La scienza ci dice che in fatto di sonno e risveglio, siamo tutti diversi: ci sono tuttavia delle abitudini che possiamo adottare tutti per ‘svegliare’ il cervello con dolcezza
Il mondo si divide in due categorie: chi apre gli occhi ed è già pronto a correre, e chi fatica ad uscire dal piumone. O, più realisticamente, chi si sveglia con l’ansia e chi si sveglia stanco. In questa intersezione si colloca un fiorente ecosistema social: i video motivazionali dedicati alla morning routine. Legioni di influencer condividono online trucchi e consigli per assicurarsi motivazione, concentrazione ed energia per tutta la giornata. Ma cosa funziona e cosa no? La Scienza e gli psicologi chiariscono qualche dubbio.
I video ‘Morning Routine’ sui social
Basta farsi un giro su YouTube per imbattersi in ogni tipo di consiglio: si va da risvegli adrenalinici con una doccia gelata e workout a transizioni più morbide e spirituali che includono cinque minuti di meditazione e un diario della gratitudine su cui annotare i pensieri e gli obiettivi della giornata. C’è chi si sveglia alle 5 o perfino alle 4 del mattino, documentando sui social ore di allenamento, beauty routine e faccende domestiche prima di entrare in ufficio. Per alcuni, svegliarsi così presto è la chiave per essere più produttivi e organizzati. La scienza però ci dice che, in fatto di sonno e risveglio, siamo tutti diversi: puntare la sveglia alle 6 può essere stimolante per alcuni e deleterio per altri. Ci sono delle abitudini che possiamo adottare tutti per ‘svegliare’ il cervello con dolcezza. La luce, per esempio, è fondamentale per il nostro ritmo circadiano e per regolare il ritmo sonno-veglia. Aprire le tende e far entrare luce e aria fresca nella stanza dice al nostro corpo che è ora di mettersi in moto; allo stesso modo la luce blu di tv, smartphone e pc rende difficile addormentarsi.
Rimandare la sveglia non ti farà riposare di più
Gli esperti del sonno sconsigliano rimandare la sveglia: pensiamo di guadagnare energia addormentandoci di nuovo per qualche minuto, invece prolunghiamo la cosiddetta “inerzia del sonno” che ci fa sentire confusi e intontiti. Molte persone preferiscono allenarsi nelle primissime ore della giornata: in generale, spiegano gli esperti, lo sport è un ottimo alleato del riposo notturno. L’esercizio molto intenso (come un allenamento cardio) però non andrebbe praticato la sera tardi, perché il corpo ci metterà di più a rilassarsi. Resta poi la cosa più ovvia, ma anche la meno semplice: andare a letto all’ora giusta e reclamare le ore di riposo necessarie. “Dobbiamo pretendere di dormire bene, è un nostro diritto – dice Katia Marilungo, psicologa della clinica Villa dei Pini (Gruppo KOS) al Fattoquotidiano.it – Dormire male indebolisce il nostro sistema immunitario e minaccia il nostro benessere mentale e soprattutto fisico”.
Eppure, nella nostra cultura, il sonno viene sacrificato nell’ottica di fare più cose possibili, bilanciando faticosamente lavoro, relazioni e vita sociale. Se da qualche parte bisogna tagliare, si finisce per tagliare sul sonno, come dimostra il fenomeno della Revenge Bedtime Procrastination. E così, finiamo per svegliarci sempre stanchi, oppure, peggio ancora, di aprire gli occhi già in ansia per la lunga lista di cose da fare. “Ecco, la morning routine serve proprio a questo: è un appuntamento con se stessi di piacere, non di dovere, per godersi la primissima parte della giornata”. Non esiste una formula che funziona per tutti, conferma la psicologa, ma ogni routine va cucita addosso alle esigenze e agli interessi di chi la pratica: “Può essere una passeggiata, ascoltare un po’ di musica, prepararsi una buona colazione, fare stretching o addirittura solo un caffè in silenzio. Insomma: un’attività leggera e piacevole per cui valga la pena anticipare un po’ la sveglia”.
Perché non dovremmo guardare il telefono appena svegli
Secondo l’esperta, il nostro rapporto col sonno è peggiorato dopo il Covid: “Stiamo pagando delle cattive abitudini sperimentate e consolidate durante il lockdown”. Una su tutte: l’attaccamento agli smartphone, che interferiscono col ritmo sonno-veglia. La psicologa sconsiglia l’abitudine ormai molto diffusa di controllare le notifiche quando siamo ancora a letto: “Spesso, purtroppo, il telefono è l’ultima cosa che tocchiamo prima di dormire ed è la prima che guardiamo quando ci svegliamo. Questa attività virtuale, con la frenesia di immagini che si susseguono e delle notizie, porta proprio ad un’attivazione del cervello che non va di pari passo con un ritmo rilassato e benefico. Una volta spenta la sveglia è bene trattenersi dalla tentazione di andare sui social o programmare le mail”. In ogni caso, a tutti può capitare un periodo in cui alzarsi dal letto sembra un’impresa. “Quando non è più un evento sporadico legato a un problema passeggero, ma diventa uno stile di vita e – suggerisce la dottoressa Marilungo – è il momento di chiedere aiuto e confrontarsi con un esperto”.