Matteo Salvini continua a insistere con i 120mila posti di lavoro creati grazie ai lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto, ma il ministro delle Infrastrutture che ha resuscitato il progetto e sta provando in ogni modo ad accelerarlo continua a fornire un dato confondente. Negli ultimi giorni lo ha sbandierato in diverse occasioni, sempre sulla Rai. L’ultima volta, lunedì mattina, è accaduto durante la trasmissione radiofonica Giù la maschera condotta su Rai Radio 1 da Marcello Foa.
Mentre parlava di Europa, a un certo punto ha introdotto il tema delle code per attraversare in traghetto lo Stretto di Messina e ha sentenziato: “Almeno per ora l’Ue non ci lascia fare. Queste sono infrastrutture che servono all’Italia”. A quel punto sollecitato sui numeri degli occupati che ha continua a offrire, ha confermato i 120mila posti di lavoro: “Queste sono stime, abbiamo delle stime. Sono dati della Società Stretto di Messina, se ospitate l’ad di WeBuild vi potrà offrire numeri a go go”.
In realtà, come fatto notare da Pagella Politica, la Società Stretto di Messina – che Salvini usa come ‘schermo’ – parla di 120mila ULA, unità lavorative annue attivate, che sono ben altra cosa rispetto ai posti lavoro. Trentamila sarebbero dirette e circa 90mila legate all’indotto. Ma quanti saranno realmente gli occupati nei lavori e cosa sono le ULA? Il cantiere – lo spiega sempre Società Stretto di Messina – richiederà un numero di occupati assai meno roboante: 4.300 l’anno, con un massimo – nel momento di lavori più intenso nel corso dei sette anni previsti – di 7mila persone.
In sostanza, le 30mila ULA previste in via diretta, vanno divise per 7 anni e lo stesso vale per l’indotto. Le unità lavorative annue attivate, infatti unità di lavoro dipendente equivalente a tempo pieno per anno, ma la Salvini propone il dato aggregato sui sette anni e senza scindere i posti di lavoro diretti e dell’indotto, quando sulla tabelle della Società Stretto di Messina è tutto indicato. Senza contare che, con ogni probabilità, non saranno posti di lavoro “nuovi” ma in buona parte, almeno per i lavoratori del cantiere, si tratterà di persone già dipendenti delle aziende che verranno applicati al progetto.
Negli ultimi giorni, come detto, Salvini ha spesso messo questo dato. Solo il 24 aprile, lo ha ripetuto ospite nei due programmi di Bruno Vespa in Rai. Prima a Cinque Minuti e poi a Porta a Porta, il ministro delle Infrastrutture ha parlato di 120mila posti di lavoro creati citando sempre Stretto di Messina. E non era la prima volta. Come già aveva fatto notare lo scorso febbraio Il Fatto Quotidiano, nel 2022, all’inizio del suo mandato, Salvini aveva parlato di “120 mila occupati veri creati”, poi ridimensionati a “50 mila”. Numeri confondenti e, ovviamente, non è detto che si tratti di posti “creati” come dice Salvini, cioè aggiuntivi rispetto agli attuali occupati.