Festa della Liberazione, vent’anni fa: un saggio su come liberarsi degli avversari lo offre Haouliais Axel Cèdric Konan, ivoriano 21enne del Lecce che al Delle Alpi di Torino devasta la Juve di Lippi, saltando i suoi giocatori come birilli, segnando una doppietta e consentendo ai salentini di prendersi tre punti fondamentali per la salvezza. È figlio della borghesia ivoriana Axel: papà professore d’inglese all’università di Abidjan e la mamma amministrativa nello stesso istituto, sette figli che vivono una vita decisamente agiata per gli standard locali. Axel si divide tra basket, tennis e calcio. A 16 anni finisce nel mirino di quella fruttuosissima rete di osservatori che spesso porta perle a Pantaleo Corvino, e dunque da Abidjan vola in Salento.
Ottimo fisico, gran controllo di palla, una buona educazione di base e una rete importante che il Lecce mette attorno a quel ragazzo di soli 16 anni che a gennaio del 2000 arriva in Italia: lo aiutano i compagni della Primavera che parlano francese, poi un giovanissimo Gino Dimitri e anche il suo padre spirituale, don Damiano. I colpi sono quelli del campione, tant’è che convince il mister Alberto Cavasin a fargli respirare area di prima squadra, magari per prendere appunti da quelli che ha davanti che sono niente male: Davor Vugrinec, Cristiano Lucarelli, Mirko Vucinic. E la prima convocazione coincide pure con l’esordio: il Lecce ospita la Juve di Carletto Ancelotti al Via del Mare: i bianconeri in mezz’ora sono avanti per 2 a 0 grazie a Pippo Inzaghi e David Trezeguet, e il Lecce chiude in dieci il primo tempo vista l’espulsione di David Balleri.
I però i salentini danno filo da torcere a Van Der Sar e compagni accorciando anche le distanze con Giorgetti: il mister allora decide di tentare il tutto per tutto buttando nella mischia i due attaccanti che ha a disposizione, l’argentino Osorio prima, e poi Konan. Il Lecce si lancerà in avanti nel tentativo di cogliere il pareggio, lasciando spazi ai bianconeri che in contropiede segneranno prima con Darko Kovacevic e poi con Gianluca Zambrotta. Axel non vedrà più il campo, ma la Juve resterà nel suo destino. I salentini sono convinti di avere materiale pregiato a disposizione, perciò, essendo Axel giovanissimo, ne dosano attentamente l’impegno anche nel campionato successivo: certo gioca di più e trova anche il primo gol quando i suoi sono in svantaggio a Venezia grazie alla prodezza (un tacco simile a un colpo dello scorpione) di Arturo Di Napoli. L’azione di Axel è bella: da destra si beve un avversario e scarica un sinistro insidioso da fuori area che complice il campo bagnato e l’incertezza di Generoso Rossi finisce in rete portando un punto ai salentini.
La squadra però rallenta e con un girone di ritorno da soli 10 punti retrocede: in cadetteria arriva Delio Rossi che lo impegna più assiduamente, lui risponde segnando due gol, uno col Siena, uno ancora contro il Venezia. La stagione successiva deve essere quella della consacrazione, a partire dall’esordio: il Lecce affronta la Lazio di Mancini all’Olimpico, con un attacco titolare niente male composto da Chevanton e Vucinic, ma termina il primo tempo sotto di tre a zero e allora Delio Rossi toglie il serbo, in una delle sue giornate no e manda dentro Axel. Dopo cinque minuti il giovane ivoriano si infila tra Mihajlovic e Couto e trafigge Peruzzi di testa: il Lecce perde 4 a 1, ma Rossi sa di avere un attaccante valido da alternare a Chevanton e Vucinic (più un altro giovane promettente, Valeri Bojinov). A Dicembre Konan ritrova la Juventus: al Via del Mare arriva la squadra di Lippi: Chevanton mette un cross insidioso e Axel ancora una volta mostra di essere uomo d’area, fregando Ciro Ferrara e Mark Iuliano, infilando Buffon. Un vantaggio che dura fino all’87esimo, quando pareggerà Trezeguet.
Axel segnerà ancora all’Ancona, e poi un preziosissimo gol all’ultimo minuto contro la Samp, che porterà un punto importante ai salentini. Il 25 Aprile c’è la trasferta al Delle Alpi: i bianconeri vanno subito in vantaggio con Trezeguet e la gara sembrerebbe segnata, ma i salentini si esaltano contro la Juve e pareggiano con Franceschini. E poi c’è Axel che ha la Juve nel destino: prende palla a centrocampo saltando Zambrotta e Legrottaglie, si allarga fino ad arrivare all’altezza della lunetta e scarica un sinistro meraviglioso che si infila all’incrocio alla sinistra di Buffon. Dopo un quarto d’ora Axel si ripete: riceve palla al limite d’area e manda gambe all’area Mark Iuliano, gli si pone davanti Legrottaglie e Konan salta anche lui, presentandosi solo davanti a Buffon e infilandolo di sinistro sul primo palo. È praticamente nata una stella: tra titoli e approfondimenti sul ragazzo di Abidjan. La strada sembrerebbe spianata, anche perché Zeman, nel frattempo arrivato sulla panchina giallorossa, è uno che valorizza notoriamente gli attaccanti, ma la stagione di Axel è altalenante: sei gol, come in quella precedente, con una doppietta al Palermo e un acuto importante contro il Milan. Rossoneri che diventeranno la vittima preferita di Konan nella stagione successiva, quando segnerà sia a San Siro che al Via Del Mare. Passerà al Torino, giocando di fatto una stagione anonima, con sole cinque presenze senza gol e contraddistinta da un infortunio che ne funesterà anche la stagione successiva, quella del ritorno al Lecce in B, passata quasi tutta lontana dal campo.
Ormai maturo si mette a disposizione di De Canio, coi giallorossi di nuovo in A, ma il tempo di Axel pare ormai passato: non ha più quella sfrontatezza di un tempo, il dribbling veloce e la capacità d’inserimento. Il revival arriva ancora una volta a Torino contro la Juve però, quando ancora una volta contro Buffon porta in vantaggio i suoi: finirà 2 a 2, sarà il suo ultimo gol in Italia. Lascerà il Lecce e passerà al Bellinzona, dove resterà una sola stagione, riproverà a partire dalla C, in un Sorrento inguaiatissimo dove timbrerà poche presenze senza gol, coi campani che retrocederanno dopo i playout. L’unico “effetto Konan” per il Sorrento in quella stagione è magari rintracciabile nel non essere retrocesso direttamente in Seconda Divisione: da ultima in classifica ci andò la Carrarese, di proprietà della sua vittima preferita Gigi Buffon.