A casa, senza stipendio: sospesi da inizio marzo, senza alcun tipo di ammortizzatore sociale. Con la prospettiva di un licenziamento a breve, già nei primi giorni di maggio. Una vicenda che coinvolge 108 lavoratori, dipendenti di Delgrosso, azienda nata nel 1951 a Nichelino, alle porte di Torino. “Producevano filtri per veicoli”, racconta Carlo Silvestro, 50 anni, la metà dei quali passati in fabbrica. Fino a vent’anni fa le commesse arrivavano da decine di case automobilistiche, poi tutto si è ristretto a Iveco, Cnh, Stellantis e Same, produttori tedeschi di trattori. “Nel 2019, un nuovo taglio. Con Stellantis che è passata da 12 tipologie di filtri ad appena tre”, spiega Silvestro, che è anche delegato sindacale Fiom-Cgil. Ma la situazione, sostiene, è definitivamente precipitata anche per ragioni endogene, legate alle proprietà: “Abbiamo commesse per 6,25 milioni di euro, ma i fornitori a un certo punto hanno smesso di consegnarci i materiali perché non venivano pagati”. E non sono stati gli unici: “Dal 2020 le mie quote del Tfr non sono state versate al fondo, pur essendo state trattenute. E in azienda ci sono altri casi simili, legati perfino alle quote della cessione del quinto dello stipendio”. Lo scorso 8 marzo, i libri contabili sono stati consegnati in tribunale: “E noi siamo stati sospesi, senza cassa integrazione, non più prevista dopo la modifica della legge fallimentare”. A breve, senza manifestazioni di interesse, il curatore avvierà i licenziamenti. Il precipizio finale per i lavoratori che già dalla fine del 2023 hanno visto i soldi con il contagocce: “A novembre ci hanno detto che non avevano soldi per gli stipendi e le tredicesime. Abbiamo bloccato le produzioni e recuperato una parte delle spettanze, acconto dopo acconto. A oggi avanziamo due terzi della tredicesima, un terzo dello stipendio di gennaio, tutto quello di febbraio nonché la paga della prima settimana di marzo”. Una ventina di lavoratori ha già deciso di licenziarsi, fiutando che non sarebbero arrivate offerte per rilevare l’azienda. Sono andati a caccia di un altro lavoro: “Forse lo farò anche io, sta diventando complicato per tutti noi. I giorni sono tutti uguali e difficili. Alzi la serranda e il conto corrente inizia a virare sul ‘meno’, quando la tiri giù le spese si sono moltiplicate e non hai intascato nulla. Resistere in queste condizioni è davvero complicato”.

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L’analisi: “Tra 2020 e 2023 saliti dell’86% i dividendi delle big italiane quotate. Intanto i salari reali dei dipendenti calavano del 13%”

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