Economia

Bonus 100 euro? Col buco: chi guadagna meno di 8.500 euro non lo prenderà. E per gli altri la cifra sarà comunque tassata

C’è pure il buco nella mancetta di 100 euro lordi annunciata martedì ma in arrivo solo a gennaio per mancanza di soldi. Il comunicato diffuso da Palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri spiega infatti che per ricevere l’indennità occorrerà non solo avere reddito da lavoro dipendente sotto i 28mila euro e “almeno un figlio“, ma anche
imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente percepiti dal lavoratore d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti”. Ne deriva, come ha fatto notare su Twitter la responsabile Lavoro della segreteria Pd Maria Cecilia Guerra, che chi guadagna meno di 8.500 euro ed è quindi incapiente non riceverà nulla. Perché sotto quel reddito l’Irpef è totalmente assorbita dalle detrazioni.

Una beffa per centinaia di migliaia di working poor, tra cui tantissimi lavoratori a termine e discontinui che portano a casa cifre assai inferiori a 1000 euro al mese. E speravano nell’incentivo riservato a “1 milione di famiglie” delle “fasce medio basse”, come ha detto il viceministro al Mef Maurizio Leo in conferenza stampa dopo il cdm.

L’altra sorpresa arriverà per chi invece ha la “fortuna” di essere tra i beneficiari: l’anno prossimo scoprirà che i “100 euro” propagandati dal governo sono una cifra lorda. Che, nella fascia di reddito a cui spetta l’indennità, sarà soggetta alla normale aliquota del 23%. L’iter per ottenere il bonus, che a differenza per esempio degli 80 euro renziani non spetta in automatico, è peraltro così macchinoso da sembrare fatto apposta per scoraggiare l’accesso. A gennaio il lavoratore dovrà fare una dichiarazione al sostituto di imposta, cioè la sua azienda, sulla base del reddito complessivo a lui già noto anche se in quel momento la dichiarazione dei redditi non sarà stata ancora presentata. Poi l’azienda erogherà la somma dovuta al netto della ritenuta.

Leo ha parlato di “un ulteriore sostegno di 100 euro a vantaggio delle famiglie monoreddito o monogenitoriali” che si aggiunge a taglio del cuneo fiscale e riduzione delle aliquote da 4 a 3, senza però ricordare che quei due interventi scadono a fine anno e il governo deve ancora trovare le risorse per confermarli. Secondo il viceministro, nonostante il Natale a quel punto sia alle spalle “si mette nelle condizioni di fare un regalo a un figlio e si fa in modo che quelle somme vengano effettivamente destinate ai consumi, con un impatto sull’economia”. Nel 2023 i consumi delle famiglie italiane sono ammontati secondo l’Istat a 1.230 miliardi: difficile che i circa 100 milioni distribuiti attraverso il bonus spostino qualcosa.

Intanto, come confermato dallo stesso Leo, è ancora fantasma il decreto interministeriale per attuare la superdeduzione del 120% per le aziende che assumono a tempo indeterminato.