La Procura di Milano ha acquisito la documentazione medica prodotta a partire da fine 2021 relativa ai detenuti del carcere minorile “Cesare Beccaria” del capoluogo lombardo. L’atto è stato compiuto nell’ambito dell’indagine per tortura, maltrattamenti e lesioni ai danni dei reclusi, che ha portato all’arresto di 13 agenti di Polizia penitenziaria e alla sospensione dal servizio per altri otto: le pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, coordinate dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, hanno delegato la polizia giudiziaria a raccogliere le cartelle cliniche presenti negli archivi dell’istituto, per verificare l’esistenza di referti medici con prognosi ammorbidite o addirittura a “zero giorni” dopo i pestaggi svelati dalle telecamere.
Martedì, davanti alla gip Stefania Donadeo, si è svolto l’interrogatorio di garanzia degli ultimi agenti sottoposti a misura cautelare, quattro “secondini” sospesi dal servizio: in tre hanno scelto di rispondere. La linea difensiva ricalca quella dei colleghi arrestati: si è trattato, hanno detto, di “interventi contenitivi” nei confronti di detenuti “problematici”, ossia di reazioni a comportamenti dei minori. A dover essere ascoltati dai pm, invece, sono ancora una decina di ragazzi, tra i quali diverse altre presunte vittime, nonché il personale sanitario e gli educatori. Oltre che su presunte coperture e omissioni, infatti, si indaga su quattro o cinque ulteriori casi di violenze rispetto a quelli emersi dall’ordinanza di applicazione delle misure cautelari.