Solo il rumore dell’elicottero e dei mezzi lungo la strada: la terza tappa del Giro d’Italia sta andando in onda in diretta su Rai 2 senza voce. Non si sente infatti la telecronaca del trio composto da Francesco Pancani, l’ex ct Davide Cassani e lo scrittore Fabio Genovesi, le voci che hanno accompagnato le prime due tappe della Corsa Rosa e che domenica hanno raccontato l’impresa di Tadej Pogacar a Oropa. Il motivo è lo sciopero indetto dal sindacato Usigrai per denunciare il “controllo asfissiante” sulle redazioni giornalistiche della tv di Stato.
La Novara–Fossano, frazione di 166 km dedicata ai velocisti, viene quindi raccontata dalla Rai solamente con le immagini, per via dell’adesione allo sciopero dei giornalisti che stanno seguendo il Giro d’Italia. Una ricaduta pesante per la televisione pubblica: la diretta sulla seconda rete dura ore e copre tutti gli ultimi 100 km della tappa. Il Tg1 e il Tg2 sono andati in onda in edizioni quasi complete, ridotte di pochissimi minuti con tanto di servizi chiusi e firmati, collegamenti in diretta e solo alcune notizie lette da studio. Uno sciopero che, in questo modo, è risultato quasi invisibile per il telespettatore. Sono saltate solamente le edizioni del Tg3 e di tutti i Telegiornali regionali della Rai. La diretta del Giro d’Italia invece è seguita da milioni di telespettatori.
L’atteso sciopero dei giornalisti Rai è stato indetto per protestare contro “il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai” e “le carenze di organico in tutte le redazioni”. Per queste ragioni, l’Usigrai, il principale e maggiormente rappresentativo sindacato dei giornalisti della tv pubblica, aveva proclamato 24 ore di astensione dal lavoro dalle 5.30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7.
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Giro d’Italia, la terza tappa in onda su Rai 2 senza commento per lo sciopero dei giornalisti: le ragioni
La Novara-Fossano viene raccontata dalla Rai solamente con le immagini
Solo il rumore dell’elicottero e dei mezzi lungo la strada: la terza tappa del Giro d’Italia sta andando in onda in diretta su Rai 2 senza voce. Non si sente infatti la telecronaca del trio composto da Francesco Pancani, l’ex ct Davide Cassani e lo scrittore Fabio Genovesi, le voci che hanno accompagnato le prime due tappe della Corsa Rosa e che domenica hanno raccontato l’impresa di Tadej Pogacar a Oropa. Il motivo è lo sciopero indetto dal sindacato Usigrai per denunciare il “controllo asfissiante” sulle redazioni giornalistiche della tv di Stato.
La Novara–Fossano, frazione di 166 km dedicata ai velocisti, viene quindi raccontata dalla Rai solamente con le immagini, per via dell’adesione allo sciopero dei giornalisti che stanno seguendo il Giro d’Italia. Una ricaduta pesante per la televisione pubblica: la diretta sulla seconda rete dura ore e copre tutti gli ultimi 100 km della tappa. Il Tg1 e il Tg2 sono andati in onda in edizioni quasi complete, ridotte di pochissimi minuti con tanto di servizi chiusi e firmati, collegamenti in diretta e solo alcune notizie lette da studio. Uno sciopero che, in questo modo, è risultato quasi invisibile per il telespettatore. Sono saltate solamente le edizioni del Tg3 e di tutti i Telegiornali regionali della Rai. La diretta del Giro d’Italia invece è seguita da milioni di telespettatori.
L’atteso sciopero dei giornalisti Rai è stato indetto per protestare contro “il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai” e “le carenze di organico in tutte le redazioni”. Per queste ragioni, l’Usigrai, il principale e maggiormente rappresentativo sindacato dei giornalisti della tv pubblica, aveva proclamato 24 ore di astensione dal lavoro dalle 5.30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7.
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Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.