Il premier albanese Edi Rama non si ferma: dopo le dichiarazioni furiose ai giornali locali e la telefonata di protesta al direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, il presidente albanese torna all’attacco di Report. Questa volta lo fa con una lettera indirizzata al “Caro conduttore Sigfrido Ranucci” postata sul suo profilo di X. Rama scrive “per onorare la verità calpestata da quel brutale servizio“. Al centro delle critiche del premier albanese, come noto, l’inchiesta di Report sull’intesa tra Roma e Tirana sui migranti, che ha rivelato come tra gli uomini chiave dell’accordo ci sia il segretario della presidenza del consiglio albanese, Engjell Agaci, che in passato ha difeso come avvocato alcuni narcotrafficanti albanesi in Italia. La trasmissione di Rai3 ha raccontato anche come nell’accordo abbia giocato un ruolo fondamentale la famiglia di Rama, in primis il fratello del premier.
Per il presidente albanese Report “ha tutto il diritto di criticare bombardando il governo del suo paese, ma non ha nessun diritto di farlo infangando con le calunnie il mio paese e la parola albanese”. Rama conferma anche la sua chiamata al dirigente della Rai definendola una “telefonata civilissima” in qualità di “parte lesa del suo operato”. A Ranucci contesta anche di essere intervenuto in una tv albanese (“coinvolta già prima di Report nella diffusione delle stesse calunnie poi importate in Italia da Report”, scrive il premier) dove il conduttore ha fatto presente “che sarebbe stato meglio se la contattassi direttamente”. “Eccomi qui in contatto diretto con lei ma sotto gli occhi di tutti“, scrive Rama che ha scelto la modalità di un post sui social perché con “tutte le distorsioni” recenti “non ho il coraggio di comunicare con lei senza testimoni“. In merito a quanto rivelato da Report, Rama contesta gli “atti giudiziari” riguardanti suo fratello (“poiché non solo non esistono ma esattamente questo è già oggetto di una querela giudiziaria per diffamazione qui in Albania”) e il fatto che “il segretario generale del Consiglio dei ministri non aveva risposto” alla “richiesta di chiarimenti”.
Così Edi Rama si dichiara “pronto a partecipare alla prossima puntata di Report” ma a una “condizione”: “Che il mio intervento sia fatto in diretta, poiché non nascondo il timore che dopo averlo registrato in buona fede finisca poi nel tritacarne della vostra censura, visti questi significativi precedenti in cui prima censurate, poi insultate senza base e infine accusate di replicare il modello del Cremlino quando semmai ci sarebbe motivo di sospettare il contrario”. Rama pertanto continua a fare pressioni e dice di aspettarsi lui da Ranucci una telefonata “assicurandola – conclude il premier albanese – che mi troverà disponibilissimo a concordare il nostro confronto pubblico, in diretta e senza ostaggi, menzogna dopo menzogna, verità dopo verità, sperando di concludere con un affettuoso abbraccio virtuale con in mezzo un mare tra i nostri punti di vista sul valore della libertà d’informazione, che come lei ha giustamente detto non ha prezzo”.