Il 12 marzo era stato John Barnett, ex dipendente dell‘azienda aerospaziale statunitense Boeing che aveva denunciato violazioni degli standard di sicurezza nei processi di produzione degli aerei di linea della compagnia, era stato trovato senza vita. Ora un altro ex dipendente della Boeing che aveva denunciato i difetti di produzione del 737 Max, Joshua Dean, dopo una breve malattia come riporta il Guardian. Dean, 45 anni, ex revisore della qualità presso il fornitore di Boeing, Spirit AeroSystems, aveva presentato una denuncia alla Federal Aviation Administration (Faa) sostenendo che “la gestione della qualità della linea di produzione del 737 era gravemente e grossolanamente scorretta” presso Spirit.

Gli incidenti – Nel 2018 e nel 2019, due aerei 737 Max sono stati coinvolti in incidenti mortali che hanno causato la morte di 346 persone. I due incidenti – nel marzo del 2019 e nell’ottobre del 2018 – avevano portato allo stop. Successivamente era emerso che “Boeing sapeva dal 2016 dei problemi del sistema di sicurezza: prima della certificazione per volare”. Ma recentemente ci sono stati una serie di incidenti – per fortuna senza vittime – che hanno riacceso l’attenzione sulla compagnia. Senza dimenticare che il 737 Max della Boeing è stato “bocciato” in 33 verifiche su 89 dopo le verifiche richieste dopo un incidente registrato a gennaio quando un portellone era esploso in volo.

La morte del whistleblower – Dean è stato licenziato dalla Spirit l’anno scorso e ha presentato una denuncia al Dipartimento del Lavoro sostenendo che il suo licenziamento era stato una ritorsione per aver sollevato problemi di sicurezza. Secondo il Seattle Times, Dean è stato ricoverato in ospedale dopo aver avuto problemi di respirazione. È stato intubato e ha sviluppato una polmonite e una grave infezione prima di morire due settimane dopo. L’uomo era rappresentato dallo stesso studio legale di Barnett l’altro informatore trovato morto a marzo per quella che sembrava essere una ferita d’arma da fuoco autoinflitta. Barnett aveva trascorso quasi tre decenni alla Boeing e nel 2019 dichiarò al New York Times di aver trovato “grappoli o schegge di metallo” appesi ai cavi dei comandi di volo che avrebbero potuto causare danni “catastrofici” se fossero penetrati nei fili. Le autorità di regolamentazione statunitensi stanno indagando sulla Boeing da mesi.

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