Il ministero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha deciso di rimettere mano a quelle che sono le fondamenta della scuola: le Indicazioni nazionali e le linee guida relative al primo e secondo ciclo dell’istruzione ovvero quelli che un tempo avremmo chiamato “il programma”. Nel 2012, con il Governo di Francesco Profumo, il provvedimento era stato definito “innovativo” perché nasceva con l’autonomia scolastica, sulle ceneri dei programmi nazionali, definendo le missioni che orientano tutte le scuole di un ciclo scolastico, indicando gli obiettivi e definendo i vincoli. Per dirla con parole semplici dal 2012 non c’è più il vecchio programma ma in questo documento vengono definiti ad esempio gli obiettivi di apprendimento (uso delle fonti, etc) per ogni disciplina in ogni classe. Sono la “Bibbia” di ogni insegnante.

Con un vero e proprio blitz, di cui sono a conoscenza solo persone vicine al ministro leghista, in queste ore si è venuti a sapere che l’inquilino di viale Trastevere con un decreto (ancora in fase di registrazione e perciò non ancora pubblicato sul sito del dicastero) ha istituito una commissione di studio “composta da esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale con il compito di elaborare e formulare proposte volte alla revisione delle Indicazioni”. D’altro canto proprio ieri, l’uomo di Salvini, durante una visita all’Istituto di istruzione superiore Bracaglia di Frosinone, ha detto di aver “chiesto ad un gruppo di pedagogisti di riflettere sulle nuove indicazioni nazionali”.

A presiedere la commissione sarà Loredana Perla, ordinario di didattica e pedagogica speciale all’università degli studi di Bari che ha pubblicato recentemente con lo storico Ernesto Galli Della Loggia il libro “Insegnare L’Italia. Una proposta per la scuola dell’obbligo”. È la stessa docente che sull’Huffpost.it si era schierata apertamente con il ministro sulla questione voti scrivendo: “In verità l’emendamento proposto dal ministro Valditara fa qualcosa di più del rendere trasparente la comunicazione del giudizio di valutazione. Esso è il primo atto di risposta a un bisogno profondo avvertito da un corpo di insegnanti ormai esasperati dalle richieste di una burocrazia ministeriale che li ha posti fino ad oggi, spesso ingiustificatamente, nella condizione di passivi esecutori di incomprensibili procedimenti”.

Con lei ci saranno Francesco Emanuele Magni, esperto del ministro; Laura Sara Agrati, professore ordinario di pedagogia sperimentale all’Università telematica Pegaso ed Evelina Scaglia, professore associato di storia della pedagogia a Bergamo. Tutti e tre – quest’ultimi – vicini a Giuseppe Bertagna, il ministro “ombra” di viale Trastevere, noto per essere stato consigliere della ministra Letizia Moratti e della sottosegretaria Valentina Aprea nelle riforme della scuola nei primi anni del 2000.

Oltre a loro, lo “staff” della commissione comprenderà: Paolo Calidoni, professore ordinario di didattica e pedagogia speciale dell’Università degli studi di Parma; Giuseppe Cappuccio docente di pedagogia sperimentale a Palermo; Alessia Scarinci ordinaria di didattica e pedagogia sociale all’Universitas Mercatorum; Viviana Vinci dell’ateneo di Foggia e Massimiliano Costa della Ca’ Foscari di Venezia.

La notizia ha destato subito scalpore all’interno del mondo della scuola tanto che il docente e giornalista Christian Raimo ha commentato sulla sua pagina Facebook: “Forse non tutti se ne rendono conto, ma questa è la notizia peggiore dell’anno. Il governo mette mano alle Indicazioni nazionali”. “Tralasciando valutazioni sulla composizione della commissione, vogliamo evidenziare l’atteggiamento proprietario che il Governo esercita sul sistema d’Istruzione. Ricordiamo al Ministro che la scuola non è ‘roba sua’, ma è di tutte e tutti”, attacca la Flc Cgil. “Vorremmo poi capire – continua il comunicato del sindacato – quali siano l’urgenza e le motivazioni per la revisione delle linee guida ma soprattutto su quali indicazioni si debba muovere la commissione e quali siano le finalità nel lavoro di revisione dei ‘programmi'”. La Cgil critica anche il mancato coinvolgimento di insegnanti e dirigenti, “di chi cioè ogni giorno, proprio sulla base delle linee guida e delle indicazioni, esercita l’azione educativa concretamente. Questo la dice lunga sulla considerazione che il Governo ha degli insegnanti italiani”. Dal ministero, intanto, arriva la conferma ufficiale dei nomi della commissione e fanno sapere che l’intenzione di Valditara è fare un lavoro coinvolgendo gli studenti, i pedagogisti, gli insegnanti, i genitori. Ma il primo passo è fatto.

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