Snobbata perché troppo cara, negletta per essere l’autostrada delle promesse non mantenute, osservata speciale per rischio di crolli e inquinamento. In una parola, malata ancor prima di nascere. Così appare la Pedemontana Veneta, che non è neppure stata inaugurata definitivamente (appuntamento nel mese di maggio a Montecchio Maggiore), o meglio lo è già stata una decina di volte con tagli ufficiali del nastro, discorsi ed applausi ad ogni nuovo stato di avanzamento. È la più importante opera stradale cantierata d’Italia, con un costo apparente di 2,3 miliardi di euro e un esborso reale di 12 miliardi, sotto forma di canone di disponibilità versato dalla regione Veneto alla Sis (gruppo Dogliani di Torino), che l’ha costruita e la gestirà per 39 anni. Quei soldi dovrebbero arrivare dai pedaggi, la cui entità costituisce il grande punto interrogativo e l’incubo di SPV. Perché solo una cosa è certa: la Regione li sborserà sotto forma di rate, ma non sa quanto recupererà. Si comincia da 186 milioni con la prima rata completa riferita al 2024, si arriverà dopo 38 anni a 435 milioni di euro e si chiuderà al 39° anno con 332 milioni. La media comunque è di 300 milioni all’anno.
“Si incasseranno 80 milioni all’anno” – L’incognita è costituita da flussi di traffico e pedaggi. L’ultima denuncia arriva dal consigliere regionale dem Andrea Zanoni, candidato alle Europee, che ha ottenuto i dati degli incassi dei primi due mesi del 2024, dopo che l’arteria di 96 chilometri (da Spresiano con la A27 a Montecchio Maggiore con la A4) è stata virtualmente conclusa, anche se manca il cruciale innesto nella A4 a ovest di Vicenza che dovrebbe avvenire nella prima decade di maggio. “La Pedemontana si conferma un pozzo senza fondo. – dichiara Zanoni – A gennaio le entrate da pedaggio sono state pari inferiori di poco ai 7 milioni al mese, a febbraio ancora meno, 6,2 milioni di euro. In totale fanno 13 milioni 128 mila euro. Il che significa nemmeno 80 milioni di euro all’anno, quando ne dovranno essere versati a Sis in media 300 all’anno. Se la tendenza si confermerà nei prossimi mesi, il buco creato dalla Pedemontana annualmente per i prossimi 39 anni ammonterà a 220 milioni, più di 8 miliardi di euro in totale”. Dalla sua, Zanoni ha innanzitutto i dati riferiti al 2023, con 63 milioni di incassi, ma anche le previsioni in negativo nel bilancio della Regione Veneto: 29, 1 milioni nel 2023, 19,2 milioni nel 2024 e 17,3 milioni nel 2025. In totale fanno 65 milioni di euro.
“I dati sono parziali” – Non si è fatta attendere la replica della giunta regionale. “Si stanno dando numeri parziali, non considerando che l’opera non è ancora collegata con l’autostrada A4, una delle più congestionate d’Italia. Il consigliere Zanoni, in piena corsa elettorale, agita numeri che hanno un senso alquanto limitato. Solo a valle dell’interconnessione con A4 potranno essere condotte le valutazioni complessive”. Da Venezia si spiega che i flussi di traffico sono in forte crescita: “A fronte di 8.900 transiti nel gennaio 2023 e di 11.750 nel gennaio 2024 (traffico medio giornaliero) si è passati a marzo 2024 a 14.150 transiti, con un aumento negli ultimi due mesi di oltre il 20 per cento. Se rapportato ai mezzi pesanti, l’incremento è stato del 26,8 per cento nel mese di aprile. Inoltre, si sta assistendo ad un ulteriore incremento dei traffici rispetto a marzo di un ulteriore 8 per cento”.
Secondo la Regione, un’opera di questo genere ha bisogno di anni di avviamento prima di rendere. Replica di Zanoni: “Anche l’apertura del nuovo tratto, a sud di Malo, non ha aumentato il traffico. Propongo che si crei un tavolo con la concessionaria Sis per richiedere almeno il dimezzamento del canone che la Regione dovrà pagare e investire le risorse risparmiate nella sanità pubblica”. Operazione impossibile, considerando la convenzione in essere. In ogni caso la Corte dei Conti ha già indicato alcuni anni fa che il mancato innesto in A4 aveva prodotto una incidenza negativa del 13 per cento sui flussi, tutto sommato contenuta.
Si corre ai ripari – La Regione nega criticità, eppure corre ai ripari. Il dirigente Marco d’Elia, subentrato all’ingegnere Elisabetta Pellegrini, come responsabile del procedimento ha investito 22.500 euro per dare un incarico allo studio “Trt Trasporti e territorio” di Milano di aggiornare “il modello di traffico e le analisi tariffarie relativi all’opera Spv”. Si tratta di “simulazioni del modello per incrementare l’utilizzo della Pedemontana per le brevi percorrenze, attraverso una adeguata modulazione tariffaria”. Si vorrebbe incentivare il traffico locale, senza far calare gli incassi complessivi. È stata poi lanciata una campagna pubblicitaria (affidata a Shado per 46 mila euro) per incentivare l’uso della Pedemontana.
Promesse tradite – Il discorso delle tariffe da ridurre richiama le promesse tradite. La denuncia è del Comitato contro la Pedemontana, Pfas.Land, Cilsa, comitati No-Tav e a difesa del territorio che hanno tenuto un sit-in a Montecchio. “Prima dei lavori avevano promesso che i residenti in 70 Comuni delle province di Vicenza e Treviso non avrebbero pagato. Invece pagano tutti e solo ora parlano di ridurre le tariffe della superstrada più cara d’Italia, forse perché siamo in campagna elettorale” spiega Massimo Follesa. Comunque l’ipotesi viene considerata come un’ammissione della Regione che i conti non tornano.
“Vogliono estendere il modello Pedemontana a tutto il Veneto, facendo pagare una tariffa unica, come vorrebbe fare il ministro Matteo Salvini anche in Italia. Così non si capirà più quanto SPV ci costerà. L’opera è già un fallimento”. Follesa elenca gli altri punti aperti e già oggetto di osservazioni della Corte dei Conti: 20 milioni di Iva che Sis deve restituire alla Regione; penali da 25 mila euro al mese per i ritardi di costruzione mai applicate; la mancata trasformazione della superstrada in autostrada. “E come la mettiamo con le opere complementari? Avrebbero dovuto costruire 68 chilometri di strade, ne hanno fatte solo per 23 chilometri, la parte mancante, a carico di Sis, vale 500 milioni di euro. La Regione non vuole concedere mitigazioni pattuite, come è accaduto a San Zenone degli Ezzelini, dove è stata condannata tre volte e non ha ancora fatto eseguire lavori per 5 milioni di euro. Come non bastasse, Sis ha chiesto un adeguamento della spesa – per Covid e aumento costi – per altri 360 milioni di euro”.
Pfas e grandi opere – La Pedemontana si innesta in A4 proprio a Montecchio Maggiore da dove è partito il più grande inquinamento da Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) d’Italia. “La falda corre qui, nel sottosuolo e viene tagliata dai cantieri della Tav e di Spv. Arpav ha scoperto dati allarmanti di nuove contaminazioni di cui nessuno parla” spiega Alberto Peruffo di Pfas.land. “’Non siamo zone di sacrificio’, questo il nostro slogan. Qui si persegue un modello di sviluppo, economico, industriale, trasportistico superato che danneggia non solo l’ambiente, ma anche la salute dei cittadini”.
Economia & Lobby
“Pedemontana Veneta un pozzo senza fondo”. Dai pedaggi (per ora) 80 milioni l’anno. La Regione ne pagherà in media 300 per due decenni
Snobbata perché troppo cara, negletta per essere l’autostrada delle promesse non mantenute, osservata speciale per rischio di crolli e inquinamento. In una parola, malata ancor prima di nascere. Così appare la Pedemontana Veneta, che non è neppure stata inaugurata definitivamente (appuntamento nel mese di maggio a Montecchio Maggiore), o meglio lo è già stata una decina di volte con tagli ufficiali del nastro, discorsi ed applausi ad ogni nuovo stato di avanzamento. È la più importante opera stradale cantierata d’Italia, con un costo apparente di 2,3 miliardi di euro e un esborso reale di 12 miliardi, sotto forma di canone di disponibilità versato dalla regione Veneto alla Sis (gruppo Dogliani di Torino), che l’ha costruita e la gestirà per 39 anni. Quei soldi dovrebbero arrivare dai pedaggi, la cui entità costituisce il grande punto interrogativo e l’incubo di SPV. Perché solo una cosa è certa: la Regione li sborserà sotto forma di rate, ma non sa quanto recupererà. Si comincia da 186 milioni con la prima rata completa riferita al 2024, si arriverà dopo 38 anni a 435 milioni di euro e si chiuderà al 39° anno con 332 milioni. La media comunque è di 300 milioni all’anno.
“Si incasseranno 80 milioni all’anno” – L’incognita è costituita da flussi di traffico e pedaggi. L’ultima denuncia arriva dal consigliere regionale dem Andrea Zanoni, candidato alle Europee, che ha ottenuto i dati degli incassi dei primi due mesi del 2024, dopo che l’arteria di 96 chilometri (da Spresiano con la A27 a Montecchio Maggiore con la A4) è stata virtualmente conclusa, anche se manca il cruciale innesto nella A4 a ovest di Vicenza che dovrebbe avvenire nella prima decade di maggio. “La Pedemontana si conferma un pozzo senza fondo. – dichiara Zanoni – A gennaio le entrate da pedaggio sono state pari inferiori di poco ai 7 milioni al mese, a febbraio ancora meno, 6,2 milioni di euro. In totale fanno 13 milioni 128 mila euro. Il che significa nemmeno 80 milioni di euro all’anno, quando ne dovranno essere versati a Sis in media 300 all’anno. Se la tendenza si confermerà nei prossimi mesi, il buco creato dalla Pedemontana annualmente per i prossimi 39 anni ammonterà a 220 milioni, più di 8 miliardi di euro in totale”. Dalla sua, Zanoni ha innanzitutto i dati riferiti al 2023, con 63 milioni di incassi, ma anche le previsioni in negativo nel bilancio della Regione Veneto: 29, 1 milioni nel 2023, 19,2 milioni nel 2024 e 17,3 milioni nel 2025. In totale fanno 65 milioni di euro.
Secondo la Regione, un’opera di questo genere ha bisogno di anni di avviamento prima di rendere. Replica di Zanoni: “Anche l’apertura del nuovo tratto, a sud di Malo, non ha aumentato il traffico. Propongo che si crei un tavolo con la concessionaria Sis per richiedere almeno il dimezzamento del canone che la Regione dovrà pagare e investire le risorse risparmiate nella sanità pubblica”. Operazione impossibile, considerando la convenzione in essere. In ogni caso la Corte dei Conti ha già indicato alcuni anni fa che il mancato innesto in A4 aveva prodotto una incidenza negativa del 13 per cento sui flussi, tutto sommato contenuta.
Si corre ai ripari – La Regione nega criticità, eppure corre ai ripari. Il dirigente Marco d’Elia, subentrato all’ingegnere Elisabetta Pellegrini, come responsabile del procedimento ha investito 22.500 euro per dare un incarico allo studio “Trt Trasporti e territorio” di Milano di aggiornare “il modello di traffico e le analisi tariffarie relativi all’opera Spv”. Si tratta di “simulazioni del modello per incrementare l’utilizzo della Pedemontana per le brevi percorrenze, attraverso una adeguata modulazione tariffaria”. Si vorrebbe incentivare il traffico locale, senza far calare gli incassi complessivi. È stata poi lanciata una campagna pubblicitaria (affidata a Shado per 46 mila euro) per incentivare l’uso della Pedemontana.
Promesse tradite – Il discorso delle tariffe da ridurre richiama le promesse tradite. La denuncia è del Comitato contro la Pedemontana, Pfas.Land, Cilsa, comitati No-Tav e a difesa del territorio che hanno tenuto un sit-in a Montecchio. “Prima dei lavori avevano promesso che i residenti in 70 Comuni delle province di Vicenza e Treviso non avrebbero pagato. Invece pagano tutti e solo ora parlano di ridurre le tariffe della superstrada più cara d’Italia, forse perché siamo in campagna elettorale” spiega Massimo Follesa. Comunque l’ipotesi viene considerata come un’ammissione della Regione che i conti non tornano.
“Vogliono estendere il modello Pedemontana a tutto il Veneto, facendo pagare una tariffa unica, come vorrebbe fare il ministro Matteo Salvini anche in Italia. Così non si capirà più quanto SPV ci costerà. L’opera è già un fallimento”. Follesa elenca gli altri punti aperti e già oggetto di osservazioni della Corte dei Conti: 20 milioni di Iva che Sis deve restituire alla Regione; penali da 25 mila euro al mese per i ritardi di costruzione mai applicate; la mancata trasformazione della superstrada in autostrada. “E come la mettiamo con le opere complementari? Avrebbero dovuto costruire 68 chilometri di strade, ne hanno fatte solo per 23 chilometri, la parte mancante, a carico di Sis, vale 500 milioni di euro. La Regione non vuole concedere mitigazioni pattuite, come è accaduto a San Zenone degli Ezzelini, dove è stata condannata tre volte e non ha ancora fatto eseguire lavori per 5 milioni di euro. Come non bastasse, Sis ha chiesto un adeguamento della spesa – per Covid e aumento costi – per altri 360 milioni di euro”.
Pfas e grandi opere – La Pedemontana si innesta in A4 proprio a Montecchio Maggiore da dove è partito il più grande inquinamento da Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) d’Italia. “La falda corre qui, nel sottosuolo e viene tagliata dai cantieri della Tav e di Spv. Arpav ha scoperto dati allarmanti di nuove contaminazioni di cui nessuno parla” spiega Alberto Peruffo di Pfas.land. “’Non siamo zone di sacrificio’, questo il nostro slogan. Qui si persegue un modello di sviluppo, economico, industriale, trasportistico superato che danneggia non solo l’ambiente, ma anche la salute dei cittadini”.
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Roma, 11 mar (Adnkronos) - Domani, mercoledì 12 marzo alle 17.30, presso la sala stampa della Camera dei deputati – via della Missione 4 a Roma – si terrà la presentazione del libro 'Antonio Martino, interventi istituzionali'. Lo rende noto Forza Italia.
All’evento interverranno i capigruppo azzurri alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri; Stefano Benigni, vicesegretario nazionale di Forza Italia e segretario nazionale del movimento giovanile azzurro e Marco Reguzzoni, presidente dell’associazione I Repubblicani e curatore della pubblicazione.
"Si tratta di un omaggio a un importante protagonista della storia politica del nostro Paese - spiega Reguzzoni –, un grande pensatore e liberale. Un esempio per i giovani, che proprio nel libro potranno trovare spunti e riflessioni ancora attualissimi in alcuni dei suoi discorsi pronunciati in occasioni istituzionali”. Il volume vanta i contributi di due importanti esponenti di Forza Italia: Letizia Moratti - che di Martino è stata collega di governo - e il vicesegretario e segretario nazionale dei Giovani di Forza Italia Stefano Benigni.
(Adnkronos) - “Il pensiero di Martino – sottolinea Benigni - continua a ispirare chiunque creda in una società libera, dinamica e meritocratica. La sua visione rimane un pilastro per tutti coloro che, come noi, ritengono che il futuro dei giovani dipenda dalla possibilità di costruirlo liberamente, senza imposizioni. Martino – ha aggiunto – è stato uno dei grandi protagonisti della storia del nostro movimento e per questo credo che debba essere parte del nostro “album di famiglia”, quella raccolta di grandi figure, fortemente voluta anche dal nostro Segretario Nazionale, Antonio Tajani, che saranno sempre un modello e un punto di riferimento per noi e per la nostra azione politica”.
(Adnkronos) - E' stato proprio l'uomo a chiamare il 112 per soccorrere la madre. Agli agenti ha raccontato che la donna, con diverse patologie, era caduta ma l'orario indicato e alcuni elementi non hanno convinto del tutto. A insospettire i poliziotti anche alcuni interventi recenti: erano state segnalate un paio di liti dopo che il quarantottenne, consulente, era tornato a vivere a casa della madre, dopo una separazione difficile.
Altro tassello contro il figlio l'aver incassato, il giorno dopo la morte della madre, un bonifico fatto dal conto della donna al suo per una cifra di 30mila euro. Interrogato su questo aspetto ha preferito non rispondere alle domande degli inquirenti. L'autospia, disposta dalla pm Giancarla Serafini, ha infine certificato i sospetti: il medico legale ha certificato la morte per soffocamento. Per l'uomo è scattato l'arresto per omicidio e maltrattamenti.
Palermo, 11 mar. (Adnkronos) - La Polizia di Stato di Trapani ha arrestato uno stalker seriale che violava sistematicamente le prescrizioni di divieto di avvicinamento alla ex compagna. Il personale del Commissariato di P.S. di Alcamo ha dato esecuzione all’ordine di arresto emesso dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti dello stalker di nazionalità rumena, di 46 anni. Nello specifico, l’Autorità Giudiziaria, a seguito delle reiterate violazioni della misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa, ha ritenuto di dover disporre l’aggravamento della stessa con la misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere. Difatti, nonostante la prescrizione di non avvicinarsi all’ex coniuge con l’obbligo di portare con sé il dispositivo elettronico anti-stalker, il cittadino rumeno girava indisturbato per la città lasciando in più occasioni il dispositivo a casa.
Peraltro, nell’ambito di una ulteriore attività d’indagine, l’arrestato è stato raggiunto da un provvedimento cautelare che disponeva il divieto di avvicinamento alla parte offesa, con applicazione del dispositivo elettronico, poiché lo stesso veniva ritenuto responsabile di analoghe condotte persecutorie poste in essere in pregiudizio di un’altra donna con cui aveva intrattenuto una relazione sentimentale.
L’arrestato è stato quindi fermato e condotto presso gli Uffici del Commissariato di P.S. per poi essere tradotto presso la Casa Circondariale di Trapani. "La Polizia di Stato ribadisce il proprio impegno nella tutela delle vittime di stalking e violenza, invitando chiunque si trovi in situazioni analoghe a rivolgersi tempestivamente alle Forze dell’Ordine", si legge in una nota.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Il Gruppo Dolomiti Energia ha preso parte alla terza edizione di Key - The Energy Transition Expo (alla Fiera di Rimini, dal 5 al 7 marzo), l’evento di riferimento in Italia dedicato al presente e al futuro dell’energia, fra tecnologie e soluzioni per la transizione energetica, strategie per il clima e rinnovabili.
"Noi portiamo l'esperienza di una società che è focalizzata solamente sulle rinnovabili, che ha fatto e operato una scelta particolare che continuiamo a perseguire. Siamo il primo operatore di sole rinnovabili in Italia e vogliamo continuare a crescere in questo settore e a integrare la catena del valore. Quindi vogliamo essere presenti su tutti i pezzi della catena del valore del settore energia, dalla produzione all'energy management, alla commercializzazione e a tutti i nostri clienti. E a crescere in maniera coordinata fra i vari settori in modo da avere una copertura automatica all'interno del gruppo fra la produzione e il consumo", spiega Stefano Granella, Ceo di Dolomiti Energia.
In Fiera sono state presentate le soluzioni integrate che il Gruppo propone per guidare la transizione energetica di imprese, aziende energivore, pubbliche amministrazioni, enti e clienti domestici in tutta Italia. Con attenzione a efficienza energetica, forniture energetiche innovative, rinnovabili, flessibilità energetica, ottimizzazione dei consumi, uso consapevole delle risorse.
Alla lunga storia di sostenibilità del Gruppo si sono aggiunte di recente tre importanti tappe. Il Gruppo è, infatti, il primo player nazionale con un portafoglio di impianti 100% rinnovabili tra i vincitori delle aste del Capacity Market 2026 di Terna, introdotto per favorire la decarbonizzazione e assicurare la stabilità del sistema elettrico italiano.
Inoltre, in ottica di diversificazione ulteriore della produzione rinnovabile e per consolidare la propria posizione tra le grandi multiutility italiane (il Gruppo è quarto produttore italiano di energia idroelettrica), il Gruppo ha di recente perfezionato una partnership strategica con il Gruppo Ivpc, attivo nel settore delle energie rinnovabili in Italia, per ampliare la generazione da eolico e fotovoltaico. La prima iniziativa di successo nata da questa partnership è la recente messa in esercizio di un nuovo impianto fotovoltaico ad Apricena in Puglia.
Infine, il Gruppo ha dato vita al progetto Renewability, prima community remota di prosumer in Italia. È un modello di consorzio che offre alle aziende l’opportunità di investire in impianti di produzione da fonte rinnovabile e di approvvigionarsi dell’energia prodotta dai propri impianti, svincolandosi dall’andamento dei prezzi dell’energia. In qualità di aggregatori nell’ambito del meccanismo Energy Release 2.0, Dolomiti Energia mette a disposizione una capacità produttiva di energia rinnovabile, grazie ad impianti di prossima realizzazione.
Roma, 11 mar (Adnkronos) - "Anni e anni passati a ripetere sempre lo stesso concetto, e poi? Basta una sentenza per rinnegare tutto. Ma quello che ha stabilito la Cassazione sul caso Diciotti rimane: bisogna risarcire i migranti intrappolati a bordo. Il vicepremier Salvini negli ultimi giorni ha fatto la solita becera propaganda sostenendo che saranno i contribuenti a pagare per le sue malefatte. Non è così, c'è una cosa che si chiama danno erariale. E tocca le sue tasche, non le nostre. Non c’è propaganda che tenga". Lo dice sui social la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Felicia, brand di Andriani S.p.A Società Benefit, leader nel settore dell’healthy food per l'utilizzo di materie prime innovative e naturalmente prive di glutine, come cereali (avena, riso, grano saraceno e teff integrali) e legumi (lenticchie, ceci, piselli) è Official Supplier della Acea Run Rome The Marathon 2025 che si terrà dal 14 al 16 marzo.
Un'opportunità speciale per promuovere il legame tra alimentazione sana e sport attraverso iniziative dedicate a chi desidera avere uno stile di vita salutare e migliorare il proprio benessere.
Felicia, capofila della filiera di legumi più estesa di Italia, è buona per tutti e adatta agli sportivi. Il brand ha scelto così di diventare partner della Maratona di Roma, un evento che ogni anno attrae migliaia di atleti e appassionati da tutto il mondo.
Durante i tre giorni di evento, dal 14 al 16 marzo, Felicia prenderà parte al Villaggio Expo della manifestazione con stand dedicati, dove i visitatori potranno scoprire i prodotti del brand. Felicia offrirà momenti interattivi e giochi progettati per sensibilizzare il pubblico su come adottare un’alimentazione sana, equilibrata e leggera, prediligendo proteine vegetali e cereali integrali naturalmente privi di glutine, coinvolgendo tanto gli adulti quanto i bambini in attività di edutainment.
Uno degli appuntamenti più attesi in queste giornate è il cooking show con lo chef Massimo Buono, che si terrà venerdì 14 marzo dalle 19:30 alle 23:30 presso la Rinascente di Via del Tritone. Un'occasione esclusiva durante la quale il pubblico potrà gustare piatti gustosi e salutari a base di pasta Felicia.
Il 16 marzo, giorno della Maratona, Felicia sarà presente al Villaggio Fun Run con attività dedicate e sarà al fianco degli atleti regalando loro uno dei prodotti più iconici di Felicia: i sedanini di lenticchie rosse. Un prodotto realizzato con un solo ingrediente – farina di lenticchie rosse biologiche – che rappresenta il connubio perfetto tra ricerca tecnologica e pratiche agricole sostenibili.
"Partecipare alla Maratona di Roma è per noi un'occasione importante per condividere i nostri valori e la nostra missione. Siamo entusiasti di supportare un’iniziativa che accoglie partecipanti di ogni età e livello, dagli atleti alle famiglie promuovendo un nuovo stile alimentare ispirato alla dieta mediterranea e alla biodiversità a tavola. La nostra proposta di prodotti è adatta a tutti e coniuga qualità e benessere offrendo un’esperienza di gusto unica” ha dichiarato Marco Lentini, Marketing Director di Andriani.
(Adnkronos) - Massiccio attacco con droni da parte dell'Ucraina nella regione di Mosca in Russia. Lo ha dichiarato il sindaco della città Sergei Sobyanin sul suo canale Telegram. In precedenza, l'Agenzia federale per il Trasporto aereo aveva annunciato restrizioni temporanee ai voli in due aeroporti di Mosca per garantire la sicurezza.
La Russia ha abbattuto 337 droni ucraini in diverse regioni durante la notte, di cui 91 nei pressi di Mosca, ha riferito il ministero della Difesa russo in una nota. Secondo la dichiarazione, 126 droni sono stati abbattuti nella regione di Kursk, al confine con l'Ucraina.
Sono due le persone morte nell'attacco. Il governatore della regione di Mosca, Andrei Vorobyev, precisa su Telegram che una vittima è un 50enne morto in ospedale. In precedenza era stato riferito del decesso di un 38enne.
“Per garantire la sicurezza dei voli degli aerei civili, sono state imposte restrizioni temporanee all'operatività dell'aeroporto di Zhukovsky alle 04:24 ora di Mosca (0124 GMT). Anche all'aeroporto Domodedovo di Mosca sono state imposte restrizioni temporanee all'arrivo e alla partenza degli aerei alle 04:40 ora di Mosca (0140 GMT)”, ha dichiarato l'agenzia.
Restrizioni di questo tipo vengono spesso applicate agli aeroporti russi in seguito ad attacchi di droni provenienti dall'Ucraina. L'attivazione dei sistemi di difesa aerea russi comporta spesso l'interruzione temporanea dei decolli e degli atterraggi.
La Russia afferma di aver ripreso il controllo di 12 località nella regione del Kursk, al confine con l'Ucraina, teatro dell'offensiva dello scorso agosto lanciata dalle forze di Kiev. "Nel corso delle operazioni, le unità del gruppo Nord hanno liberato 12 insediamenti", ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, come riportano i media russi.
Secondo il ministero, le forze russe hanno "liberato più di cento chilometri quadrati di territorio nella regione del Kursk". Stando alle notizie diffuse da Mosca, hanno ripreso il controllo degli "insediamenti" di Agronom, Bogdanovka, Bondarevka, Dmitryukov, Zazulevka, Ivashkovsky, Kolmakov, Kubatkin, Martynovka, Mikhailovka, Pravda e Yuzhny.
Intanto sono i iniziati i colloqui fra funzionari ucraini e statunitensi a Gedda, in Arabia Saudita, dove l'Ucraina dovrebbe presentare agli Stati Uniti un piano per un cessate il fuoco parziale con la Russia.
Questi colloqui sono una conseguenza diretta della discussione avvenuta durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca a febbraio. “Mi sento ottimista - ha detto Rubio ieri ai giornalisti in viaggio verso Gedda - voglio dire, non verremmo se non lo fossimo”. Il fattore decisivo dell'incontro sarà vedere fino a che punto gli ucraini saranno disposti “a fare cose difficili”, proprio come dovranno fare i russi, per porre fine alla guerra. Rubio ha anche accennato al fatto che l'Ucraina potrebbe di nuovo contare su ulteriori aiuti statunitensi se i colloqui andassero bene.
L'inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha in programma di recarsi a Mosca in settimana per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha detto una fonte ad Axios. L'incontro con Putin avverrebbe alcuni giorni dopo il meeting tra funzionari statunitensi e ucraini in Arabia Saudita.
L'inviato di Trump si è recato a Mosca a metà febbraio come parte di un accordo per liberare il cittadino statunitense Marc Fogel, che era detenuto in una prigione russa. Witkoff ha incontrato Putin per tre ore durante quel viaggio.
"Non c'è bisogno di correre a indossare occhiali rosa ora. Dobbiamo sempre sperare nel meglio, ma essere comunque preparati al peggio. E dobbiamo sempre essere pronti a difendere i nostri interessi". Lo ha detto il portavoce del presidente russo Dmitrij Peskov parlando della decisione di Washington togliere il sostegno a Kiev e del fatto che "molti ora dicono frettolosamente che gli americani smetteranno di fornire armi o hanno già smesso e che Musk spegnerà i suoi sistemi di comunicazione e tutto andrà per il meglio per noi”.
Ucraina e Stati Uniti riprendono dunque il dialogo dopo la lite di 10 giorni fa alla Casa Bianca, dove Donald Trump e Volodymyr Zelensky sono stati protagonisti di un clamoroso scontro. La ripresa dei contatti dovrebbe favorire la fumata bianca sull'accordo per le terre rare ucraine. Kiev, con la firma, darebbe agli Usa l'accesso alle proprie risorse minerarie.Per Trump, l'intesa rappresenta una sorta di risarcimento dopo i 350 miliardi che, secondo il presidente, gli Usa hanno speso dall'inizio della guerra.
Ci saranno anche colloqui di alto livello fra Stati Uniti e Russia nei prossimi giorni in Arabia Saudita, ha reso noto Cnn citando fonti informate che non hanno precisato altro. Gli incontri saranno separati da quelli fra le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina in programma domani a Gedda.