Alla soglia degli 80 anni, Morandi è ancora un vulcano di energia e niente sembra fermarlo
Gianni Morandi si racconta a cuore aperto in un’intervista a Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera e si confida sui suoi timori, sui suoi ricordi e sulla politica. “Temo il morire. La malattia, la sofferenza. Però so già quale canzone passerà in tv il giorno della mia morte”, rivela l’artista bolognese. Ovvero “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”. Una scelta sorprendente, visto che il suo repertorio vanta successi come “Occhi di ragazza”, “Un mondo d’amore” e “Scende la pioggia“, “ma per gli italiani quella resta la canzone che mi rappresenta di più. Perché si canta sorridendo”, spiega il cantante.
Alla soglia degli 80 anni, Morandi è ancora un vulcano di energia e niente sembra fermarlo. Neanche i problemi di salute, come l’incidente domestico occorsogli un paio d’anni fa o il recente intervento all’occhio. Nelle scorse settimane, infatti, una sua foto con l’occhio destro bendato ha fatto il giro del web: “Nulla di grave, un intervento al cristallino“, rassicura il cantante. Immancabile la domanda sulla sua posizione politica. “È ancora un uomo di sinistra?”, chiede l’intervistatore, Aldo Cazzullo. “Certo”, risponde Morandi senza esitazione. “Cosa vota?” “Pd. Ho fiducia in Elly Schlein, può fare bene. Anche la Meloni è una donna forte, mi fa piacere vedere donne al vertice. Certo, una volta c’era Berlinguer. Conoscerlo mi emozionò molto”, aggiunge Morandi.
E di Silvio Berlusconi dice: “Grande seduttore. Ti ubriacava di parole. Quando andavi a trovarlo ad Arcore ti accompagnava alla macchina e restava lì, con il braccio alzato in segno di saluto, finché la macchina restava in vista. Berlusconi non l’ho mai votato, ma mi era simpatico”, confessa Morandi. L’intervista si sposta poi sulla vita privata di Morandi, in particolare sul suo incontro con la moglie Anna: “Trent’anni fa, a casa di un musicista bolognese amico di Lucio, Mauro Malavasi”, racconta. “Le chiesi il numero di telefono, e lei me lo diede: sbagliato. Ho dovuto inseguirla a lungo…”.