Oggetti, carte, testi, reperti: fino al 29 settembre al Palazzo Ducale l'esposizione che restituisce l'avventuroso Duecento dell'esploratore veneto per ripercorrere la geografia fisica, politica e umana ma anche l'inclusività culturale del viaggio
In questi giorni Venezia si avvia a diventare l’ombelico del mondo artistico: con la 60esima Biennale internazionale d’arte e in ogni angolo della città lagunare sbocciano iniziative che hanno a che fare con la cultura (arte in particolare). Il sontuoso Palazzo Ducale non sfugge alla regola, ma in questo caso la Fondazione dei Musei Civici di Venezia, come si dice, si è portata avanti col lavoro e già da inizio aprile si può visitare la mostra “I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento” che proseguirà fino al 29 settembre. Curata dalla direttrice scientifica della Fondazione Musei Civici di Venezia, Chiara Squarcina, e dall’esperto islamista fiorentino, Giovanni Curatola, la mostra è l’evento di punta delle celebrazioni legate al 700esimo anniversario della morte del mercante viaggiatore, pensata per celebrare, ripensare e raccontare non solo Marco Polo, ma anche il suo tempo, la sua vita, la sua opera, il viaggio che compì, le informazioni che riportò, l’esempio che diede e la sua eredità.
In sede di presentazione della mostra, Curatola parte dalla figura stessa di Marco Polo di cui manca la certezza delle sue origini: “Forse era originario dell’attuale Dalmazia – dice – di sicuro partì verso Oriente all’età di 17 anni, mosso da interessi sani”. Ma anche di natura commerciale, ovviamente, e senza alcuna preclusione o pregiudizio. E questo nella mostra si percepisce, perché nelle 12 sale i circa 300 oggetti esposti creano suggestioni e affermano un’imparzialità di fondo nei confronti del nuovo con cui via via Marco Polo veniva a contatto.
La mostra cerca di testimoniare tutto ciò attraverso tanti oggetti, a cominciare dal testamento di Marco Polo custodito alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e che fa bella mostra di sé nella sala d’esordio del percorso espositivo. A seguire vi sono opere provenienti dalle collezioni veneziane, dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee, fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar e Canada. Opere d’arte, reperti, manufatti e incursioni nell’opera letteraria del mercante veneziano per ripercorrere la geografia fisica, politica e umana dei suoi incontri in Asia, al centro de Il Milione, la testimonianza scritta del suo viaggio. Non ultimo, per ricordare il valore di inclusività culturale del viaggio, l’apertura, la curiosità verso la conoscenza e verso ciò che è altro da noi, di grande rilevanza ancora ai giorni nostri.
Una mostra articolata in diverse sezioni, a partire dall’illustrazione della realtà cittadina e mercantile veneziana, il ruolo del viaggio nella cultura commerciale veneta, prima e dopo l’esperienza di Marco Polo. Ampio spazio alla cartografia e all’illustrazione di come i racconti e gli itinerari dei mercanti abbiano influenzato e determinato questa scienza. Polo e i suoi attraversarono regni e potentati politici e militari organizzati in modi diversi e mondi culturali, artistici e religiosi difformi tra loro, in un momento storico nel quale l’Asia era più o meno tutta sotto il controllo di varie dinastie mongole, nell’epoca della pax mongolica, che permise di viaggiare in modo sicuro lungo contrade e strade fino ad allora poco note.
Delle diverse fedi e culti religiosi rende conto il bellissimo testo di Polo, raccontando di popolazioni cristiane nelle varie declinazioni, compresa quella nestoriana, del culto e dei misticismi dell’Islam, dei cinesi confuciani, buddhisti, taoisti, dell’induismo in India. Parte del percorso è dedicata alla straordinaria diffusione multilingue del Milione e anche al “mito” di Marco Polo fra Ottocento e Novecento, fino alle suggestioni della figura del mercante e della sua avventura nell’arte contemporanea.
Di particolare interesse appare infatti Dissolto in mille immagini. Le incerte fortune iconografiche di Marco Polo nell’epoca moderna dove per la prima volta Arabella Cifani presenta i risultati di una sorta di esplorazione che nessuno aveva mai compiuto prima, a conferma del fatto che intorno a queste figure così importanti della nostra storia esistono delle aree ancore tutte da indagare.
Allestita nelle sale dell’Appartamento del Doge (dove le soluzioni illuminotecniche non rendono agevole la fruizione degli oggetti e delle relative didascalie), la mostra regala una gradita sorpresa prima dell’ingresso: il visitatore, infatti, viene accolto da un’opera contemporanea dell’artista italoamericano Lorenzo Quinn che ha ricreato la figura di Marco Polo (a grandezza naturale e nell’atto di leggere un documento) utilizzando una fitta maglia metallica; ma non è tutto. Se si scansiona un codice QR alla base della statua metallica, si ottiene un’app che, puntando lo smartphone verso la figura, restituisce un’immagine di realtà aumentata e il mercante viaggiatore appare in abiti del XIII secolo e racconta di se stesso e dei suoi viaggi. Come dire che, anche se son trascorsi sette secoli dalla sua scomparsa, Marco Polo sa bene come stare al passo coi tempi e si conferma una delle “Anime” più amate della Serenissima.
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INFO MOSTRA
I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento
Dove | Appartamento del Doge, Palazzo Ducale, Venezia
Quando | Fino al 29 settembre
Orari | Tutti giorni ore 9-19 (ultimo ingresso ore 18). Dal 1° maggio: sab e dom 9-23 (ultimo ingresso ore 22)
Biglietti | Intero 13 euro, ridotto 9 euro
Web | www.palazzoducale.visitmuve.it