Prove su strada

Dacia Duster, la prova de Il Fatto.it – L’ibrido che convince. Anche l’ambiente – FOTO

Intrigante nel design, innovativa nelle soluzioni (tipo gli inediti YouClip), ambientalmente sostenibile (20% di materiali riciclati e alimentazioni solo “alternative”, due elettrificate e una bifuel a GPL) e sorprendente su strada. La terza generazione della Dacia Duster, il Suv lanciato nel 2010 e già venduto in 2,4 milioni di esemplari, è ordinabile a partire da 19.700 euro nella sua versione più economica, che in Italia è destinata ad essere la meno richiesta (8 su 10 verranno vendute nei due allestimenti più esclusivi, la Journey e la Extreme, fino a 27.900 euro).

Sorprendente su strada perché la declinazione mild hybrid TCe 130 (con 230 Nm di coppia) a due ruote motrici viene dichiarata con consumi di 5,5 l/100 km, mentre nel test drive andaluso di quasi 150 chilometri con tratti in sterrato e in fuoristrada percorsi in prima marcia (non esattamente “tipici” e sicuramente penalizzanti) arriva 6,7. La Duster 4×4 è disponibile solo abbinata a questa unità, un tre cilindri sovralimentato da 1.2 litri a ciclo Miller “valorizzato” da un sistema a 48V che abbatte le emissioni di circa il 10%. La batteria ha una capacità di 0,9 kWh.

La “rivelazione” – non troppo per chi, ad esempio, ha già guidato la Jogger – è l’unità Hybrid 140 per la quale, dopo 190 chilometri, l’elettronica di bordo rileva una percorrenza vicina ai 23 chilometri per litro a fronte di una omologata di 20. Pur non avendo valore statistico, il dato conferma l’efficienza di questo sistema sviluppato e impiegato da tempo da Renault e che in città (praticamente nemmeno un chilometro in ambito urbano nella nervosa prova tra Malaga e Gibilterra) garantisce addirittura l’80% del tempo di guida in modalità elettrica. Il Full Hybrid lavora con il 4 cilindri benzina da 1.6 litri da 94 Cv abbinato a due motori elettrici (uno da 49 Cv e uno starter/generatore ad alta tensione), a un cambio automatico elettrificato a 4 rapporti termici (gli innesti delle marce si avvertono solo acusticamente per effetto dell’aumento del numero dei giri del motore) e 2 elettrici e una batteria da 1,2 kWh di capacità.

Grazie ai due serbatoi da 50 litri ciascuno e alla maggior efficienza del mille a tre cilindri da 100 Cv, la versione turbo bifuel (benzina e GPL) è accreditata di un’autonomia fino a 1.400 km.

Anche vissuto per diverse ore e non solo sperimentato per pochi minuti (come era accaduto nella presentazione statica portoghese dello scorso anno) l’abitacolo conferma sensazioni piacevoli e rassicuranti. Fino a velocità non superiori ai 110 orari è anche estremamente silenzioso. I comandi sono funzionali e intuitivi e malgrado l’inclinazione e le dimensioni ridotte del parabrezza anteriore anche la visibilità è ancora buona (è facile percepire gli ingombri): del vetro posteriore non si può dire altrettanto, anche se in circolazione ci sono veicoli ben più costosi che ne offrono una peggiore.

Il bagagliaio ha una capacità compresa fra 472 e 1.600 litri a conferma della versatilità del modello. Rispetto alla precedente generazione, sulla nuova Duster è stato quasi raddoppiato l’uso di materiali riciclati: dal 12 al 20%. I punti di fissaggio di serie del sistema di ancoraggio YouClip (per piazzare accessori e per personalizzare gli interni) sono quattro, ma già con l’allestimento superiore diventano sei (8 al massimo). Sull’entry level i cerchi sono in acciaio e da 16” e la strumentazione è analogica con schermo da 3,5”. Poi i cerchi diventano in lega e da 17” o 18” con schermi da 7 e 10” (anche con il Media Nav).

La nuova Dacia Duster è piacevole da guidare e confortevole da abitare: se le prime due generazioni hanno avuto successo, per le impressioni che ha suscitato, la terza potrebbe averne ancora di più.