“Non c’è acqua a sufficienza per garantire i lavori nei cantieri” per il Ponte sullo Stretto di Messina: è l’allarme lanciato dal sindaco del capoluogo siciliano Federico Basile, eletto con Sud chiama Nord di Cateno De Luca, che scatena lo scontro politico con la Lega a Messina. A scagliarsi contro le affermazioni del sindaco è Nino Germanà, parlamentare messinese del Carroccio con cui è adesso candidato alle Europee: “Il nuovo Federico Accorinti – dice Germanà ironizzando con un parallelo con l’ex sindaco anti-ponte – ha superato nelle bufale persino i No Ponte più apocalittici che annunciano il prosciugamento dei laghi e l’insorgere di patologie fatali”.
Una città sempre senz’acqua
L’emergenza siccità è un tema ben presente alla giunta della Regione Siciliana: il presidente Renato Schifani ha chiesto lo stato di emergenza nazionale e a occuparsene fino alla prossima settimana è stato proprio un leghista, Luca Sammartino, poi sospeso dalla carica di assessore per questioni giudiziarie. “L’approvvigionamento idrico della città – insiste il sindaco Basile – avviene attraverso l’acquedotto di Fiumefreddo dal quale in questo momento Webuild sta già sottraendo acqua per i cantieri del raddoppio ferroviario della Messina-Catania-Palermo. Stiamo parlando di una falda che prende acqua dallo scioglimento delle nevi dell’Etna e che oggi è servito dalle nevi di due anni fa, mentre sia l’anno scorso che quest’anno ha nevicato molto poco. Ma questo è solo uno dei temi che riguardano la città e il progetto del ponte”.
Tema però delicatissimo per Messina che nel 2015 patì la totale assenza di approvvigionamento idrico per quasi un mese, una criticità mai risolta: gli abitanti ricevono l’acqua solo per alcune ore al giorno e quasi tutte le abitazioni hanno i serbatoi per fare fronte alle ore in cui non viene erogata. In questa situazione fornire altra acqua per i tanti cantieri previsti dal lato siciliano dello Stretto per la realizzazione della grande opera appare “molto critico”, ribadisce Basile, che chiede: “Ma la deputazione del centrodestra, ha idea, per esempio, di quanta acqua ci voglia per realizzare le opere in progetto? In una stagione dove la siccità la fa da padrona e la Sicilia muore di sete, Germanà parla solo di ponte. Ma lo ha mai aperto il progetto del ponte?”. Nella relazione tecnica del comune di Messina, è indicata la richiesta idrica del progetto del ponte del 2011, cioè senza aggiornamenti: quel progetto chiedeva all’Amam, la municipalizzata che gestisce l’erogazione, 43 litri al secondo. Preoccupata per le risorse idrica è anche Anna Giordano, storica attivista, che in una conferenza stampa dei comitati No-ponte Capo Peloro, Invece del ponte, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man, Wwf ha rincarato l’allarme: “Solo uno dei 17 cantieri previsti necessita di 39 milioni di metri cubi d’acqua, cioè solo quello per l’ancoraggio, sottraendola a una città razionata, nella regione più a rischio di siccità dell’intera Europa. E nell’aggiornamento non c’è neanche una riga in proposito. Mentre il cantiere principale interferirà coi laghi di Ganzirri, distruggendo un habitat di biodiversità unico al mondo. In proposito c’è una grave contraddizione nei documenti di progetto: in un documento si legge che non sarà toccato il canale Margi, in un altro documento si dichiara che verrà deviato: Il progetto contraddice se stesso nella risposta a una espressa richiesta di integrazione Via”.
De Luca: “Liberiamo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”
Tante criticità che, con le Europee alle porte, accendono lo scontro politico, infiammato, manco a dirlo, da Cateno De Luca, il masaniello siculo, ex sindaco della città dello Stretto: “Liberiamo Messina dal Ponte di Matteo Verdini” è stato il suo claim per il giorno della Liberazione in una manifestazione organizzata in spiaggia, nella punta nord della Sicilia. Il Pd invece è pronto a lanciare un referendum.
L’impianto della differenziata sotto esproprio
A preoccupare la giunta ci sono anche gli espropri, uno di questi riguarda una parte dell’impianto di selezione di Pace (quartiere nella zona nord), che lavora il 25 per cento della differenziata in città, un vero e proprio fiore all’occhiello della giunta Basile che ha portato la raccolta al 58 per cento, la percentuale più alta in Sicilia. Proprio lì un’area di 107 mq andrà in “asservimento” ai cantieri del ponte, perché lì verrà realizzata una galleria ferroviaria: “Un’area strategica per il passaggio dei nostri mezzi e in una zona molto critica, si pensi che tutta quella parte si regge su un muro di sostegno sorretto su pali, la sottrazione di quella parte mette a rischio la circolazione dei veicoli e la sicurezza dell’impianto”, avverte Michele Trimboli, direttore generale di Messina Servizi, partecipata del comune che si occupa della raccolta.
S’infiamma la lotta: verso il corteo
Nel frattempo i comitati si preparano per la grande manifestazione contro il ponte prevista a Villa San Giovanni per il 18 maggio. E dopo le 239 integrazioni al progetto del ponte richieste dal ministero dell’Ambiente, proprio dalla costa calabrese invocano la sospensione della procedura degli espropri: “Preso atto della mole e della rilevanza della richiesta di integrazioni del Mase, chiediamo se non sia consequenziale a questo punto la chiusura immediata degli info-point di Villa San Giovanni e di Messina e la sospensione del vincolo preordinato di esproprio e servitù”, così chiede la presidente del Comitato Titengostretto, Rossella Bulsei.
I cittadini agli sportelli della Stretto di Messina
Intanto al Palazzo della Cultura di Messina i cittadini soggetti ad esproprio si rivolgono agli sportelli aperti dalla Stretto di Messina Spa, con scarsi risultati: “Non ci sono disegni sufficientemente approfonditi che indichino l’opera nella sua totalità, io chiedevo un disegno per vedere le quote in una zona specifica ma i disegni non c’erano ed è tutto rimandato ad una fase successiva”, spiega un ingegnere all’uscita del Palacultura, che preferisce restare anonimo. L’ingegnere messinese si è rivolto alla società che dovrà realizzare il ponte per conto di alcuni clienti soggetti ad esproprio, e dopo aver parlato con gli esperti della SdM, scuote la testa: “Non c’è un livello di approfondimento definitivo, sembra una fase poco più che preliminare, hanno fretta di dire che si tratta di un progetto definitivo ma non lo è”.