Politica

Tajani contestato a Imola: “Parla di pace ma l’Italia vende armi a Israele”. Lui nega: “Export stoppato dal 7 ottobre”. Ma i dati lo smentiscono

Botta e risposta a margine della commemorazione per il trentesimo anniversario dalla morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger a Imola tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e alcuni contestatori che hanno partecipato alla cerimonia dall’esterno dell’autodromo.

Durante la commemorazione, infatti, Tajani ha voluto mandare un messaggio di pace “rivolto a Israele e ad Hamas perché si liberino gli ostaggi” e affinché si arrivi “a un cessate il fuoco che porti aiuti alla popolazione palestinese”. Un messaggio considerato inopportuno dai contestatori, non solo perché è sembrato “una campagna elettorale” ma anche perché, hanno osservato alcuni, “l’Italia ha continuato a mandare armi a Israele”.

L’accusa è stata subito rispedita al mittente da Tajani che ha assicurato ai presenti: “Dal 7 ottobre l’Italia non manda più armi a Israele, secondo quanto prevede la legge italiana”. In realtà, come denunciato da Altraeconomia e dal Fatto Quotidiano, secondo i dati Istat, da ottobre a dicembre 2023 a Tel Aviv sono arrivati 2,1 milioni di forniture.