Politica

Il vero Concertone “politico”? È stato quello di Taranto: dalle guerre al lavoro povero fino al green, sul palco protagonisti attivisti e artisti

La guerra in Ucraina e in Palestina, l’inquinamento di Ilva e i cambiamenti climatici, il lavoro povero, i caregiver e la parità di genere, la lotta delle donne in Iran, le critiche senza sconti al governo Meloni. Per ritrovare un Primo Maggio molto politico bisogna scendere a Taranto, dove il Concertone è stato tutt’altro che anestetizzato. Sul palco montato nel parco archeologico delle Mura Greche, la giornata organizzata dal Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti è stata netta nella scelta dei temi e del linguaggio. Una presa di posizione forte che ha trovato solo una sponda mediatica per la diretta, organizzata sui propri canali social, quella de Ilfattoquotidiano.it che ha trasmesso integralmente il concerto.

Un primo “taglio” lo ha dato Michele Riondino, direttore artistico insieme a Diodato e Roy Paci, tornando sulle polemiche scatenate dalla foto del presidente del Senato Ignazio La Russa a testa in giù, che l’attore e regista tarantino aveva postato lo scorso 25 aprile: “Non condivido le loro idee e mi impegnerò, lotterò perché la loro sconfitta politica avvenga il prima possibile”, ha rivendicato dal palco sottolineando che di essere stato “imprudente” ma “non auspicherei mai violenza” e precisando che “capovolgere la realtà significa alludere, capovolgere una fotografia può significare alludere ma comunque la si giri resta sempre quella immobilità definitiva”.

Da lì in poi, fino a tarda sera, è stato un continuo dar voce a istanze e battaglie. Sul palco è risuonata più volte la parola “genocidio” in riferimento all’invasione israeliana di Gaza, in particolare durante l’intervento di Jarban Bassem, rappresentante delle comunità palestinesi di Puglia e Basilicata. Attorno alle 22, intervistato da Valentina Petrini, sul palco è salito Roberto Salis, il padre di Ilaria, l’insegnante detenuta a Budapest da ormai quindici mesi e ora candidata al Parlamento Europeo da Alleanza Verdi-Sinistra: “Io credo che votare per Ilaria sia per i ragazzi votare per se stessi, non tanto per Ilaria quanto per se stessi”, ha detto il padre dell’attivista reclusa.

Con l’inviato della Rai Nico Piro si è parlato di pace, guerre e del loro racconto sui media, sul palco sono saliti gli attivisti di Friday for Futures, Extinction Rebellion e Ultima Generazione per rivendicare i loro metodi di lotta contro i quali il governo ha varato norme specifiche: “Durante il G7 qui in Puglia abbiamo organizzato un campeggio dove parleremo dei nostri temi”. E poi il lavoro, ci mancherebbe, con Francesca Coin, autrice del libro Le grandi dimissioni, e con i lavoratori di Ilva: “Ci hanno tradito tutti: da destra a sinistra, parlando di idrogeno, produzione verde. La verità è che ci ammazzano a ogni decreto”.

Con loro anche Dario Salvetti del collettivo di fabbrica ex Gkn, lo stabilimento fiorentino che è da anni al centro di una vertenza che vede fallire in serie piani di rilancio ma continua a non prendere in considerazione quello degli operai: “Da quattro mesi siamo senza stipendio e noi abbiamo un piano di riconversione per la fabbrica affinché possa produrre biciclette per una diversa mobilità urbana”. Un continuo “dissenso pacifico”. La presidente del Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti, Simona Fersini, ha portato sul palco lo striscione “Daspo a vita per Acciaierie d’Italia”, a causa del quale i tifosi del Taranto Calcio sono stati multati: “Adesso c’è lo Stato che ci inquina. E per noi vale ‘Daspo a vita per chi ci inquina’”.

Non si sono tirati indietro neanche gli artisti. “Questo è un concerto antifascista e noi siamo artisti antifascisti. Questo è un periodo in cui ci sono le nubi ma le nubi sono solo l’assenza di luce, basta accenderla e le nubi vanno via”, è stato il messaggio di Naip, protagonista di X Factor 2020. Mentre Brunori Sas ha rimarcato come alcune delle sue canzoni portate sul palco sia state partorite quando Matteo Salvini era ministro dell’Interno e la battaglia contro l’arrivo dei migranti monopolizzava il battito politico, ironizzando sui “nostalgici”. Francesca Michielin ha invece regalato al pubblico di Taranto una versione rifatta della sua hit Nessun grado di separazione, diventata Nessun tipo di retribuzione: “Il mondo del lavoro dovrebbe essere libero da servilismo, mafie e da tutte quelle cose che non rendono liberi”, ha ricordato sottolineando che “abbiamo sorriso ma non può andare avanti così, qualcosa dovrà cambiare”.