Salute

Cos’è il Dopamine Detox, il nuovo trend su TikTok: ecco perché non riesci a mettere giù il telefono

Ultimamente si parla spesso – con toni piuttosto allarmati – della dopamina e di come dovremmo ‘depurarci’ per essere più motivati e concentrati. La chimica del nostro cervello, però, non funziona così

Quand’è stata l’ultima volta che hai controllato il telefono? O che hai aperto le chat pur non avendo ricevuto nessuna notifica? Mentre mangi, passeggi o pieghi il bucato, ascolti un podcast o la musica pur di non stare da solo nella tua testa? Questi comportamenti probabilmente ti suoneranno familiari: lo smartphone oggi non è più un mezzo per fare “altre cose” – come telefonare o mandare una mail – ma una forma di distrazione continua. Un po’ come una tv da accendere in sottofondo in qualsiasi momento della nostra giornata. Ultimamente, quando si parla dei social media e di come catalizzano la nostra attenzione, si chiama in causa un particolare neurotrasmettitore: la dopamina. Ma cosa c’entra con lo scroll infinito che facciamo prima di andare a letto? E soprattutto: abbiamo veramente bisogno di disintossicarci attraverso un “dopamine detox”?

Come funziona la dopamina
La dopamina è una sostanza chimica che svolge il ruolo di neurotrasmettitore nel sistema nervoso centrale. Sappiamo che viene rilasciata quando proviamo sensazioni piacevoli: se ascoltiamo la nostra canzone preferita, dopo un buon pasto o al termine dell’attività sessuale, oppure quando raggiungiamo un obiettivo. La dopamina, insomma, è associata a un meccanismo di ricompensa e svolge un ruolo importante nel sentirci motivati, nel portare a termine un compito e nell’apprendimento.

Ma è stato osservato che questo circuito – maggiore la dopamina in circolo, maggiore la spinta a cercala – gioca anche un ruolo nelle dipendenze, che siano causate dagli stupefacenti, dal cibo o perfino dallo shopping compulsivo. Le gratificazioni digitali, come i videogiochi e i social media, potrebbero agire in modo simile, causando dei picchi. “Viviamo in un’epoca di accesso senza precedenti a stimoli ad alta ricompensa”, scrive Anna Lembke, psichiatra e docente della Stanford University School nel suo libro L’Era della Dopamina (Roi Edizioni). “Lo smartphone è un moderno ago ipodermico, che fornisce dopamina digitale 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a una generazione sempre connessa”.

Cos’è il Dopamine Detox e perché è diventato un trend
Per uno strano paradosso, le stesse piattaforme che alimentano il problema sono anche quelle che propongono (dal loro punto di vista) una soluzione. Su Instagram e TikTok infatti si parla molto di “dopamine detox” o di “dopamine fasting” cioè una sorta di ‘digiuno’ per disintossicarsi dagli alti livelli di dopamina. Influencer senza nessuna competenza medica suggeriscono ai propri follower come ‘manipolare la chimica del cervello’ per ritrovare calma, appagamento e controllo per essere più produttivi, più concentrati e, in ultima analisi, più felici. Questi creator documentano dettagliati “percorsi di disintossicazione” suggerendo di tagliare per una settimana social media, caffeina, porno e perfino l’attività fisica più intensa, sostituendola con passeggiate e meditazione.

La tendenza è sotto molti aspetti problematica: innanzitutto, un conto è prendersi una pausa dai social media, un altro è tirare in ballo le neuroscienze. La dopamina non è una sostanza pericolosa, ma funzionale – e quindi non esiste una dopamina buona o cattiva: la chimica del cervello è molto più complicata di così. La parola “detox” è fuorviante, perché generalmente indica la rimozione di qualcosa di dannoso e innaturale dal nostro corpo. Quel che si può fare, semmai, è individuare quelle abitudini che minano il nostro benessere fisico e psicologico, capirne le cause ed eventualmente lavorarci su, anche eventualmente attraverso l’aiuto della terapia. Se l’obiettivo, per esempio, è ridurre l’uso compulsivo dello smartphone, postare reel sul detox digitale, controllare le visualizzazioni e leggere i commenti è quantomeno controproducente, per non dire ingenuo. Esattamente come continuare a guardare video sull’argomento invece di fare una passeggiata, leggere o incontrare un amico. Come spesso accade sui social, è facile trovare una spiegazione semplice a un fenomeno complesso: dare la colpa a una molecola chimica è più facile che riflettere su cosa ci manca davvero, e agire concretamente per affrontare l’origine dei nostri comportamenti. Se ci sembra che le app ci stiano ‘rubando il tempo’ c’è sicuramente un problema, ma non è su TikTok che troveremo la risposta.