Come rimediare a estati siccitose e a inverni miti? Semplice, creando un ghiacciaio in montagna. È quanto fanno in Kirghizistan, nazione dell’Asia centrale alle prese con il cambiamento climatico. Situato sulla Via della Seta, il Kirghizistan è un Paese molto montagnoso, con un’altitudine media di circa 2.700 metri e un elevato numero di ghiacciai naturali. Come può dunque trovarsi a secco di acqua? Pur essendo tra i Paesi a più bassa impronta di carbonio (produce soltanto lo 0,03% del gas serra globale), si ritrova tra quelli che hanno risentito maggiormente del riscaldamento globale, al punto da vedersi costretto a rifornirsi di acqua tramite ghiacciai letteralmente fatti in casa: finora sono 24 e ce ne sono altri in progettazione. Perché l’idea è semplice e funzionale.

Caldo e siccità – Il destino dei 6.500 ghiacciai del Kirghizistan, estesi su una superficie di oltre 8.000 chilometri quadrati e contenenti qualcosa come 650 chilometri cubi di acqua, sembra segnato. Già ridotti del 15% negli ultimi 50 anni – come reso noto da uno studio del 2018-19 del Central Asian Institute of Applied Geosciences – secondo gli esperti rischiano di dimezzarsi entro il 2050 e perfino di scomparire per fine secolo.

Del resto, nell’ultimo ventennio le temperature medie del Paese sono salite di 1,3 gradi (dati Fondo Monetario Internazionale, 2023). L’inverno comincia sempre più tardi, primavera ed estate anticipano; si riducono i giorni freddi (da 95 a 71) e aumentano quelli caldi (da 145 a 154). L’escursione termica è enorme (si va da -40° a +40°), l’estate è punteggiata da picchi di calore estremi. In inverno le precipitazioni scarseggiano e non nevica abbastanza per rigenerare i ghiacciai.

Così le falde si abbassano, le sorgenti si prosciugano. I periodi siccitosi si presentano circa ogni due anni, contro la precedente media di cinque-sei anni, come riferisce il ministero kirghizo dell’Agricoltura, che denuncia pure la drastica riduzione della portata dei fiumi: per esempio il flusso dell’Alamudun, che scorre nella parte settentrionale della nazione, è passato dai precedenti 18-20 metri cubi al secondo ai 5 metri cubi dello scorso maggio.

Per un Paese come questo, privo di sbocchi sul mare e dipendente dai ghiacciai per l’approvvigionamento di acqua, è il disastro. Popolato per il 65% da agricoltori e allevatori, il Kirghizistan deve quindi fare i conti con una carenza idrica che mette a rischio non solo i mezzi di sussistenza, ma anche la produzione idroelettrica. E in agguato ci sono le tensioni sociali.

Così, per quanto possa sembrare peregrina, l’idea di un ghiacciaio fai-da-te è invece una soluzione pratica e immediata, oltre che relativamente costosa.

Chi fa da sé… – Le prime realizzazioni risalgono al 2014, nell’Himalaya indiano, e dato che la formula funziona è stata imitata anche in altre parti del mondo, come appunto nel vicino Kirghizistan, dove l’introduzione è stata promossa da Abdilmalik Egemberdiyev, a capo dell’associazione locale dei pastori. Nel 2022, per esempio, un ghiacciaio artificiale fu realizzato in un’area remota del Žalal-Abad, nel sud-ovest del Paese, con l’assistenza tecnica della FAO e i fondi dell’ONU. Più di recente e sempre con fondi ONU, ne è stato realizzato uno dagli abitanti di Syn-Tash, un villaggio del nord, nella catena di Tian Shan, che accoglie la cima più alta del Paese (7439 metri). Il lavoro è iniziato in autunno ed è durato un paio di settimane.

I residenti hanno reindirizzato l’acqua proveniente da una sorgente montana a circa 3 chilometri di distanza, sistemando delle tubature sotterranee che funzionano senza energia elettrica. Sgorgando dal terreno l’acqua si è congelata, formando accumuli di ghiaccio che nel picco dell’inverno erano alti 12 metri; a inizio marzo, il ghiacciaio del villaggio aveva una lunghezza di 20 metri e un’altezza di 5. Un buon risultato ottenuto con tecnologie piuttosto semplici e con una spesa relativamente bassa: circa 5.600 euro.

Un circolo virtuoso – Così, l’estate che verrà sarà più tranquilla per contadini e pastori, che potranno irrigare i campi, nutrire e abbeverare gli animali. Ma i vantaggi del ghiacciaio artificiale non si fermano qui e già non sarebbe poco. Come spiega Aidos Yzmanaliyev, un portavoce degli agricoltori di Syn-Tash, “il ghiacciaio aiuta anche ad abbassare la temperatura ambientale e a creare umidità. Si aiuta così la vegetazione circostante, che serve poi da pascolo dalla primavera all’autunno”. In più, i pascoli contribuiscono a frenare l’erosione dei suoli.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Obsolescenza programmata, novità in Ue: non converrà buttar via ciò che non funziona più

next
Articolo Successivo

Acqua del lago Bianco per fare neve artificiale: stop ai lavori dopo il dietrofront del Comune

next