La Guardia di finanza ha sequestrato dell’intera area di cantiere in via Lepontina, n.7/9, quartiere Isola, a Milano, dove all’interno del cortile di un caseggiato era in costruzione un palazzo. In teoria una ristrutturazione, quella approvata dal Comune di Milano con tanto SCIA, la Segnalazione certificata di inizio attività. In pratica una nuova costruzione e come tale, secondo l’accusa, avrebbe dovuto essere classificata. Da qui le accuse di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio, esecuzione di opere in difformità, false attestazioni relative alla segnalazione di inizio attività e abuso d’ufficio. Che hanno portato a nove iscrizioni sul registro degli indagati, tra cui il dirigente e due responsabili dello Sportello Unico per l’Edilizia del Comune di Milano e il presidente della Commissione Comunale per il Paesaggio al tempo dei fatti che avrebbe omesso di rilevare la difformità del progetto in base al Piano di governo del territorio (Pgt).
L’indagine, coordinata dalla pm Marina Petruzzella, riguarda il progetto di demolizione di un preesistente fabbricato di 2 piani (11,95 mt) adibito a uffici e laboratori e la costruzione di un nuovo edificio residenziale a torre di 7 piani (21,95 mt) per 61 appartamenti, battezzato “Giardino Segreto”. Secondo l’ipotesi della procura ci sarebbero state plurime violazioni della normativa urbanistica, una quantificazione sottostimata degli oneri di urbanizzazione e un illecito aumento delle cubature e delle superfici realizzabili senza la predisposizione, oltremodo, di una pianificazione urbanistica attuativa che prevedesse la realizzazione di opere aggiuntive per compensare gli standard dei residenti già insediati in zona.
Il sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini. “Risulta confermato che (…) da parte dei dirigenti e funzionari” dello Sportello Unico Edilizia del Comune di Milano “coinvolti sia stato violato l’abc dei principi costituzionali di legalità (…) in materia di Governo del Territorio (ovverosia l’urbanistica), mediante determine e procedure abnormi”, ha scritto il gip nell’ordinanza di sequestro. Ancora: “Le condotte poste in essere dai funzionari, dai progettisti ed operatori indagati non sono state cagionate da problemi di confusione del quadro normativo e o di contraddittorietà tra normativa urbanistica statale e regionale o da oscillazioni giurisprudenziali, come ripetono “le disposizioni” sospensive del mese di marzo. Ma sono frutto della deliberata torsione di basilari principi di legge del settore, sostenuta da un apparato di abnormi direttive, determine e circolari dirigenziali dello stesso ufficio del comune, volte a conferire un paravento di legalità utile (…) ad invocare la confusione del quadro“.
Dure le parole sulla Commissione per il Paesaggio. “Alla quale sono stati attribuiti dal regolamento edilizio “ampi poteri valutativi (…), è un organismo che non garantisce indipendenza e trasparenza, in quanto composto da professionisti architetti, nominati personalmente dal sindaco, che esercitano la libera professione a Milano (…) i cui progetti vengono valutati dalla stessa commissione (…), in osmosi con l’ufficio dello Sportello Unico dell’Edilizia”, aggiunge il giudice, che evidenzia un vero e proprio conflitto di interessi in seno all’organismo comunale di Palazzo Marino.