Sarà pure stato aiutato dalla Safety Car, entrata dopo il botto tra Magnussen e Sargeant, ma la vittoria in F1 Lando Norris se la meritava da tanto tempo. Sembrava mancasse sempre qualcosa o che ci fosse un pizzico di sfortuna, per allontanarlo da una gioia che sembrava non arrivare, quasi come una maledizione. Un avversario più veloce in caso di secondo posto, la pioggia in Russia nel 2021 che ha portato la vittoria alla Mercedes di Hamilton. A Miami però le cose sono cambiate e alla ripartenza di gara dopo la Safety, che gli ha permesso di stare davanti a Max Verstappen (secondo finale), l’inglese, affamato, ha rosicchiato decimi in ogni settore, non risultando mai lento sul giro del Campione del Mondo olandese, tanto da chiudere nel finale con un vantaggio su di lui di 7”6 secondi. Per la prima volta in stagione, tralasciando Melbourne, si è vista una Red Bull non irresistibile, che dopo un buon primo stint di gara con le medie ha invece perso ritmo sulle gomme dure. Una vettura, quella di Milton Keynes, non più “cannibale” come quella di anno scorso, sebbene resti sempre la più forte.
McLaren, è anche la vittoria dell’italiano Andrea Stella
La vittoria di Miami è anche la vittoria di un fantastico Andrea Stella, il team principal di Orvieto che dopo una vita in Ferrari (dal 2000 al 2014) si è trovato nel 2015 a seguire Alonso in McLaren come ingegnere di pista, non abbandonando più la sede di Woking e venendo promosso dallo scorso anno nel suo attuale ruolo al posto del dimissionario Andreas Seidl. Un capolavoro, quello dell’italiano, che da quando è al comando ha riorganizzato le aree tecniche del team — che ora fanno capo a vari responsabili e non più a un solo direttore tecnico — aiutando nello sviluppo di un’auto che dallo scorso GP di Silverstone è sempre migliorata, avvicinandosi al duo Red Bull-Ferrari. Il pacchetto consistente di aggiornamenti portato in Florida ha funzionato e si è visto per passo sin dalle uniche libere del venerdì, dopo le modifiche portate all’entrata e nella forma delle pance, alle sospensioni, alle prese dei freni, all’ala anteriore e ai canali venturi del fondo. Insomma, la strada è giusta e va perseguita. Il successo è un brutto boccone da mandar giù invece per Wolff e Mercedes (sesto Hamilton e ottavo Russell): vedono un team cliente trionfare in modo perentorio.
Norris, quei record “negativi” troppo ingiusti per il suo valore
Di Norris, invece, si sanno già diverse cose: amante di Valentino Rossi (che domenica dopo la gara lo ha festeggiato su Instagram), patito dei giochi al simulatore, dove passa la maggior parte del tempo insieme all’amico Verstappen (felice come una Pasqua per la sua vittoria), noto per primati negativi in pista ingenerosi e immeritati. Come il numero di podi (15) senza vincere mai una gara o essere l’unica guida McLaren a non aver mai vinto con il team dopo oltre 100 GP (110 per la precisione). A Monza nel 2021 fu leale e non attaccò il compagno Ricciardo, una settimana dopo in Russia vide sfumare il podio a cinque giri dalla fine con l’arrivo della pioggia, non ascoltando il consiglio del suo ingegnere di pista di mettere le gomme da bagnato. Un errore di gioventù che Norris ha pagato, prima di sfiorare la vittoria nei sei secondi posti dell’anno scorso e di prenderla questa domenica. Con il successo è diventato il 114esimo vincitore nella storia della F1, il 21esimo per la McLaren e il 21esimo per la Gran Bretagna.
Ferrari, più di così non si poteva fare. E ora gli aggiornamenti a Imola
Vista una McLaren così in crescita, per la Ferrari diventa ancora più importante l’introduzione del pacchetto di aggiornamenti che la scuderia porterà dal prossimo GP di casa a Imola. Per la Rossa comunque la sensazione è quella di una buona gara, considerando che la monoposto è la stessa di quella presentata in Bahrain. Più di così non si poteva fare. La classifica costruttori dopo un quarto di campionato non è affatto male (237 Red Bull-189 Ferrari) e la vettura ha dimostrato di avere passo e potenzialità, come dimostrano i due primi posti in qualifica di Leclerc, nonostante le FP1 quasi del tutto saltate per il testacoda nel terzo settore. Per Sainz è invece la seconda gara chiusa dietro al monegasco, dopo un inizio di campionato senza storie. Il numero 55 però, va detto, ha pagato la partenza folle di Pérez in partenza, perdendo invece due posizioni, dato che al via stava per superare Leclerc. La speranza è di vederli comunque lottare entrambi a Imola, sulle SF-24 pronte a presentare diverse novità.
La cronaca di gara
Al via, Verstappen ha mantenuto la posizione, mentre Leclerc è scattato pattinando, riuscendo a conservare la posizione solo per il lungo di Pérez, che stava per colpire il suo compagno di squadra ma così facendo ha rallentato Sainz. Il monegasco, comunque, ha subito il sorpasso di un Piastri scatenato (13esimo finale) al quarto giro, con un contatto nel finale con il numero 55 che ha portato al danneggiamento dell’anteriore della McLaren, facendolo piombare in fondo. Prima, però, Leclerc era comunque riuscito a ripassarlo anticipando la sosta al giro 20. Piastri, Sainz e Norris, invece, hanno proseguito con la gomma media fino al 28esimo giro, quando sono entrati l’australiano e lo spagnolo. Un colpo di fortuna per il britannico, visto l’arrivo della Safety poco dopo e la possibilità di cambiare in quel regime, ritrovandosi davanti a Verstappen (dentro al 24esimo giro). Da lì il suo ritmo è stato imprendibile e stavolta la sfortuna non ci si è messa di mezzo. La prima in F1 è tutta sua, con merito. Hanno chiuso la top-10 Tsunoda (settimo), Alonso (nono) e Ocon (10mo).