Politica

Cleptomani e soldatini: liberiamoci di una classe dirigente che ci porta alla catastrofe

Strano che qualcuno ancora si stupisca del fatto che sempre meno persone vanno a votare. Con ogni probabilità alle prossime europee l’asticella della partecipazione elettorale scenderà ben al di sotto del 50%. Fatterelli e dichiarazioni della nostra deplorevole classe politica spiegano bene la situazione. Prendiamone due a caso. Il fatterello riguarda Piero Fassino, pilastro del Partito democratico a Torino e dintorni, innumerevoli volte deputato, varie volte ministro, una volta sindaco, atlantista e sionista esagitato. L’immagine vivente del degrado irrefrenabile di cui da tempo è preda il suo partito, principale responsabile della resistibile ascesa di Giorgia Meloni & C.

Questo signore si è fatto sorprendere per la seconda volta nel giro di poco tempo con un profumo alquanto costoso in tasca, mentre a quanto pare si avviava verso l’uscita del duty free dai cui stand aveva prelevato il profumo. In mancanza di meglio l’avvocato di Fassino potrebbe puntare sulla seminfermità mentale, sub specie di cleptomania, disturbo mentale che secondo Wikipedia “è un sintomo nevrotico, un bisogno patologico di rubare, irrefrenabile e immotivato impulso coatto al furto di oggetti anche privi di valore e non necessariamente legati ad un bisogno vero e proprio”.

La cleptomania della classe dirigente italiana (e di altri Paesi) non è del resto affatto un fenomeno nuovo. Pazienza se si limitassero a rubacchiare profumi e balocchi. I furti sono ben più estesi e il loro impatto è davvero devastante. Come dimostrato da recenti episodi di cronaca, denunciati in modo coerente dal Fatto, una delle poche voci libere rimaste nel campo del giornalismo italiano, i “nostri” politicanti rubano di tutto, dai quadri ai fondi pubblici, dall’ambiente alle risorse naturali essenziali. Ma soprattutto rubano democrazia, libertà e pace. E in ultima analisi ci rubano il diritto al futuro.

E qui veniamo al secondo fenomeno da analizzare, che è ben più grave e meno divertente del primo. La premier Meloni, che gode del consenso del 15% circa dell’elettorato, computando come opportuno anche gli astenuti, ha recentemente rivelato che è “come un soldato“. Ciò non è affatto confortante nel momento in cui Nato e complesso militare-industriale vogliono spingerci sempre più nel baratro della guerra. I soldati infatti eseguono gli ordini e gli ordini al soldatino Meloni, come scrivo da tempo, li impartiscono per l’appunto Joe Biden, nomen omen Stoltenberg e Ursula Von der Leyen, nonostante le insulse chiacchiere elettorali sull’Europa da cambiare che tutt’al più convinceranno la sorella e l’ex fidanzato. Avremmo invece bisogno di politici più attenti al bene comune e più dotati di intelligenza autonoma, possibilmente naturale e non artificiale. Merce però estremamente rara nell’Italia sciagurata del 2024, il che spiega per l’appunto la crescente fuga dalle urne.

In mancanza di adesioni spontanee alle mostruosità che vanno predicando, gli apparati più attenti allo stato mentale degli Italiani ricorrono quindi a metodi propagandistici di bassa lega. I più dozzinali ed apertamente terroristici sono gli Israeliani. Il loro terrorismo è soprattutto sul terreno ed è quello che è costato la vita in poco più di sei mesi a oltre trentacinquemila civili palestinesi tra i quali almeno quindicimila bambini, un terrorismo di Stato alimentato da flussi di armamenti, munizioni, tecnologia e denaro, provenienti dai principali Paesi occidentali tra cui, al terzo posto dopo Stati Uniti e Germania, figura l’Italia.

Ma anche un terrorismo mediatico che consiste in grossolane fake news e indigeribili panzane, tra cui spicca quella del forsennato ministro degli Esteri israeliano Katz, secondo il quale l’Iran si preparerebbe, non si capisce bene per quale motivo, a gettare una pioggia di missili sul Colosseo e su altri luoghi iconici dell’Europa e dell’Occidente. Intanto si succedono le rivelazioni sui presunti intenti guerrafondai di Putin. Obiettivo di questa vergognosa campagna mediatica è quello di diffondere paura e insicurezza tra le masse, forgiando uno stato d’animo diffuso più favorevole alla guerra che si va preparando.

Contro questa indegna classe politica occorre tenere ben alta la bandiera della razionalità e del dissenso, affermando che occorre impedire con ogni mezzo lo slittamento verso la guerra. Con Putin e Xi Jinping occorre non solo convivere, ma anche cooperare nell’interesse comune, mentre vanno ripudiati i presunti alleati, come Netanyahu, che da mesi si rende colpevole di flagrante genocidio, colla copertura indecente di Stati Uniti e altre Potenze occidentali, tra cui l’Italia.

Solo alzando con inequivocabile chiarezza la bandiera dell’onestà e della pace riusciremo a liberarci di questa indegna classe politica composta da cleptomani, soldatini di latta e altri fenomeni da baraccone, tenendo ben presente che ci meritiamo nonostante tutto qualcosa di meglio.