Gli eredi di Totò, tramite i loro avvocati, vogliono eliminare il nome del grande “principe della risata” dai locali che lo utilizzano in modo illecito, senza alcun riconoscimento. Questa richiesta colpirà soprattutto le numerose pizzerie, paninoteche e ristoranti che hanno “sfruttato” il nome, l’immagine o la poesia A Livella del grande attore comico napoletano.
La nipote, Elena De Curtis, ha detto: “È una questione di rispetto per mio nonno. Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine”. Gli eredi stanno anche pensando di creare un brand e un format di pizzerie e ristoranti, per poter “proteggere” al meglio l’immagine di Totò.
Il Tribunale di Torino si è espresso sulla questione: “Gli eredi nello specifico, chiedono che venga cancellato ogni riferimento all’artista nei segni distintivi dei locali, dai siti web ai cartoni per l’asporto, dai menù ai biglietti da visita e scontrini”.
Diverse città italiane, negli ultimi mesi, hanno provveduto nel cambiare i riferimenti a Totò. Nell’ultimo periodo, in particolare, questo procedimento si è intensificato a causa dell’ultima ordinanza. I giudici hanno, infatti, stabilito, il pagamento di una multa di 200 euro per ogni violazione. Un esempio lampante è quello dell’ex pizzeria “Totò e Peppino” di Porto d’Ascoli, fondata nel 2008, che ha dovuto cambiare nome da un giorno all’altro per volere degli eredi di Totò. Lo stesso è successo ad altri locali.
Altri ristoranti però si sono opposti, cercando di mediare e sperando in un’accordo. La nipote di Totò, Elena De Curtis ha risposto: “Noi chiediamo solo una regolamentazione. Siamo disposti ad avviare, come abbiamo sempre fatto del resto, un’interlocuzione, in alcuni casi stiamo dando anche l’autorizzazione all’utilizzo. Quando non c’è malafede si trova un punto di incontro, un accordo. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che affettuosamente parlando Totò è considerato di tutti, amato da tutti, ma questo non può pregiudicare la tutela”.