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Myanmar, la giunta militare ha vietato agli uomini di andare a lavorare all’estero: in migliaia davanti alle ambasciate per i visti

La giunta militare che governa il Myanmar dal 2021 ha sospeso il rilascio dei permessi per gli uomini che vogliono lavorare all’estero. Lo fa sapere il ministero del Lavoro che ha deciso di “sospendere temporaneamente” l’accettazione delle domande di uomini che desiderano lavorare fuori dai confini del Paese. La misura – continua il ministero – è necessaria per “verificare i processi di partenza e per altre questioni“.

La decisione arriva dopo che il governo ha introdotto una legge sulla coscrizione militare portando così migliaia di persona a lasciare il Paese. La giunta, che sta lottando per reprimere la diffusa opposizione armata al suo governo, nel febbraio scorso ha dichiarato, infatti, che avrebbe applicato una legge per richiamare tutti gli uomini a prestare servizio militare per almeno due anni. E questo, ha spinto migliaia di persone a mettersi in coda per i visti davanti alle ambasciate straniere a Yangon, mentre altri hanno tentato di attraversare il confine con la vicina Thailandia per sfuggire alla legge. Secondo una stima dell’Organizzazione internazionale del lavoro che cita dati dell’allora governo, nel 2020 più di 4 milioni di cittadini birmani lavoravano all’estero. La cifra, però, potrebbe essere di gran lunga maggiore visto che – fanno notare gli analisti – in molti lavorano all’estero in nero.