Aree agricole trasformate in edificabili e produttive grazie a un dirigente tecnico comunale compiacente che in cambio avrebbe percepito tangenti pagate con l’emissione di fatture false tramite una società creata ad hoc. Le variazioni di destinazione d’uso sarebbero poi divenute oggetto di delibere del Consiglio comunale, senza che nessun componente dell’amministrazione comunale battesse ciglio.
È quanto scoperto a Usmate Velate dove la Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Monza, ha arrestato otto imprenditori e un funzionario comunale con le accuse, a vario titolo, di concorso in corruzione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale. I finanzieri hanno sequestrato agli indagati 243mila euro e altri 700mila a 7 società a loro riconducibili.
Il funzionario comunale al centro dell’indagine è Antonio Colombo, responsabile della tecnostruttura ‘Territorio e Ambiente’: l’uomo è finito in carcere. Con lui anche gli imprenditori Galdino Magni e Alberto Riva. Ai domiciliari sono finiti invece la compagna e il cognato di Colombo, Annabella e Giovanni Beretta, e poi altri imprenditori, Antonella Cantù, Donato Magni, Luigi Roncalli e anche Francesco Calogero Magnano, conosciuto per essere stato il geometra di fiducia di Silvio Berlusconi.
Secondo le indagini il funzionario comunale avrebbe inserito nella variante del nuovo Piano di governo del territorio di Usmate Velate (Monza) una modifica per trasformare aree da agricole a edificabili, aumentando così il loro valore. Il funzionario dal 2022 avrebbe percepito circa 200mila euro di tangenti in più tranche: per pagarlo gli imprenditori indagati utilizzavano una società che era stata, di fatto, creata ad hoc, verso la quale emettevano fatture per operazioni inesistenti. Le prove raccolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Monza, tramite dichiarazioni, perquisizioni, attività tecniche ed acquisizione di atti delle procedure amministrative, hanno evidenziato come Colombo intascasse “le stecche” attraverso la la Berfin srl, società ufficialmente gestita dalla sua compagna e dal cognato. Uno schema che si sarebbe ripetuto più volte a seconda dell’imprenditore coinvolto.
Gli arrestati, tre in carcere e sei ai domiciliari, come ha spiegato il procuratore di Monza, Claudio Gittardi, hanno creato un “articolato sistema corruttivo, concepito attraverso e a beneficio” del funzionario pubblico. Il procuratore, ha specificato che il “sistema corruttivo” è stato “prolungato negli anni, in assenza di alcuna verifica o segnalazione di anomalie da parte dell’amministrazione comunale” e che, in particolare, il dipendente comunale Colombo, avrebbe favorito gli imprenditori nell’iter per ottenere la “valorizzazione urbanistica dei loro terreni”, al fine di “conseguire successive agevolazioni nell’ottenimento di autorizzazioni ad edificare”. Stando agli atti, le verifiche oggetto del provvedimento cautelare firmato dal sip di Monza, Angela Colella, sono iniziate ne 2022, arco di tempo nel quale agli uffici giudiziari non risulta siano stati effettuati controlli e verifiche amministrative su nessuna delle operazioni ritenute illecite. Non è quindi escluso che emergano presto nuove responsabilità e che l’inchiesta si allarghi.
In particolare le tangenti, secondo uno dei capi d’imputazione, sarebbero state pagate per predisporre una “falsa bozza di convenzione” per il rilascio del “permesso di costruire convenzionato” sull’area di via Medaglie d’oro 5 dove dovrebbe sorgere un supermercato della catena veronese della grande distribuzione MAXI DI srl, non indagata ed estranea all’indagine. Secondo l’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Monza, che ha eseguito anche perquisizioni nelle province di Monza, Lecco, Bergamo e Brescia, circa 48mila euro dei 243mila complessivi contestati come tangenti, sarebbero stati pagati al funzionario da alcuni imprenditori per falsificare documenti urbanistici per la realizzazione di una “struttura di vendita a seguito di modifica progetto”. Atti che sarebbero serviti ad accedere a procedure semplificate in violazione del Testo unico dell’edilizia e ingannando la Giunta Comunale di Usmate Velate che aveva approvato lo schema di convenzione sull’area con una delibera. In particolare, sono al vaglio degli inquirenti i rapporti fra il funzionario pubblico e la società dei due imprenditori Magni, Immobiliare Marina srl, che ha chiesto il rilascio del permesso di costruire convenzionato in variante al Pgt e poi ha comunicato, il 20 dicembre 2023, di aver trasferito la proprietà delle aree alla catena della grande distribuzione, interessata alla realizzazione del supermercato. Le tangenti sarebbero transitate attraverso le società Effebm srl e Studio Magnano&Partners srl., riconducibili al geometra Magnano, e bonificate all’impresa Berfin srl, ufficialmente dei due Beretta finiti ai domiciliari, ma secondo i finanzieri amministrata di fatto da Colombo.