La Chiesa abbraccia tutti dagli ultimi agli animali. Eppure non è così. Ad un uomo con il suo cane è accaduto qualcosa di incredibile. Secondo quanto riporta Il Gazzettino, il 48enne Mirco Zangirolami – nuovo della zona – stava passeggiando con il suo amico a quattro zampe Toni, provvisto di museruola, nei pressi della chiesa di San Pietro Viminario, in provincia di Padova. Una volta che Mirco ha visto le porte aperte è entrato per ammirarne la bellezza. Ma nel silenzio e nella quiete del luogo sacro, dove si stava anche celebrando la messa, si è levato un grido all’improvviso.
“Non sono un assiduo praticante, ma mi era già capitato di andare in chiesa con il cane, – ha affermato Mirco – rimanendo giusto il tempo di dire una preghiera ai miei cari defunti. Sulla porta della chiesa non ci sono cartelli che vietano l’ingresso agli animali. L’animale non poteva dare fastidio a nessuno, anche perché non c’era molta gente. Ma non appena mi sono accomodato, il celebrante don Roberto Pressato mi ha intimato al microfono di andarmene, alzando un braccio e indicandomi l’uscita. Mi ha gridato di uscire immediatamente e che non potevo rimanere”.
Il sacerdote ha citato addirittura l’Apocalisse: “Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali”. Così l’uomo una volta che si sono calmati gli animi ha tentato di dialogare con l’uomo di chiesa: “Quando don Roberto è uscito, ho cercato di avvicinarlo per chiarire, ma lui mi ha evitato. Ci tenevo a sottolineare che Toni non aveva disturbato e che San Francesco amava gli animali, di conseguenza non riuscivo a capire un comportamento simile. Ma lui ha soltanto ribadito la sua posizione, citando ancora una volta l’Apocalisse che, secondo me, era proprio fuori contesto”.
Il sacerdote non ha rilasciato dichiarazioni, ma è intervenuto don Matteo Fornaserio: “In un luogo di culto non servono cartelli. È il buonsenso che dovrebbe guidare la persona a non far entrare gli animali in chiesa, perché ci sono stati casi in cui i cani hanno sporcato. Ciononostante c’è stato un eccesso di zelo da parte di don Roberto, che avrebbe potuto gestire la situazione in una maniera diversa. Spero che i due si chiariscano”. Da qui l’augurio di stringersi un segno di pace con le mani e con le zampine del povero cane Toni.