Un interrogatorio di tre ore. E’ toccato a Carla Bruni, l’ex première dame, moglie dell’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. Bruni era chiamata a rispondere ai magistrati che stanno conducendo una delle varie inchieste che hanno coinvolto il marito. In particolare doveva chiarire un suo possibile ruolo nella clamorosa e controversa ritrattazione del principale testimone a carico di Sarkò nella vicenda dei fondi libici per la sua campagna elettorale del 2007: quali fossero i suoi rapporti con un personaggio chiave della vicenda, Michèle Marchand, detta Mimi, figura di spicco del giornalismo popolare in Francia, sospettata di aver orchestrato la retromarcia del testimone, l’intermediario e uomo d’affari Ziad Takieddine.
Carla Bruni era quella che nel sistema giudiziario francese viene chiamata “persona chiamata in causa” e non una semplice testimone. I magistrati dell’unità anticorruzione non hanno preso alcuna decisione immediata su di lei al termine dell’interrogatorio, “in audizione libera” e non in stato di fermo, come hanno puntualizzato i suoi avvocati Paul Mallet e Benoît Martinez in un comunicato. Era un appuntamento previsto da tempo e si è svolto “in un clima sereno – assicurano i legali – in cui lei ha potuto fornire tutti i chiarimenti e le spiegazioni utili”.
Se l’inchiesta sul presunto finanziamento libico della campagna per le presidenziali del 2007, vinte da Sarkozy, è formalmente chiusa, resta aperto il capitolo riguardante le eventuali manovre per indirizzare l’opinione pubblica ed, eventualmente, ingannare la giustizia. In particolare dopo la clamorosa retromarcia nel 2020 di Takieddine, ritenuto da Sarkozy il suo principale accusatore, che all’improvviso scagionò – temporaneamente – l’ex presidente, contraddicendo le sue stesse precedenti accuse. Gli inquirenti sospettano da tempo diverse persone vicine a Sarkò – familiari, collaboratori, fedelissimi – di aver organizzato la ritrattazione per minare, nel seguito delle indagini, la credibilità dello stesso Zakieddine. L’ex capo dello Stato, a inizio ottobre, è stato formalmente accusato questo filone dell’inchiesta.
Carla Bruni, prima di essere interrogata ieri, era già stata ascoltata nel giugno 2023 in questa inchiesta ma sarebbero emersi elementi ulteriori che hanno spinto i magistrati a porle nuove domande. In particolare, secondo fonti vicine agli inquirenti, l’ipotesi di una “volontà di dissimulazione” da parte della consorte dell’ex presidente, in particolare per i suoi rapporti con Mimi Marchand. E’ emerso, fra l’altro, il particolare che l’ex première dame avrebbe cancellato tutti i messaggi scambiati con Marchand nella giornata del 5 giugno 2021, quando la stessa fu messa sotto inchiesta. Bruni potrebbe, secondo i sospetti, aver aiutato Marchand e il fotografo Sébastien Valiela a ottenere un tampone a ottobre 2020 che consentì loro di partire per il Libano per realizzare l’intervista con la quale Takieddine ritrattò le accuse a Sarkozy. Quest’ultimo aveva dichiarato ai magistrati che sua moglie era stata sempre completamente estranea alla vicenda.
Nel caso sul finanziamento libico della sua campagna elettorale del 2007, concluso la fase istruttoria, Sarkozy sarà giudicato all’inizio del 2025. Takieddine, dopo la controversa ritrattazione (“Sarkozy non ha preso un centesimo, cash o non cash, per le presidenziali”, furono le sue parole) tornò sui suoi passi due mesi più tardi, quando si trovò di fronte ai magistrati. Risiede ancora in Libano per sfuggire a una condanna al carcere in Francia per un altro scandalo.
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Tre ore di interrogatorio per Carla Bruni: davanti ai magistrati per l’inchiesta sui presunti fondi libici all’ex presidente Sarkozy
Un interrogatorio di tre ore. E’ toccato a Carla Bruni, l’ex première dame, moglie dell’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. Bruni era chiamata a rispondere ai magistrati che stanno conducendo una delle varie inchieste che hanno coinvolto il marito. In particolare doveva chiarire un suo possibile ruolo nella clamorosa e controversa ritrattazione del principale testimone a carico di Sarkò nella vicenda dei fondi libici per la sua campagna elettorale del 2007: quali fossero i suoi rapporti con un personaggio chiave della vicenda, Michèle Marchand, detta Mimi, figura di spicco del giornalismo popolare in Francia, sospettata di aver orchestrato la retromarcia del testimone, l’intermediario e uomo d’affari Ziad Takieddine.
Carla Bruni era quella che nel sistema giudiziario francese viene chiamata “persona chiamata in causa” e non una semplice testimone. I magistrati dell’unità anticorruzione non hanno preso alcuna decisione immediata su di lei al termine dell’interrogatorio, “in audizione libera” e non in stato di fermo, come hanno puntualizzato i suoi avvocati Paul Mallet e Benoît Martinez in un comunicato. Era un appuntamento previsto da tempo e si è svolto “in un clima sereno – assicurano i legali – in cui lei ha potuto fornire tutti i chiarimenti e le spiegazioni utili”.
Se l’inchiesta sul presunto finanziamento libico della campagna per le presidenziali del 2007, vinte da Sarkozy, è formalmente chiusa, resta aperto il capitolo riguardante le eventuali manovre per indirizzare l’opinione pubblica ed, eventualmente, ingannare la giustizia. In particolare dopo la clamorosa retromarcia nel 2020 di Takieddine, ritenuto da Sarkozy il suo principale accusatore, che all’improvviso scagionò – temporaneamente – l’ex presidente, contraddicendo le sue stesse precedenti accuse. Gli inquirenti sospettano da tempo diverse persone vicine a Sarkò – familiari, collaboratori, fedelissimi – di aver organizzato la ritrattazione per minare, nel seguito delle indagini, la credibilità dello stesso Zakieddine. L’ex capo dello Stato, a inizio ottobre, è stato formalmente accusato questo filone dell’inchiesta.
Carla Bruni, prima di essere interrogata ieri, era già stata ascoltata nel giugno 2023 in questa inchiesta ma sarebbero emersi elementi ulteriori che hanno spinto i magistrati a porle nuove domande. In particolare, secondo fonti vicine agli inquirenti, l’ipotesi di una “volontà di dissimulazione” da parte della consorte dell’ex presidente, in particolare per i suoi rapporti con Mimi Marchand. E’ emerso, fra l’altro, il particolare che l’ex première dame avrebbe cancellato tutti i messaggi scambiati con Marchand nella giornata del 5 giugno 2021, quando la stessa fu messa sotto inchiesta. Bruni potrebbe, secondo i sospetti, aver aiutato Marchand e il fotografo Sébastien Valiela a ottenere un tampone a ottobre 2020 che consentì loro di partire per il Libano per realizzare l’intervista con la quale Takieddine ritrattò le accuse a Sarkozy. Quest’ultimo aveva dichiarato ai magistrati che sua moglie era stata sempre completamente estranea alla vicenda.
Nel caso sul finanziamento libico della sua campagna elettorale del 2007, concluso la fase istruttoria, Sarkozy sarà giudicato all’inizio del 2025. Takieddine, dopo la controversa ritrattazione (“Sarkozy non ha preso un centesimo, cash o non cash, per le presidenziali”, furono le sue parole) tornò sui suoi passi due mesi più tardi, quando si trovò di fronte ai magistrati. Risiede ancora in Libano per sfuggire a una condanna al carcere in Francia per un altro scandalo.
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Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.