Giustizia & Impunità

Falsi vaccini per ottenere il Green pass, 24 condanne: c’è anche un politico di Fratelli d’Italia. A processo 98 persone

Finte vaccinazioni per ottenere il Green pass. È arrivata al vaglio di un giudice l’inchiesta della procura di Ravenna che aveva indagato 226 persone. Tutte imputate per falso in concorso con il medico che aveva simulato l’immunizzazione. Tra i 24 condannati con il rito abbreviato – a pene tra gli 8 e i 12 mesi – c’è anche Alberto Ferrero, consigliere comunale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. Sono invece 98 le persone rinviate a giudizio (il processo partirà a fine gennaio); 17 quelle prosciolte mentre le altre (71) hanno scelto di patteggiare pene più lievi, tutte sospese e convertibili in una sanzioni pecuniaria.

Il giudice per l’udienza preliminare, Andrea Galanti, ha deciso sugli accertamenti della polizia su decine di green pass fasulli scoperti dopo una verifica della polizia, in un ambulatorio di Marina di Ravenna dove operava il medico Mauro Passarini. Secondo quanto emerso, e in larga parte confermato dal medico, le iniezioni del vaccino per prevenire il Covid a molti degli indagati, non erano state fatte oppure erano state fatte in maniera estremamente diluita.

Passarini, medico 67enne di Marina di Ravenna, a fine 2023 ha patteggiato due anni per i reati di falso, peculato (per via della contestata appropriazione di fiale Pfizer) ed evasione dagli arresti domiciliari (era caduta nei suoi confronti l’accusa di corruzione). Per lui l’arresto era arrivato il 10 novembre 2021: dopo qualche giorno di cella era andato ai domiciliari per infine tornare completamente libero. Lo scorso marzo aveva perso la convenziona con l’Ausl. Al processo era stata ammessa come parte civile anche l’Ausl Romagna. Il procedimento vedeva infatti coinvolti anche cinque dipendenti dell’azienda sanitaria. Tra gli imputati figurano alcuni infermieri e medici dell’Ausl Romagna (che si è costituita parte civile) i quali hanno perlopiù scelto di difendersi in dibattimento.

La condanna più alta (un anno, pena sospesa) è stata inflitta al guaritore di Padova a cui Passarini si era in passato avvicinato e che per l’accusa avrebbe fatto da collettore tra il vaccinatore e diversi no vax di città del nord Italia. L’indagine della squadra Mobile ravennate – coordinata dal Pm Angela Scorza – era partita da una vaccinazione fasulla su una minore accompagnata apposta a Marina di Ravenna dal padre da Belluno: era stata la madre della ragazzina a presentare il primo esposto. Le perquisizioni avevano poi portato al sequestro a Passarini di 13 fiale Pfizer ormai compromesse perché abbandonate a temperatura ambiente.