“Non ci fermiamo ad Amadeus“, ha assicurato Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, in un’intervista al Corriere della Sera. Dopo Maurizio Crozza e Fabio Fazio, il colosso americano ha strappato al servizio pubblico il suo volto di punta. Non solo intrattenimento, per il quotidiano Repubblica l’informazione avrà il marchio Cnn “equilibrata e presente sia sul piccolo schermo e sia sul web”.
Una stagione cruciale per Nove e per l’intero gruppo, senza l’intenzione di lanciare un vero e proprio telegiornale: “Per il momento punterà ad un’informazione sperimentale, organizzata in pillole e spazi veloci“, spiega il giornalista Aldo Fontanarosa. Una collaborazione con Cnn è già in essere con pillole di informazione quotidiane e con gli inviati presenti nella finestra sull’attualità a “Che tempo che fa”.
Un lavoro però da ampliare e rafforzare: “Il casting per il direttore dell’informazione è già partito e conduce, come identikit, a un professionista esperto senza essere in età da pensione, conoscitore della tv, di Internet e dell’intelligenza artificiale applicata al giornalismo. Indipendente, capace di condurre anche trasmissioni di approfondimento”, continua Repubblica. Piace Giovanni Floris ma il giornalista è ancora sotto contratto con La7, rumors avevano raggiunto anche Enrico Mentana in scadenza contrattuale.
Fiorello a “Viva Rai2” aveva lanciato una “bomba” con il sorriso: “La Warner sta trattando per acquistare il polo giornalistico de La7. Mentana ha già il cartellino con la scritta ‘scontato del 20%’, è già in partenza. Appena si comprano l’informazione hanno fatto già il terzo polo: Rai1, Canale 5 e il Nove“. Ipotesi che cambierebbe gli equilibri dell’intero sistema televisivo e informativo, non a caso, a stretto giro, La7 aveva smentito la notizia, seppur con toni amichevoli e via social: “Caro Fiore, noi stiamo bene qui. Abbiano anche un bel divano e per te c’è sempre posto…”, il commento sull’account X della rete di proprietà di Urbano Cairo.
I programmi di inchiesta e gli approfondimenti arriveranno, con tempi ancora da stabilire, su Discovery. Titoli che non faranno sconti ai colossi industriali ma che nello stesso tempo non dovranno entrare in rotta di collisione – sistematicamente – con aziende che sono tra i maggiori investitori pubblicitari del Paese. Da una parta la tv in chiaro con i volti popolari (Crozza-Fazio-Amadeus), dall’altra l’arrivo dell’informazione e per finire l’offerta a pagamento con la piattaforma Max pronta a sfidare Netflix. Discovery, già terza forza della nostra televisione per gli ascolti nelle 24 ore, si prepara per la rivoluzione.