Scuola

Il rettore dell’Università di Bari Bronzini si aumenta lo stipendio del 130%: “Tutti dovrebbero farlo”

Dopo il rettore del Politecnico barese Francesco Cupertino e il tentativo del numero uno dell’università di Lecce, Fabio Pollice, anche il numero uno dell’ateneo di Bari Stefano Bronzini ha deciso di alzarsi lo stipendio. Non del 400% come il collega, ma “solo” del 128% per un totale di 160mila euro lordi. L’incremento è stato concordato dopo il cda dello scorso 29 aprile, quando alla conclusione dell’iter interno all’ateneo è stata presentata la richiesta formale al ministero dell’Economia.

La misura, come negli altri casi, è una possibilità legittimata dal Dpcm 143 del 2022 promulgato sotto il governo Draghi. Dunque, se il dicastero riterrà che ci sono le condizioni per procedere, Bronzini sarà assecondato nella sua richiesta di alzarsi l’attuale indennità annuale da 71mila a 160mila euro lordi, con effetto retroattivo anche sul 2022 e 2023. “Tutti i capi delle università italiane dovrebbero tutelarsi con un’assicurazione che sia in grado di coprire i costi delle responsabilità”, ha chiosato Bronzini che, comunque, ha cercato di scaricare ogni responsabilità a lui attribuita.

“L’adeguamento dell’indennità è collegato a una nota del Mur che noi abbiamo messo in applicazione. Ora attendiamo responsi dal Mef. Tutto ciò non è un automatismo: quando finirà questo iter dovremo decidere. Magari varrà tutto a partire dal primo ottobre 2025, quando il mio sessennio sarà concluso”, le parole di Bronzini riportate dall’edizione barese del Corriere della Sera. Stesse parole che sanno di acqua sul fuoco anche per la retroattività della misura: “È una clausola prevista nella nota ministeriale. La richiesta della sua applicazione non vuol dire che sarà applicata”.