo la Serie A ha fatto terribilmente fatica a venderli per il veto di Bain).
Senza nemmeno più sollevare la questione di opportunità per lo sportswashing saudita (ai padroni del pallone non interessa), il problema è che la prossima stagione rischia di essere insostenibile a livello fisico e logistico. Con gli Europei in estate, poi la nuova Champions a 36 squadre (2 partite di girone e un turno ad eliminazione diretta in più) e a giugno 2025 anche il mondiale per club (per l’Italia qualificate Inter e Juve), si giocherà ancora di più, aggravando una situazione già al limite, come dimostra il caso di Fiorentina-Atalanta, partita fantasma che non può essere recuperata. Non per niente proprio in questi giorni le Leghe europee, tra cui la nostra, si stanno confrontando sul tema del calendario, chiedendo ad esempio alla Fifa di ridurre le finestre per le nazionali. Per tutta risposta, la Serie A si rifiuta di scendere a 18, e conferma pure la Supercoppa a quattro squadre in Arabia, da giocare verosimilmente a gennaio, con la sospensione di un turno di campionato, in un mese in cui con la nuova formula ci saranno pure le coppe internazionali. Quando si dice: predicare bene, razzolare male.