di Giorgio Boratto
Benito Mussolini, dopo che era caduto il suo governo nel luglio del 1943, era a capo di un governo fantoccio voluto da Adolf Hitler, che durò dal 1943 al 1945, per fermare l’avanzata delle truppe alleate. Quel governo presiedeva i territori in mano ai tedeschi con il nome di Repubblica Sociale Italiana (RSI) conosciuta anche come Repubblica di Salò.
La Repubblica di Salò nacque dopo l’armistizio diventato pubblico l’8 settembre 1943, data che diede avvio anche alla Resistenza. Benito Mussolini era andato a Milano il 18 aprile 1945 per sfuggire alla disfatta della Repubblica Sociale e cercava di concordare una resa condizionata con i partigiani, con la mediazione del cardinale Ildefonso Schuster, ma si accorse che non c’era più nulla da fare: il comando nazista si era già arreso senza condizioni; fuggito prima a Como, fu catturato il 27 aprile mentre fuggiva verso la Svizzera mascherato con un cappotto da soldato tedesco. Venne riconosciuto dai partigiani e ucciso il giorno dopo, sabato 28 aprile. Una curiosità: insieme a Benito Mussolini, quando venne arrestato quel 27 aprile 1945, viaggiava anche una sua figlia illegittima, Elena Curti – morta a 99 anni il 17 gennaio 2022. Elena Curti faceva parte allora della segreteria di Alessandro Pavolini. Benito Mussolini fu ucciso insieme alla sua amante Claretta Petacci, ritenuta una fervente fascista.
Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLN-AI) diramerà un comunicato in cui affermerà che “la fucilazione di Mussolini e complici, da esso ordinata, è la conclusione necessaria di una fase storica che lascia il nostro paese ancora coperto di macerie materiali e morali, è la conclusione di una lotta insurrezionale che segna per la Patria la premessa della rinascita e della ricostruzione. Il popolo italiano non potrebbe iniziare una vita libera e normale – che il fascismo per venti anni gli ha negato – se il Clnai non avesse tempestivamente dimostrato la sua ferrea decisione di saper fare suo un giudizio già pronunciato dalla storia”.
Il 29 aprile i corpi di Mussolini, Petacci e Alessandro Pavolini, segretario del Partito Fascista Repubblicano, Nicola Bombacci, Achille Starace e Attilio Teruzzi, con altri gerarchi fascisti fermati insieme a Mussolini nella colonna tedesca che doveva raggiungere la Svizzera, verranno esposti e appesi alla tettoia del distributore di benzina Esso in piazzale Loreto a Milano. Piazzale Loreto non fu un luogo scelto a caso: in quel posto il 10 agosto 1944 fu compiuta una strage nazifascista. Quindici partigiani furono fucilati da militi del gruppo Oberdan della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti della Rsi, per ordine del comando di sicurezza nazista, e i loro cadaveri vennero oltraggiati ed esposti al pubblico.
Finisce così definitivamente una storia ventennale.