Lo storico imprenditore vinicolo di Codroipo (Udine) Pietro Pittaro ha lasciato in eredità la sua cantina ai suoi nove storici dipendenti. L’uomo, morto il 26 marzo scorso a 89 anni, ha mantenuto la sua vocazione di imprenditore di successo e lungimirante fino all’ultimo giorno. Nel suo testamento, infatti, ha voluto lasciare in eredità ai suoi nove collaboratori il suo impero. E saranno loro a portare avanti l’impresa vinicola.
“Io ho quello che ho donato”, parole del poeta Gabriele D’Annunzio che si leggevano nel suo necrologio preparato anticipatamente. Un dono e un’enorme sorpresa hanno detto i nove fortunati che costituiranno ora una nuova società che porterà avanti la storia e la tradizione Pittaro. L’azienda – Vigneti Pietro Pittaro – si estende su 85 ettari nelle Grave del Friuli e vende circa 300 mila bottiglie di vino all’anno, di cui 100mila sono di spumante.
La cantina è andata allo storico enologo e braccio destro di una vita, il perito agrario, la contabile, l’addetto commerciale, gli uomini di cantina e di vigneto. I dipendenti, riportano La Tribuna di Treviso e Il Mattino di Padova, hanno accettato l’inattesa eredità. “Costituiranno in tempi brevi una nuova società con tutti i crismi di legge, che sarà guidata da un amministratore delegato, mentre ogni ‘erede’ avrà i suoi incarichi specifici all’interno – sottolineano i quotidiani locali – La parola d’ordine è: continuità e valorizzazione del marchio, che resta friulano e non viene ceduto al miglior offerente”.
“Quando facevamo qualche controllo nei vigneti o le prove in cantina ci diceva, ogni tanto in lingua friulana, ‘Us lassi dut a vualtris‘ (‘Lascio tutto a voi’), ma francamente pensavamo che Piero scherzasse – racconta oggi Stefano Trinco, l’enologo del gruppo che è anche presidente della Doc Friuli – Tra noi c’era un bel rapporto, fatto di stima e di rispetto, ma non avremmo mai pensato a un gesto di così grande generosità. Da parte nostra c’è grande emozione, oltre a un doveroso ringraziamento. E sicuramente c’è l’impegno e la consapevolezza di portare avanti in prima persona l’azienda. È un onore e una grande responsabilità. Un dono prezioso che va valorizzato al massimo, faremo di tutto per portare avanti il suo nome come merita”.