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I russi sfondano nel Donetsk: il rischio di un effetto domino su tutto il fronte ucraino. Mosca vuol portare le truppe al fiume Dnepr

In questi ultimi giorni la notizia del nuovo “pacchetto di aiuti” inviato all’Ucraina, pari a 61 miliardi di dollari, sembrava aver risollevato il morale dell’opinione pubblica occidentale, ormai sempre più afflitta dalla lenta, ma inesorabile, avanzata delle forze del Cremlino. Tuttavia, la realtà sul terreno è avversa alle armi di Kiev. I russi sono in continua avanzata e hanno sfondato in più punti le linee difensive ucraine, a corto di mezzi e soprattutto di soldati. L’ultima breccia aperta nel fronte ucraino è quella a est di Ocheretino, nel Donetsk. Una conquista che, se sommata alla superiorità militare e al ritorno della bella stagione, potrebbe scatenare un effetto domino in grado di favorire un’avanzata russa dall’impeto ben superiore rispetto a quello a cui si è assistito fino a oggi.

A quanto pare, la Russia starebbe costruendo una nuova base aerea nella regione di Belgorod, a soli 70 km dall’attuale confine. Ciò indicherebbe che spingerà la linea del fronte verso ovest, almeno fino al confine naturale del fiume Dnepr. Se così non fosse, costruire una base del genere a portata degli ATACMs dell’Ucraina sarebbe a dir poco controproducente. La pista è lunga 1.800 metri e può ospitare qualsiasi tipo di aereo da combattimento in dotazione alle Forze Aerospaziali russe, compresi i cacciabombardieri Sukhoi Su-34. La costruzione è iniziata lo scorso autunno e quest’estate sarà probabilmente pronta per diventare operativa e ricevere i velivoli.

In direzione di Avdiivka quasi tutte le alture intorno alla città sono sotto controllo dei russi, così la situazione sul campo sta gradualmente diventando sempre più chiara. Le forze armate russe stanno avanzando a est di Ocheretino nelle piantagioni forestali. Come ha ammesso il portavoce del comando militare Khortytsia Nazar Voloshyn, lì “il nemico è riuscito a sfondare“. In questo momento, gli ucraini stanno accumulando forze a Novoaleksandrovka e Arkhangelsk per lanciare un contrattacco e cacciare l’esercito russo. Nonostante questo, i russi sono avanzati di quasi un chilometro e mezzo verso ovest e hanno preso il controllo del territorio intorno alla fabbrica di mattoni di Al’tkom.

Dopo lo sfondamento della difesa delle forze armate ucraine nella regione di Kharkiv, la 1ᵃ Armata Corazzata delle Guardie continua l’assalto a Kislovka, in direzione di Kupyansky. Questa grande unità, oltre ad essere un reparto d’élite dell’Esercito della Federazione Russa, ha un quantitativo di carri armati superiore a quello dell’intero Esercito della Germania. Anche secondo le fonti ucraine, l’attacco russo nella direzione di Kupyansky è riuscito ad avere successo e i russi sono stati in grado di conquistare una parte a est di Kislovka, ovvero un’area lungo la ferrovia, larga fino a 1,85 km con una profondità di circa 600 metri.

Insomma, il disastro di Ocheretino si sta delineando in tutta la sua drammaticità (per Kiev). Keramik e Novokalinovo sono state prese. I soldati ucraini fuggono o si arrendono. Arkhangelskoye, situata in pianura, è molto probabilmente già condannata. Così, una volta completato l’accerchiamento di Arkhangelskoye, i fianchi di Ocheretino saranno completamente assicurati. L’occupazione delle alture rimanenti porterà ad ulteriori cedimenti della linea ucraina, consentendo all’esercito russo di passare all’attuazione della principale minaccia strategica, con l’accesso al nodo stradale della rotta per Konstantinovka (12 km a nord-ovest di Ocheretino).

Ma perché tutto ciò è così importante? Il completo successo del piano operativo del Cremlino, con uno sfondamento a nord-ovest, farà esplodere l’intera situazione del fronte, con un possibile effetto domino che potrebbe rivelarsi molto problematico da fermare per Kiev. Le forze ucraine non hanno più riserve in termini di “materiale umano”. Ogni qualvolta si apre una falla devono spostare truppe dalla linea difensiva per andare a tappare la falla. Mentre i russi, al contrario, sono in grado di alimentare le loro “teste di ponte” e andare ad affondare laddove il nemico si indebolisce.

In queste condizioni, l’aiuto in termini di armamenti offerto dall’Occidente viene molto ridimensionato in senso negativo per una serie di ragioni. Uno dei principali è che questo è stato concepito per mantenere una difesa statica. Se la difesa viene sfondata e si sgretola rapidamente, non è chiaro dove creare magazzini e come costruire la logistica, asset indispensabili per poter alimentare la linea difensiva. Sembrerebbe, quindi, che la Russia otterrà significativi vantaggi tattici/strategici nelle prossime settimane, mentre l’Ucraina attende l’arrivo al fronte dei nuovi armamenti inviati dagli Stati Uniti. La possibilità di contrattaccare da parte degli ucraini, al momento, è relegata a piccoli settori del fronte e non sono certo in grado di lanciare attacchi massicci per respingere indietro la linea delle forze russe.

A favorire le aspirazioni di Mosca di arrivare fino al fiume Dnepr arriva anche la stagione. Più ci si avvicina il bel tempo, con conseguente indurimento del terreno, più le forze russe, in grado di manovrare maggiormente rispetto a quelle ucraine, avanzeranno verso ovest. L’obiettivo di Mosca, probabilmente, è di occupare la parte di territorio ucraino che si trova a est del fiume Dnepr, di modo da poter disporre di un minimo di profondità strategica nei confronti dei paesi della NATO. La condizione minima per la quale il Cremlino sarebbe disposto a instaurare delle trattative di pace con Kiev e i suoi alleati occidentali.