Il collegamento sciistico tra il Comelico, nel Bellunese, e l’Alta Val Pusteria, nella provincia di Bolzano, sembra proprio che si farà. Con due nuove funivie che condividono la stazione di valle, la prima diretta verso Cima Colosei, la seconda in direzione opposta verso Col d’La Tenda, oltre a una nuova pista e un nuovo tratto in diramazione dall’esistente pista Campo, provvisto d’impianto di innevamento programmato, alimentato da un bacino idrico. In aggiunta ci sarà la realizzazione di un balcone panoramico in località Colosei e il restauro, messa in sicurezza e infrastrutturazione impiantistica minima delle opere fortificate del Vallo Alpino e della linea di difesa della Grande Guerra. Ora ci sono anche le risorse necessarie, dopo che al comune bellunese di Comelico Superiore sono stati assegnati dal fondo Comuni confinanti: 30 milioni di euro. Che insieme ai 4 milioni della Regione Veneto e ai 14.999.960 che dovrà assicurare l’operatore, costituiscono l’importo complessivo di 48.999.960 euro, stimati per la sua realizzazione.
“Un Progetto Integrato per lo sviluppo turistico, culturale e socio-economico della Val Comelico”, si sostiene nel Progetto di fattibilità tecnico-economica consegnato a dicembre 2022 al Comune di Comelico Superiore dallo studio Plintos associati. Un “insieme ampio e articolato di iniziative finalizzate a rimodulare l’intera offerta turistica secondo principi di alta sostenibilità e rispetto ambientale coerente con le strategie del sito Dolomiti Unesco”, si spiega. Ma evidentemente incentrato sul collegamento impiantistico tra Padola di Comelico e Passo Monte Croce. In questo modo il Veneto potrà collegarsi con l’Ost Tirol austriaco attraverso il carosello sciistico Padola-Sesto-Sillian.
Per l’avvio dei lavori, che potrebbero terminare entro il 2026, manca la Valutazione di Impatto Ambientale dalla competente commissione regionale. E quindi l’individuazione di un partner privato da determinare con bando pubblico. Così dopo all’incirca 20 anni dal progetto iniziale, l’Amministrazione comunale di Comelico Superiore raggiunge il suo obiettivo, dichiarato: lo sviluppo turistico della Valgrande.
Progetto sostenuto non solo dai sindaci coinvolti geograficamente, a partire da quello di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, da Confindustria Belluno e Confartigianato Belluno, ma anche dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dalla Regione Veneto. La pensano diversamente le associazioni ambientaliste Mountain Wilderness, Italia Nostra e Lipu secondo le quali il progetto risulta “altamente impattante sull’ambiente per diversi motivi” e poi “anche perché è in totale contrasto con la lotta ai cambiamenti climatici. L’industria dello sci è energivora, soprattutto a bassa quota”.
Contrario anche il Club Alpino Italiano Trentino Alto Adige che attraverso il Presidente, Carlo Alberto Zanella, sostiene che “sono tante le perplessità rispetto a questo progetto”. Aggiungendo che “si parla inoltre di dover deforestare un’ampia zona per far spazio agli impianti. Le piste poi sono a quote basse ed esposte al sole, questo significa prevedere bacini e potenziamento degli impianti di innevamento programmato con conseguente consumo d’acqua”. A pensarla diversamente è soltanto la sezione Valcomelico del Cai, come ha sostenuto a maggio 2023 l’allora presidente Gianluigi Topran d’Agata e come ha confermato a ilFattoQuotidiano.it la Presidente, Wilma Anvidalfarei.
A contrastare il progetto a lungo c’è stata la Soprintendenza Archelogica, Belle Arti e Paesaggio di Venezia che però a fine gennaio 2023 concede parere favorevole, anche se con prescrizioni. Dopo la Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area alpina compresa tra il Comelico e la Val d’Ansiei, da parte della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il turismo, a dicembre 2019. Dopo il ricorso al Tar, vinto ad agosto 2022, del Presidente della Regione Luca Zaia e dei Comuni coinvolti dal Decreto. E, dopo il ricorso di Mountain Wilderness, Italia Nostra e Lipu al Consiglio di Stato, che ancora si deve pronunciare. Ancora una volta le certezze di chi supporta un progetto si scontrano con le criticità evidenziate da chi cerca di avversarlo. Mentre la montagna assiste, inerme.