Saranno quattro esperti a tentare di chiarire le cause e la dinamica dell’incidente nella centrale idroelettrica di Bargi di Suviana, dove il 9 aprile sono morti 7 lavoratori e altrettanti sono stati feriti. A indagare tecnicamente sulla più grave strage sul lavoro in Italia dal crollo della Torre Piloti di Genova, la procura di Bologna ha chiamato un professore ordinario di sistemi elettrici per l’energia, Carlo Alberto Nucci, un esperto di meccanica applicata alle macchine, il professore Vincenzo Parenti Castelli, il professore esperto di idraulica Enio Paris e Domenico Pianese, ordinario di costruzioni idrauliche, marittime e idrologia. L’incarico sarà conferito il 3 maggio.

Che cosa ha causato l’esplosione nella centrale idroelettrica gestita da Enel Green Power sull’Appennino bolognese? Ci sono stati errori umani? A queste domande i quattro esperti cercheranno di dare una risposta. Gli accertamenti disposti dal procuratore Giuseppe Amato e dal pm Flavio Lazzarini partiranno dalla la scatola nera dell’impianto (sistema Scada) all’interno del quale sono custoditi tutti i dati e ogni operazione svolta durante il collaudo della turbina dell’impianto.

Lo scorso 9 aprile nel primo pomeriggio i tecnici e gli operai di alcune ditte esterne stavano terminando la messa in opera della turbina e dell’alternatore del gruppo 2. A un certo punto, come raccontato dai testimoni, si è sentito un “rumore anomalo”, come se la turbina stesse “andando fuori giri” e poco dopo il boato che ha letteralmente distrutto l’ottavo e il nono piano sotto zero, a circa 40-50 metri sotto il livello del lago. In sette hanno perso la vita, mentre altrettanti lavoratori specializzati sono stati tratti in salvo dai soccorritori.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Qatargate, Eva Kaili: “Non mi ricandido e mi trasferisco in Italia. Da voi c’è garantismo e i partiti si oppongono alle inchieste politiche”

next
Articolo Successivo

“Latte andato a male ‘corretto’ con soda caustica e acqua ossigenata”: maxi sequestro in un’azienda del gruppo marchigiano TreValli

next