Pensieri in libertà (con libertà di pensiero) sulla settimana NBA
Qualcuno pensava che Jalen Brunson fosse così forte in attacco, quando era in maglia Dallas Mavericks? Allora, complimenti. Ha avuto un’esplosione offensiva negli ultimi due anni sinceramente sorprendete. Nel primo turno di playoff contro Philadelphia, l’ex Villanova ha probabilmente giocato il suo miglior basket di sempre (35,5 punti di media con 9 assist). Con la palla in mano sembra poter andare dove vuole. Questo, peraltro, senza essere un velocista o un trattatore della sfera alla Tim Hardaway. Quando prende il centro area in uno contro uno, e si gira cadendo all’indietro sul perno sinistro, fa spesso canestro in modo automatico. Si fa trovare pronto anche in spot-up, anche se è giocatore che va a cercarsi proattivamente la ricezione un’azione su due per attaccare on-the-ball. Contro i Sixers non ha tirato bene da tre (30,4%), ma ha guidato l’attacco di New York con freddezza e istinto killer, che male non fa. Phila va a casa. I Knicks avanzano al secondo turno. Ma la domanda (o perplessità) è: Brunson può davvero essere un primo violino di una squadra che vuole arrivare in finale di conference?