La “quadra” per il superbonus sarebbe l’estensione delle detrazioni su un arco di almeno 10 anni, più del doppio rispetto ai 4 attuali. Una soluzione in grado di salvare i conti pubblici senza infliggere danni eccessivi a beneficiari e filiera dell’edilizia. Una modifica auspicata dal ministro Giancarlo Giorgetti ma avvallata da simulazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio che mostrano come il rapporto debito-Pil sarebbe ben più basso da quest’anno fino al 2027 (1,9 punti percentuali in meno meno), restando sempre lontano dalla soglia del 140%, anche se certo l’impatto delle detrazioni sul debito sarebbe più lungo. Su questa linea stanno convergendo diversi emendamenti bipartisan al decreto superbonus presentati oggi alla commissione Finanze del Senato.
Ci sono diverse proposte, formulate da Fi, Lega, Pd, Movimento 5 stelle, Avs e Iv, che prevedono, per le spese sostenute nel 2023, la possibilità di ripartire la detrazione, su opzione del contribuente, in “dieci quote annuali di pari importo” (qualcuno chiede fino a 15). Altre modifiche estendono la ripartizione in 10 già prevista per le spese del 2022 alle comunicazioni inviate all’Agenzia delle Entrate fino al “4 aprile 2024”. Una modifica proposta da alcuni emendamenti al decreto superbonus presentati da Fi e da Iv per evitare che vada perduto l’ammontare che eccede il limite dell’imposta della detrazione in dichiarazione chiede di poter trasformare in credito d’imposta l’importo della detrazione per gli interventi con i bonus edilizi, in modo da utilizzare il credito anche per pagare le tasse.
Ci sono anche diversi emendamenti, sia della maggioranza, sia dell’opposizione, per estendere le deroghe allo stop della cessione o sconto in fattura delle spese. Dagli eventi sismici per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza, all’alluvione delle Marche del 2022, dagli eventi che hanno colpito Emilia, Marche e Toscana nel 2022 e 2023 fino ai territori colpiti dal terremoto in Emilia Romagna nel 2012 o a Ischia nel 2017. Le proposte di modifica chiedono di allargare la deroga già prevista dal decreto, che consente di usare ancora la cessione e lo sconto in fattura per gli interventi sugli immobili danneggiati in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi il 6 aprile 2009 e dal 24 agosto 2016.