Tredici sindaci e vicesindaci di città europee contro le iniziative dei governi finalizzate a impedire ai comuni di attuare misure per la sicurezza stradale, come l’introduzione di limiti di velocità più bassi e telecamere per il controllo del traffico. Una lettera aperta, pubblicata sul Financial Times, e sottoscritta dagli amministratori di Bologna, Firenze e Milano ma anche Amsterdam, Bruxelles e Helsinki.

Tra i firmatari ci sono anche il sindaco bologneseMatteo Lepore, il primo cittadino di Firenze Dario Nardella e la vice sindaca e assessora alla mobilità di Milano, Arianna Censi. Nella lettera si parla del governo italiano e della sua proposta di revisione del codice della strada “che ostacolerebbe gravemente la capacità delle autorità locali di creare zone a traffico limitato, installare autovelox e fissare limiti di velocità inferiori”. Il ministro Matteo Salvini, fortemente contrario alle “città 30”, ha più volte annunciato la sua intenzione di impedire – con un decreto – limiti di velocità troppo bassi nell’intero territorio cittadino oltre ad avere promesso una stretta agli autovelox.

Ma non ci sono solo riferimento all’Italia. Nella lettera i firmatari parlano anche di un “piano per i conducenti” in Inghilterra che punta a introdurre misure altrettanto restrittive, così come in Germania, dove il governo ha finora resistito agli sforzi di oltre mille comuni che vogliono un maggiore controllo sui limiti di velocità locali. “Politiche nazionali come queste, basate non sulla scienza ma sull’opportunità politica, danneggiano la capacità delle autorità locali di prendere decisioni sul miglioramento della sicurezza e della salute dei propri cittadini”, sottolineando i sindaci. Limiti di velocità più bassi nelle aree urbane – si legge ancora nel testo – “stanno prevenendo le morti e migliorando la vita oggi nelle città di tutta Europa” e non “si tratta di limitare la libertà degli automobilisti, ma di rendere le strade più sicure per tutti, ridurre il rumore e l’inquinamento e rendere la città più invitante per coloro che scelgono forme di trasporto più salutari come camminare e andare in bicicletta”.

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