“Sono cambiate anche le dinamiche di movimento: è aumentata la potenza, ora si gioca con più esplosività perché i tennisti caricano il movimento su tutte le articolazioni, e in particolare sull’anca. Se si arriva a una diagnosi già quando il paziente lamenta problemi all’inguine, puoi intervenire“. Queste le dichiarazioni del dottor Nicola Santori – specialista delle problematiche legate all’anca – rilasciate in un’intervista a Fanpage.it. Il chirurgo membro del comitato direttivo della Società Italiana dell’Anca ha analizzato il problema accusato da Jannik Sinner, durante il torneo a Madrid, che l’ha costretto a ritirarsi dalla competizione.
L’anca di Sinner: “Bisogna capire se c’è una problematica a monte oppure no”
Specialista delle problematiche legate all’anca, il dottor Santori ha dato una sua opinione sul “caso” Sinner e sul suo forfait a Madrid. Queste le sue parole: “Da quello che ho letto, lui raccontava di aver avuto già dei problemi, nella prima parte della sua carriera, e credo si riferisse sempre all’anca. Questo gesto di sofferenza sull’anca non è una novità, già in altri tornei l’avevo visto toccarsi l’inguine. Dovrà fare degli esami per escludere una patologia che interessa frequentemente gli sportivi, quella che chiamiamo ‘conflitto femoro-acetabolare‘”.
Cosa si intende per conflitto femoro-acetabolare? “Di fatto è un’anca che si sviluppa con una forma non perfetta. Questo avviene con una certa frequenza soprattutto in chi, durante gli anni di crescita, fa sport intensivo. Succede che il collo del femore, come per una reazione agli stress eccessivi, si sviluppa con un diametro maggiore del normale”, spiega l’esperto. Il numero elevato di partite disputate potrebbe essere una conseguenza? La risposta del chirurgo: “Giocare tanto può incidere su un’articolazione che si infiamma, ma può valere per qualsiasi articolazione. Il problema è capire se c’è una problematica a monte oppure no. Bisogna capire se c’è un’infiammazione: in quel caso la tratti e la risolvi. Nel tennis abbiamo il caso di Murray, al quale è stata impiantata una protesi abbastanza precocemente. A un certo punto della sua carriera si è trovato con un’anca che presentava un conflitto femoro-acetabolare. Un problema serio, che hanno cercato di risolvere con un’artroscopia, con l’obiettivo di rimodellare il collo del femore. Però è dovuto andare incontro a un intervento di protesi”.
Il timore per Sinner: “Un conflitto femoro-acetabolare”
Secondo l’esperto, il rischio per Sinner è dietro l’angolo: parola d’ordine, dunque, cautela: “Se si presenta il problema di un conflitto femoro-acetabolare significa che si può danneggiare l’articolazione in maniera precoce. Se si arriva a una diagnosi già quando il paziente lamenta problemi all’inguine, puoi intervenire: magari se l’atleta ha sui 20-22 anni correggi in artroscopia questa anomalia e l’anca torna come nuova. Il problema è che se tu aspetti e aspetti, la cartilagine si danneggia e a quel punto correggere la deformità non dà gli stessi risultati. Ed è questo il caso di Murray. Hanno corretto la deformità, ma la cartilagine si era già rovinata: non ha avuto un buon risultato e si è dovuto operare di nuovo e mettere la protesi”. Il tennista britannico infatti non è più tornato ai suoi livelli: era stato numero 1 al mondo e due volte vincitore di Wimbledon. Il dottor Santori ha concluso: “In teoria Sinner rischia che la problematica si trascini e si crei quello scenario per cui ti fermi, poi riparti, poi ti rifermi, poi riparti. Ha fatto bene a fermarsi a Madrid e sono sicuro che è già in buone mani“.