Il colosso di Phila
Tanto tuonò, che piovve. Joel Embiid non aveva preso troppo bene la sconfitta contro i New York Knicks in gara 2 della prima serie di playoff. Davanti ai cronisti era apparso disperato: per la sconfitta e per un’insoddisfazione arbitrale su un paio di episodi, dove non ha senso addentrarsi. Si rimanga allo sport. I Knicks avevano mantenuto il fattore campo. Alla prima in casa Sixers, il centro camerunense (che non stava nel pieno delle forze, si dice per paresi facciale) ha mostrato al mondo cosa vuol dire giocare da centro “puro” nella odierna NBA. Un colosso: il colosso di Phila. Grande (213 cm), pesante (circa 130 kg), ma estremamente mobile e con un paio di mani da infiocchettare. Nella vittoria di stanotte, ha segnato 50 punti con 5 su 7 dal perimetro. Esatto, dal perimetro. Sulla maglia c’è scritto “Embiid”, ma potevate benissimo cambiarlo in “Curry” e nessuno se ne sarebbe accorto. Benvenuti nel futuro. Sì, perché di contro la stella di Philadelphia sa distruggerti anche nei pressi del canestro e se non è uno dei migliori della lega a tirare dal post-alto, poco ci manca. Visto fare jab-step, raccogliere i piedi e infilare dalla media da posizione Kevin Durant un paio di volte, manco fosse davvero Kevin Durant. Nell’azione precedente, invece, aveva virato sul perno sulla linea di fondo per concludere di tabella, in stile Hakeem Olajuwon. Aggiungeteci che ha tirato i liberi con oltre il 90% e avrete il quadretto di un giocatore che – se continuasse a rimanere sano – darebbe non pochi grattacapi alla difesa di Jalen Brunson e compagni. Knicks-Sixers sono 2-1 nella serie. È tutto aperto. Tutto ancora da scrivere.
L’importanza di Porter Jr per i Nuggets
Tutti parlano di Nikola Jokic, di Jamal Murray, di Aaron Gordon. Di Denver che è 3-0 al primo turno contro dei Lakers, che stanno facendo di tutto per farsi “spazzare” via, forse a tratti anche un po’ immeritatamente. Pochi hanno notato l’importanza di un giocatore come Michael Porter Jr all’interno del sistema di gioco dei Nuggets. Individualmente, l’ala di Denver è davvero solida. Alto per il ruolo (208 cm), ha un tiro da fuori al laser, quasi infallibile sugli scarichi. Sui raddoppi di Jokic, si fa trovare spesso dal lato debole, anche dopo un extra-pass: se messo nel ritmo giusto, potete scrivere “tre” senza nemmeno guardare. Ha punti nelle mani anche in un contesto di “ricchezza offensiva” come i Nuggets, perché è molto efficiente lontano dalla palla. Certo, quando passa la sfera sembra gli stiano staccando via un braccio, ma ai Nuggets non serve chi crea per gli altri, non servono letture di gioco, sono già ben forniti. Serve, invece, gente che la sappia mettere quando le difese tremano per le iniziative di Jokic o i giochi a due con Murray. Porter Jr sta tenendo, in queste prime gare, una media di oltre 20 punti e sta tirando dal perimetro con il 47,8%. È anche un buon rimbalzista, con 9 di media, e ruba circa un pallone a partita. Questo per dire che il successo di Denver è materia molto più complessa di quello che si pensi.
Banchero alza il volume
Occhio, Cleveland, questi Magic sono comunque un osso duro. Innanzitutto, perché difendono davvero bene, soprattutto sul perimetro. Sono reattivi, non mollano mai, e non accettano di essere fermati da un blocco centrale, lo forzano, ci passano in mezzo. Poi, perché hanno un Paolo Banchero che, nonostante la giovane età, non ha problemi di sorta ad accendere i riflettori su di sé. Come stanotte, nella vittoria che li ha portati ad accorciare la serie sul 2-1. L’ex Duke ha dimostrato di poter creare per sé, ma di saper agire anche off-the-ball, ricevendo uno scarico o agendo da rollante in un pick-and-roll centrale. Banchero ha gran senso del canestro e buoni fondamentali per mettersi in ritmo da solo in tante zone de campo, compreso il post-alto. Ha guidato gli Orlando Magic con 31 punti, 15 rimbalzi e 5 assist, con grande precisione sia dal campo (50%) che da oltre l’arco (44,4% con 4 su 9). Ah, ha anche una discreta voglia di impegnarsi in difesa. Intendiamoci, non vincerà mai il premio di difensore dell’anno, però in un sistema difensivo come quello dei Magic riesce a tenere bene il ritmo e l’intensità senza problemi di sorta. Bravo.
That’s all Folks!
Alla prossima settimana.