di Stefano Lenzi*
Risulta, da indiscrezioni di stampa, che il 17 aprile scorso l’amministratore delegato della Stretto di Messina SpA Pietro Ciucci abbia fatto una telefonata di fuoco al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini in una pausa dei lavori della Conferenza di Servizi, convocata per dare il via libera al cosiddetto progetto definitivo (PD) 2024 del Ponte sullo Stretto di Messina. Gli erano saltati i nervi dopo aver letto, incredulo, che fosse stato reso noto un pesante documento della Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale che demoliva il PD. Infatti, il 15 aprile scorso la Commissione Via del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 237 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina SpA, nell’ambito della valutazione del cosiddetto progetto definitivo del Ponte.
Ciucci si è sentito tradito, perché il progetto del ponte sullo Stretto di Messina lo vede proprio come una sua creatura. Il ministro Salvini ha messo la sordina sul ponte nella campagna elettorale per le Europee, quando ha capito che non ci sarebbe stato alcun nastro da tagliare prima dell’8 e 9 giugno.
Il ponte di Ciucci è una creatura più vicina a Frankenstein che a Bella Baxter. Sui tavoli tecnici arriva nel 2003 il progetto preliminare (PP) del ponte a campata unica di 3,3 km di lunghezza sorretta da torri alte 400 metri. che passa una prima fase di Via, solo perché nel 2001 era stato innescato il turbo delle procedure derivanti dalla legge Obiettivo. Poi, un errore dietro l’altro: nel 2011-2012 viene elaborata la prima versione di PD. Persino la pavida Commissione di Via nel 2013 non ebbe il coraggio di dare il suo assenso e, comunque, rese una Valutazione di Incidenza negativa. E ora le bordate della Commissione Via sul PD 2024 e le 534 pagine di Osservazioni, che demoliscono sistematicamente la presunta sostenibilità ambientale del progetto, redatte ad associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, WWF) e comitati locali (Associazione “Invece del Ponte” e Comitato No Ponte Capo Peloro).
I disegnini e i progetti si succedono, ma se c’è una certezza è che Ciucci da 2002 al 2013 è sempre lì, amministratore delegato di Stretto di Messina SpA. Votato al martirio, Ciucci è stato riesumato insieme alla concessionaria pubblica SdM SpA nel 2023, dopo il lungo sonno della stessa concessionaria che nel 2013 era stata messa in liquidazione a seguito del passo falso del General Contractor Eurolink (capeggiato da Webuild) che non riuscì a produrre entro il 1° marzo 2013 i documenti tecnici ed economico-finanziari.
Insomma, è su Ciucci che ricadono le maggiori responsabilità passate, presenti e future; passate perché è stato l’ad di SdM SpA, il padre dell’atto integrativo 2009 al contratto 2006 tra SdM SpA ed Eurolink. Atto integrativo che la Corte dei Conti ha valutato nel 2016 che abbia favorito il privato. Inoltre, è stata la SdM SpA a dare ad Eurolink (capeggiata da Impregilo e ora da Webuild) gran parte di quei 213 milioni di euro in studi, ricerche e progetti inconcludenti dal 1981 al 2013.
Non risulta, poi, che Ciucci abbia fatto qualcosa nel 2012 per scongiurare la costruzione della bretellina ferroviaria di Cannitello (costata 26 milioni di euro) che è stata realizzata per aggirare un pilone del ponte fantasma, trasformatasi ora in ecomostro.
Nel 2013, con ad Ciucci, la concessionaria pubblica SdM SpA viene messa in liquidazione e avanza una scandalosa richiesta di indennizzo allo Stato per 300 milioni di euro (!) Sempre la Corte dei Conti freddamente rileva che si tratta di una richiesta in contrasto con i principi di proporzionalità, razionalità e buon andamento dell’agire amministrativo. Ma nonostante tutto ecco che il ministro Salvini, per premio, nel 2023 rimette in campo Ciucci di nuovo come ad della SdM SpA.
Ciucci è tornato a dirigere l’orchestra, ma il cosiddetto PD 2024 del ponte, che l’ad SdM SpA ha contribuito convintamente a rilanciare, ha incassato il 29 gennaio scorso 68 punti critici persino dallo stesso Comitato Scientifico della SdM SpA (su aspetti rilevanti quali la resistenza del ponte a terremoti devastanti e a venti turbolenti).
Ciucci era in Conferenza di Servizi il 16 aprile, sinora non bloccata, a sostenere un PD già morto (la richiesta di integrazioni alla Via è del 15 aprile). Sempre Ciucci, intemerato, ha cominciato un giro per parlare con i Comuni interessati dei vincoli preordinati di esproprio. Ci domandiamo, ingenui, come possa Ciucci, in tutta coscienza, andare in giro a promuovere qualcosa di indifendibile.
Per il futuro ci auguriamo solo che non voglia avallare l’idea della costruzione di piccole opere complementari (la bretellina ferroviaria lì, la tangenziale stradale là, il raddoppio di una galleria o anche un dissalatore, il muraglione…) ad un ponte che non sarà mai costruito. Ci auguriamo che questo destino da commesso viaggiatore imbarazzi l’ad di Stretto di Messina SpA. Anzi, ci permettiamo di suggerire, visto che le valigie sono già pronte: perché non mettere fine a questo viaggio tribolato? Non è mai troppo tardi.
*Ufficio relazioni istituzionali WWF Italia