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“Il puppy yoga è illegale, i cuccioli di cane non possono essere sfruttati così”: la decisione del Ministero della Salute dopo le denunce degli animalisti

La nostra inchiesta del 3 aprile, a seguito del servizio di Striscia la notizia che ha mostrato immagini agghiaccianti sul trattamento dei piccoli di cane impegnati nelle sessioni, a volte persino assetati, tenuti in recinti e trasportati in casse e buste della spesa, trattati insomma come pupazzetti

di Simona Griggio
“Il puppy yoga è illegale, i cuccioli di cane non possono essere sfruttati così”: la decisione del Ministero della Salute dopo le denunce degli animalisti

Stop al Puppy yoga! E’ illegale. L’utilizzo dei cuccioli di cane nelle sessioni di yoga, fenomeno che da mesi spopola in Italia è all’estero e prevede che gli esercizi degli umani interagiscano (per il benessere dei primi) con cucciolini portati apposta dagli allevatori, è vietato. Lo afferma il Ministero della Salute in una nota del 29 aprile. Parole chiare che non lasciano adito a dubbi “Gli interventi assistiti con animali non possono essere fatti con cuccioli ma solo con soggetti adulti, condizione necessaria per tutelare la loro salute e il loro benessere”.

La denuncia per possibile maltrattamento degli animali alla procura di Milano è partita dall’associazione Lndc Animal Protection a seguito di numerose segnalazioni e del lavoro sul campo dell’attivista divulgatrice @Dunia_animalara, da diversi mesi impegnata nel raccogliere testimonianze. La nostra inchiesta del 3 aprile, a seguito del servizio di Striscia la notizia che ha mostrato immagini agghiaccianti sul trattamento dei piccoli di cane impegnati nelle sessioni, a volte persino assetati, tenuti in recinti e trasportati in casse e buste della spesa, trattati insomma come pupazzetti da coccolare, ha portato alla luce i retroscena del fenomeno. E ha dato voce anche al punto di vista degli allevatori, alle loro modalità di contatto da parte dei promotori delle reti di Puppy yoga, evidenziando i compensi per i docenti e i costi della sessione sostenuti dai clienti.

In attesa del pronunciamento della procura di Milano, la Lndc è già soddisfatta per l’importante chiarimento da parte del ministero. Piera Rosati, presidente dell’associazione, ritiene che questa sia già una grande conquista: “Vittoria, le nostre azioni hanno fatto centro”, dice con orgoglio. Ma aggiunge che la battaglia per il rispetto dei cucciolini andrà avanti: “Continueremo a rimanere vigili su questo fronte e a combattere verso ogni forma di maltrattamento e sfruttamento degli animali. Chiediamo ad Asl e cittadini di segnalare tempestivamente queste attività in tutta Italia ad autorità e polizia”.

Ci arriva anche il parere di Enrico Moriconi. Veterinario etologo, perito esperto che si è occupato dei casi più eclatanti di maltrattamento degli animali utilizzati in attività circensi. Da anni è consulente della Lndc a cui ha fornito il primo parere tecnico sulla vicenda. Commenta così: “Questo è un risultato molto significativo. Viene confermato dal Ministero della Salute ciò che abbiamo sostenuto sin dall’inizio. L’illegalità dell’utilizzo dei cuccioli in queste pratiche. Desidero sottolineare la motivazione alla base della nostra denuncia: la tutela degli animali e del loro benessere”. La ragione su cui poggia il documento del Ministero della Salute è questa: “L’utilizzo degli animali rientra perfettamente negli interventi assistiti con animali (Iaa). Non è vero che esiste un vuoto normativo. E’ invece evidente che, rientrando di legge in quell’ambito, possono essere impiegati solo animali adulti non inferiori a un anno, previa formazione”.

Per Moriconi questa vittoria è la conseguenza sia del lavoro dell’associazione sia della risonanza che gli organi di informazione hanno dato alla vicenda. Sottolinea: “Impedire la sofferenza degli animali è il nostro principale obiettivo. Il fatto che il fenomeno del Puppy yoga sia balzato alla cronaca ha accelerato il processo di denuncia e segnalazione”. Cosa succederà adesso? “Sarà compito degli organi deputati al controllo e alla vigilanza fare in modo che queste iniziative a danno degli animali non proseguano. Saranno i colleghi stessi e gli organi di polizia a monitorare i territori”. Moriconi, che nella sua carriera di veterinario etologo ha svolto perizie per diversi tribunali nell’ambito di situazioni di maltrattamento degli animali, è alla sua prima volta su un caso che riguarda gli interventi ludico ricreativi per gli umani con animali. Ha subito compreso che, come si legge nella nota ufficiale ministero della Salute, gli Interventi assistiti con animali, all’interno dei quali rientra la pratica del Puppy yoga diffuso in tutta Italia, non possono essere effettuati con cuccioli ma solo con animali adulti.

Questo era già scritto chiaramente nelle Linee guida nazionali sugli Iaa ma, sottolinea il perito: “Quest’ultima nota del Ministero lo ha ulteriormente ribadito senza lasciare spazio a interpretazioni diverse o fraintendimenti”. Le immagini mandate in onda da Striscia la notizia, oltretutto, hanno mostrato i cuccioli manipolati e usati come fossero attrezzi da ginnastica, trasportati in cassette o sacchi di plastica, messi a disposizione dei clienti per lunghe ore dovendo coprire più corsi di gruppo, senza acqua e cibo per evitare che i cagnolini facessero i bisogni nella palestra. “Molti cuccioli avevano solo 42 giorni di vita. Data l’età è altamente probabile che questi cuccioli non avessero nemmeno completato la profilassi vaccinale. Tutto questo, inoltre, non sarebbe stato possibile senza la disponibilità di alcuni allevatori che avrebbero dovuto attenersi alle norme di legge e ai principi etici per preservare il benessere dei loro cani, ma che spesso li trascurano in nome del profitto”, conclude Moriconi.

Michele Pezone, il legale di riferimento della Lndc Animal Protection, specifica: “Oltre alla denuncia ci siamo mossi subito anche da un punto di vista comunicativo, attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione sui nostri canali social”. Non solo: “Grazie alla voce che ci hanno dato i mass media portando alla luce possibili aspetti di maltrattamento, separare i cuccioli troppo presto dalle mamme per attività non idonee alla loro natura, portarli in ambienti non adeguati, sottoporli a viaggi e spostamenti stressanti nonché a giornate intere in cui erano utilizzati in numerose sessioni dalla mattina alla sera, siamo riusciti a sollevare questioni di possibile rilevanza penale. Certo, ancora da accertare, ma questa prima vittoria è già un importante passo”. Pezone sottolinea anche che la nota del ministero potrebbe configurare un precedente sul piano amministrativo che si potrebbe esportare al di fuori dei confini nazionali, dove si sono radicate pratiche analoghe. “E’ vero – specifica – che la normativa sulle Iaa è nazionale, ma il principio per cui non si devono utilizzare cuccioli nell’ambito delle pratiche cosiddette ludico ricreative dovrebbe avere una valenza in tutta Europa. Vedremo quali saranno gli sviluppi. Restiamo in attesa di conoscere le determinazioni della procura di Milano in merito alla nostra denuncia”. Nella polemica scoppiata sui social Pezone ha letto di gestori di centri yoga convinti che l’attività non rientrasse nella normativa degli Interventi assistiti con animali. Spesso si leggevano post di questo tipo da parte dei gestori delle reti di yoga: “Abbiamo interpellato i nostri legali e possiamo svolgere quest’attività”. La speranza, una volta chiarita la questione, è che ci siano controlli efficaci, per fermare chi voglia ancora intraprendere l’attività di Puppy yoga. Ma la questione è anche culturale: “Lo yoga, così come altre pratiche di benessere psico-fisico, scrive Piera Rosati, “non dovrebbe essere una pratica di solo esercizio fisico ma anche spirituale, alla ricerca dell’armonia con l’universo. Ma questa armonia e questo benessere non sono concessi ai cuccioli che vengono usati come oggetti per fare business”.

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