Food for profit, il docu-film di Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi che svela i rapporti fra l’industria della carne e la politica verrà trasmesso in televisione domenica prossima, 5 maggio, alle 20:55 su Rai 3 a Report. L’indagine, frutto di un lavoro di cinque anni, mostra il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico. Al centro, si legge nella presentazione del docu-film, i soldi, miliardi di euro, che l’Europa destina agli allevamenti intensivi che sono, tra le altre cose, uno delle principali cause dell’inquinamento ambientale e dei cambiamenti climatici. Il trailer era uscito lo scorso 24 febbraio e, dopo l’anteprima all’Eurocamera di Bruxelles, con un successo crescente nelle sale italiane, il documentario è stato presentato lo scorso 20 marzo alla Camera dei deputati, nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari. Un documentario investigativo che ora approda in Rai grazie all’iniziativa di Sigfrido Ranucci.

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In una diretta su ilfattoquotidiano.it con il vicedirettore Simone Ceriotti e la collega Luisiana Gaita, lo scorso 13 aprile, Giulia Innocenzi ha approfondito i temi trattati nel film, che documenta il confronto diretto della giornalista con allevatori, multinazionali e politici. un lavoro condotto con una squadra di investigatori che ha lavorato sotto copertura negli allevamenti dei principali paesi europei, svelando la realtà che si cela dietro le eccellenze della produzione di carne e formaggio. A Bruxelles, un lobbista è riuscito a portare con sé una telecamera nascosta là dove le decisioni vengono prese, raccogliendo informazioni sconvolgenti. Un vero e proprio caso cinematografico capace di raccogliere applausi nelle sale di tutta Italia e non solo. Un successo di pubblico non scontato viste le difficoltà riscontrate durante la produzione di questa inchiesta che ha richiesto anni di lavoro e fatica. “Nessuno voleva finanziare questo film. È stata una produzione dal basso – ha detto Innocenzi -. Denunciamo i 400 miliardi di euro della politica agricola comune di cui la maggior parte viene destinata agli allevamenti intensivi, questi sussidi devono finire”.

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