“Vannacci? I geni della sinistra l’hanno trasformato da mediocre scrittore a evento nazionale e idolo della destra”. Così Marco Travaglio ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico in onda sabato sera su Nove condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Andrea Scanzi a proposito delle polemiche seguite alla candidatura del generale per la Lega di Matteo Salvini. “L’ha detto lui in un’intervista: ‘mi sono autoprodotto questo libro, pensavo che avrebbe venduto poche centinaia di copie’. Invece è arrivato a quasi 300mila grazie al fatto che la stampa di sinistra ha cominciato a parlarne come se fosse l’unico libro che c’era in circolazione. Quindi gli hanno fatto una pubblicità insperata’. – ha detto il direttore del Fatto Quotidiano – Questo è il tafazzismo della sinistra in generale perché puoi parlarne un giorno, puoi dire che c’è un generale fuori ordinanza che dice cose inaccettabili, ma non è che gli dedichi tre, quattro, 500 articoli. – ha aggiunto – Noi abbiamo fatto un calcolo: sono uscite centinaia di articoli sui tre maggiori quotidiani italiani, non su quelli di destra, ma su quelli che pensavano di fargli un torto trasformandolo in un idolo. È un libro molto mediocre, scritto male tra l’altro, con alcune chiacchiere da bar, con alcune uscite anche comprensibili, visto l’intollerabilità del politicamente corretto che ormai sta impedendo che si dica qualsiasi cosa, al di là delle cose inaccettabili”.
Secondo il giornalista “se ne erano accorti anche nell’esercito di chi era Vannacci, altrimenti non l’avrebbero parcheggiato in un ufficio dove si occupava di cartografia. Uno che aveva quel curriculum, l’Afghanistan, la rappresentanza in Russia, eccetera, probabilmente avrebbe avuto un ruolo più operativo, quindi avevano capito chi era Vannacci e l’avevano messo da parte. – ha detto ancora – Salvini ci è saltato sopra, dato che i voti non li prende più lui, pensa che li prenderà con Vannacci. Temo che sarà deluso perché quelli che votavano già per la Lega sono quelli che leggono il libro di Vannacci. Quindi, paradossalmente, sposterebbe i voti se si fosse candidato dall’altra parte. Ma se si candida nel centrodestra più o meno sempre lì sta, al massimo frega qualcosa a Fratelli d’Italia. Visto che la Meloni si è totalmente istituzionalizzata ed è diventata totalmente establishment, quelli di destra che vogliono un contestatore dell’establishment, magari votano Vannacci, ma non vedo grandi travasi, non vedo masse che si spostano”, ha concluso Travaglio.