Un’incredibile scoperta ha riscritto la storia di Platone. Grazie a innovative tecniche di studio applicate ai papiri di Ercolano, un team di ricercatori ha svelato nuovi dettagli sulla vita e sulla morte del celebre filosofo greco. Tra le rivelazioni più sorprendenti, l’individuazione del luogo di sepoltura di Platone: il giardino a lui riservato dell’Accademia di Atene, vicino al Museion, il sacello sacro alle Muse. Questa informazione, fino ad oggi sconosciuta, ribalta la nostra conoscenza sulla fine di Platone. Si credeva infatti che fosse stato sepolto genericamente all’interno dell’Accademia, mentre ora sappiamo che ebbe un luogo di riposo dedicato e prestigioso, a testimonianza del suo immenso valore per la scuola filosofica da lui fondata.
Ma le sorprese non finiscono qui. I papiri di Ercolano, carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli, hanno svelato anche altri dettagli affascinanti sulla vita di Platone. Tra questi, la conferma di un episodio già noto: la vendita come schiavo. Secondo le nuove interpretazioni, Platone sarebbe stato venduto sull’isola di Egina nel 404 a.C., dopo la conquista spartana, o in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Un evento drammatico che segnò profondamente la sua vita e che potrebbe aver influenzato il suo pensiero filosofico. Questi nuovi dati non solo correggono cronologie storiche ma offrono anche spunti per riflettere sulla fragilità delle vite umane, persino di quelle dei grandi filosofi. Un altro passaggio del papiro rivela un lato inedito di Platone: nelle sue ultime ore di vita, febbricitante e forse delirante, il filosofo espresse un giudizio sprezzante sulle capacità musicali di una musicista barbara originaria della Tracia. Un dettaglio che offre uno spaccato sulla sua personalità e sui suoi gusti estetici.
Le nuove scoperte dai papiri di Ercolano sono rese possibili dal progetto “GreekSchools“, un’iniziativa internazionale coordinata dal professor Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa. “Abbiamo ora un testo che, grazie a tecniche di decifrazione all’avanguardia, rivela fatti nuovi e concreti, trasformando radicalmente la nostra comprensione della storia di Platone e dell’Accademia”, ha spiegato Ranocchia. Questi dettagli emergono da un papiro danneggiato dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ritrovato nella città di Ercolano e ora esaminato con metodologie non invasive che hanno permesso di leggere parti del testo precedentemente nascoste. Il progetto mira a pubblicare un’edizione aggiornata della Rassegna dei filosofi di Filodemo di Gadara, la più antica storia della filosofia greca in nostro possesso. Grazie a sofisticate tecniche di imaging e a metodi filologici innovativi, i ricercatori stanno decifrando il testo di papiri carbonizzati e frammentari, riportando alla luce preziose informazioni che arricchiscono la nostra conoscenza del mondo antico.
Il progetto “GreekSchools”, finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca, è un esempio emblematico di come la tecnologia possa servire gli studi umanistici. “L’applicazione di tecniche di imaging all’avanguardia sta rivoluzionando il modo in cui possiamo recuperare e interpretare manoscritti antichi,” commenta Costanza Miliani del CNR-ISPc. L’obiettivo è pubblicare una versione aggiornata della ‘Rassegna dei filosofi’ di Filodemo, fornendo una narrazione più ricca e dettagliata dell’Accademia e dei suoi membri.