La Commissione europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, la società che controlla Facebook ed Instagram, abbia violato la legge sui servizi digitali (Dsa), in relazione alla protezione dell’integrità delle elezioni Europee. Sono tre gli aspetti sui quali Bruxelles ha chiesto con urgenza una risposta di Meta: “Moderazione pubblicitaria inadeguata sfruttata per interferenze e truffe straniere; inadeguato accesso ai dati per monitorare le elezioni; strumento non conforme per segnalare contenuti illegali”. La proliferazione di tali contenuti può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori.
L’Ue ora attende che, “entro cinque giorni lavorativi”, Meta risponda ai rilievi della Commissione. L’avvio di un procedimento formale autorizza la Commissione ad adottare ulteriori misure di esecuzione, come misure provvisorie e decisioni di non conformità. La Commissione ha inoltre la facoltà di accettare gli impegni assunti da Meta per porre rimedio alle questioni sollevate nel procedimento. La decisione di Bruxelles giunge in un contesto di preoccupazioni per il ruolo che potrebbero svolgere Russia, Cina e Iran come propagatori di disinformazione, ma anche, all’interno dell’UE, per il ruolo che potrebbero avere partiti politici e organizzazioni.
“Sospettiamo che la moderazione di Meta sia insufficiente, che manchi di trasparenza nella pubblicità e nelle procedure di moderazione dei contenuti”, ha affermato in una nota la responsabile digitale dell’UE Margrethe Vestager. Il Digital Services Act, entrato in vigore lo scorso anno, impone ai colossi del web di fare di più per contrastare i contenuti illegali e dannosi presenti sulle loro piattaforme, altrimenti rischiano multe fino al 6% del loro fatturato annuo globale. Nel caso di Meta si tratterebbe di una cifra di circa 8 miliardi di euro. Meta, che in Europa contra circa 250 milioni di utenti attivi, ha difeso il suo processo di mitigazione del rischio.