Nuovi interventi contro gli studenti nei campus statunitense dove sono in corso mobilitazioni a sostegno di Gaza. La polizia di New York ha dichiarato di aver sgomberato stamattina l’accampamento della New York University (NYU) su richiesta dell’università. L’ateneo ha richiesto “assistenza per disperdere l’accampamento illegale nella loro proprietà”, ha detto il vice commissario per le operazioni della polizia di New York, Kaz Daughtry. Giovedì il presidente Joe Biden ha sostanzialmente dato via libera alla repressione delle mobilitazioni studentesche parlando di “caos” che deve essere evitato.

Un gruppo di studenti di Princeton hanno cominciato uno sciopero della fame in segno di solidarietà con i palestinesi di Gaza. Gli studenti appartenenti al gruppo Princeton Israeli Apartheid Divest chiedono all’ateneo Ivy League del New Jersey di ritirare gli investimenti da società che indirettamente aiutano le azioni militari di Israele a Gaza. E mentre proseguono sgomberi e arresti (oltre 2000 dall’inizio delle mobilitazioni), la protesta si estende e coinvolge ora anche all’Australia. Ultimo di una lunga serie di paesi in cui si registrano mobilitazioni, tra cui Francia, Canada, Libano, Messico, Spagna, Gran Bretagna e, in una qualche misura, anche Italia.

In Australia le manifestazioni filo-palestinesi si sono diffuse ai campus universitari di tutto il paese, con alcuni tafferugli con manifestanti filo-israeliani a Sydney. Come negli Usa, ed altrove, gli studenti chiedono che le università rompano tutti i legami accademici con Israele e interrompano i partenariati di ricerca con i produttori di armi. Al momento non sono stati effettuati arresti. Curiosa iniziativa intanto della milizia yemenita Houthi che offre agli studenti americani espulsi dalle università in seguito alla partecipazione alle mobilitazioni, la possibilità di andare a studiare in Yemen.

In Francia le forze dell’ordine sono di nuovo intervenute alla facoltà parigine di Sciences Po. Il governo francese fa sapere che su questo punto “la fermezza è totale e continuerà ad esserlo”. Secondo le testimonianze, molti poliziotti e gendarmi si erano posizionati già da questa mattina attorno alla facoltà, da ieri sera nuovamente occupata da studenti sostenitori della causa palestinese. Verso le 11:30, gli agenti sono entrati nell’edificio, dove si sono trovati di fronte un gruppo di studenti, seduti, che gridavano “Israele assassini, Sciences Po complici”. Dopo alcuni minuti di confronto, le forze di polizia hanno cominciato ad evacuare.

In Italia una targa in memoria di Sufian Tayeh è stata apposta stamane dagli studenti all’ingresso della facoltà di Fisica alla Sapienza. “Fisico, teorico e ricercatore palestinese, rettore dell’università islamica di Gaza, è stato brutalmente ucciso dai bombardamenti israeliani nella sua casa insieme a tutta la sua famiglia. Gli studenti de La Sapienza vogliono ricordarlo insieme a tutte le persone che sotto le bombe non hanno più accesso allo studio e alla ricerca libera”, si legge nella targa. L’iniziativa è stata promossa dai collettivi e da Cambiare rotta.

A Milano, piccolo giallo. Gli organizzatori parlano dell’annullamento di un convegno su Israele che avrebbe dovuto tenersi alla Statale il 7 maggio. L’ateneo replica però di aver saputo “unicamente dagli organi di informazione” che il convegno era stato annullato. L’associazione Italia Israele di Savona, fanno sapere dall’ateneo, non ha risposto alla proposta fatta ieri dal rettore Elio Franzini di tenere l’incontro online. Gli organizzatori (associazione ProIsraele) afferma che la Digos ha segnalato la potenziale pericolosità dell’evento. Ma la Questura smentisce in serata con una note in cui spiega di non essere mai stata interpellata. “Pertanto, la Questura non ha potuto sviluppare alcuna valutazione in merito agli eventuali rischi connessi allo svolgimento dell’iniziativa”.

Al Politecnico di Torino una quarantina tra studenti e docenti si sono ritrovati oggi in una delle aule dell’ateneo per discutere del presidio al senato accademico del 7 maggio, quando verrà presentato un documento, redatto da diversi studenti e rappresentanti del corpo accademico, in cui si chiede che il Politecnico chiarisca i suoi rapporti con le istituzioni e aziende belliche israeliane. Sono intervenuti al dibattito gli attivisti di Cambiare Rotta, Palestina Libera, Bds Torino e Massimo Zucchetti, docente di Nuclear technologies e presidente del Cisp, Centro Interateneo di Studi per la pace.

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