“Caro Franco Di Mare, la tua denuncia su come la Rai ti abbia lasciato solo è senza appello“. Ed è “ripugnante” che le mail restino senza risposta. Dopo l’intervista a “Che tempo che fa” dello storico giornalista di viale Mazzini, nella quale ha rivelato di avere una malattia terminale e di aver chiesto (senza successo) aiuto all’azienda, a intervenire in suo sostegno è stato il responsabile Informazione e cultura della segreteria Pd Sandro Rutolo. Poco dopo ha parlato in suo sostegno anche Vittorio Di Trapani, presidente del sindacato dei giornalisti Fnsi: “La sua denuncia merita una risposta. Immediata. Chiara”, ha scritto su Twitter. “Lavoratrici e lavoratori dedicano la vita alla loro azienda, hanno il diritto di averla accanto – prima di tutto umanamente – quando è necessario”.
Di Mare ha infatti rivelato di aver contratto un mesotelioma, una forma di tumore legata all’amianto, e di aver chiesto alla dirigenza Rai il suo stato di servizio, ovvero “l’elenco dei posti dove sono stato. Perché così posso provare a chiedere alle associazioni di categoria che cosa si può farè. Sono spariti tutti”, ha detto. “Tutta la Rai, tutti i gruppi dirigenti. Non parlo di quelli attuali, ma di quelli precedenti”, ha aggiunto, “se io posso arrivare a capire che possono esistere delle ragioni legali o sindacali quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Queste persone a cui parlavo dando del tu sono sparite, si sono negate al telefono come se fossi un questuante. Io davanti a un tale atteggiamento trovo un solo aggettivo: è ripugnante”.
Il primo a esprimersi sul fronte politico è stato il dem Ruotolo: “Caro Franco Di Mare, hai raccontato in Tv che sei malato, che hai contratto un tumore da cui non si guarisce, il mesotelioma, il tumore di chi respira amianto”, si legge in una nota. “Tu che sei stato nei teatri di guerra per la Rai, di amianto ne hai respirato tanto. La tua denuncia su come la Rai ti abbia lasciato solo è senza appello. La tua amarezza è la nostra amarezza. Il tuo lavoro da inviato come quello di tanti altri inviati di guerra è il servizio pubblico. Le tue dirette, le tue inchieste sono state le prove che non possono essere contestate. Caro Franco, ti siamo vicini, te lo dico a nome della comunità del Partito democratico che rappresento come responsabile informazione e cultura. Hai detto che la Rai non risponde neanche alle tue e-mail. Si, è ripugnante”.